La giustizia sociale, un fine nobilissimo,
perseguito con grande dedizione fino al sacrificio
della vita. Vittorie e sconfitte di un uomo
che è diventato un mito della Storia



 
 
 



Hasta siempre
Comandante

*

Il mito
del Che

*

Biografia

La famiglia
La malattia
Gli studi
Lo sport
L'Argentina
Viaggio in bicicletta
Viaggio in moto
Il Machu Picchu
A Miami
È medico
Incontra la politica
Incontra Fidel Castro
Guatemala
Messico e Fidel
Il Granma
Cuba
La guerriglia
Santa Clara
La Habana
Messaggero all'estero
A capo dell'industria
Embargo
Playa Girón
Missili e crisi
In Algeria
A New York, all'Onu
L'Africa
La Bolivia
La morte
Ritorno "a casa"
 

*
Vieja Maria

*

Fotografie

*

Links



 

..................................................
Biografia 1/4


La famiglia

Nasce il 14 giugno 1928 nella città di Rosario, Argentina, primogenito di Celia de la Serna e di Ernesto Guevara Lynch, costruttore edile. La famiglia è agiata e vive in una regione confinante con il Brasile e il Paraguay nel governatorato di Misiones che deve il suo nome ai gesuiti spagnoli colonizzatori delle popolazioni indie guarany. 

La malattia

Nel luglio dello stesso anno si ammala di broncopolmonite: sarà causa dell'asma che lo tormenterà per tutta la vita. Nel 1933, su consiglio del medico che ha in cura il piccolo Guevara, la famiglia si trasferisce nella città di Alta Gracia, luogo di villeggiatura nella provincia di Córdoba, dove il clima è più dolce e mite. Anche la nonna, Ana Lynch, e la zia Beatrice, con la quale rimarrà in contatto epistolare per sempre, lo accompagnano alla scoperta della poesia, della natura e degli animali. Ha quattro fratelli: Celia, Roberto, Ana Maria e Juan Martin.

Gli studi

La preparazione per la scuola elementare è guidata dalla madre, che lo porta alla conoscenza delle opere di Verne, Dumas, Cervantes, Stevenson, Salgari. Tra le sue giovani amicizie: figli di minatori, contadini, lavoratori alberghieri. È curioso e, narra suo padre, vuole sapere tutto quello che accade in campagna, come nascono gli animali, come si debbono allevare, curare; vuole conoscere i tipi di agricoltura e di vegetazione.

Tra il 1941 e il 1947 prosegue gli studi, come esterno, nella scuola media del collegio Dean Funes di Córdoba e stringe amicizia con Alberto Granado che più tardi lo accompagnerà nel suo giro per il continente americano. Legge Freud e Jung, Neruda, Quiroga, London, il Capitale di Marx e il Decameron del Boccaccio. Il 22 aprile 1947 conclude gli studi al Dean Funes e conosce la giovane Berta Gilda Infante, Tita, membro della Gioventù Comunista di Argentina, con la quale manterrà per sempre una diretta e intima relazione di amicizia. 

Lo sport

Pratica molto sport e compie lunghe escursioni. Inizia a scrivere un dizionario filosofico, composto da sette quaderni, nel quale esprime concetti generali sulla storia della filosofia e delle scienze sociali. Il terzo quaderno contiene appunti sulla vita di Carlo Marx e sulle origini della filosofia marxista, nonché alcune definizioni dei concetti di socialismo e di marxismo-leninismo.

In Argentina

Nel 1950, terminato il liceo, si trasferisce con la famiglia, che attraversa difficoltà economiche, a Buenos Aires, dove si iscrive alla facoltà di medicina, mantenendosi agli studi con un impiego nel municipio di Buenos Aires; nello stesso periodo lavora gratuitamente presso l'Istituto di Ricerche sulle allergie. Curioso, libero e con uno spiccato senso critico, non gli interessano i voti alti e studia con passione solo quello che ritiene utile alla propria formazione. Nei mesi di vacanza viaggia come può, in bicicletta, a piedi e in moto all'interno del suo Paese, sino alle Ande. Ospitato su di un cargo, arriva anche all'isola di Trinidad.

Viaggia in bicicletta

A partire da gennaio 1950, percorre le province del nord dell'Argentina su una bicicletta Northon, sulla quale installa un piccolo motore; attraversa il sud delle province di Buenos Aires e Santa Fe e arriva a Córdoba dopo 41 ore e 17 minuti. Qui viene accolto dalla famiglia del suo amico Granado. Poi si reca a Santiago del Estero e scrive i suoi primi appunti. Alla fine percorrerà 4500 chilometri. 

Viaggia in moto

Nell'ottobre del '51, a 23 anni, Ernesto Guevara decide di partire con la Poderosa II, una motocicletta Northon 500, con l'amico Alberto Granado per visitare il "suo continente"; scrive: "Era una mattina d'ottobre, ed io ero andato a Córdova approfittando delle vacanze del 17. Bevevamo mate dolce sotto il pergolato della casa di Alberto Granado e ci raccontavamo le ultime novità sulla nostra 'vita da cani', mentre cercavamo di sistemare la Poderosa II. [...] Sulle ali del sogno arrivavamo in paesi remoti, navigavamo per i mari tropicali e visitavamo tutta l'Asia".

Nel febbraio del 1952 è in Cile. Si devono fermare a Lautaro per un guasto molto grave alla Poderosa. Racconterà Ernesto: "La moto era più o meno sistemata e saremmo partiti il giorno dopo, così decidemmo di andare a bere e far baldoria con alcuni amici del posto. Il vino cileno è buonissimo! Io bevevo a una velocità straordinaria, così quando si trattò di andare al ballo del paese, mi sentivo capace di grandi imprese. [...] La compagnia era gradevole e gli amici continuavano a riempirci lo stomaco e la testa di vino. A un tratto, uno dei meccanici dell'officina, particolarmente gentile, mi chiese di ballare con la moglie perché tutto quel bere gli aveva fatto male; la donna era calda ed eccitata, ed anche a lei scorreva vino cileno nelle vene. Io la presi per mano per portarla fuori e lei mi seguì docilmente [...] ma, quando si rese conto che il marito la guardava, cambiò idea e disse che doveva rimanere; io, che non ero più in grado di intendere ragione, iniziai un tira e molla che ci portò vicino a una porta d'uscita. Ormai ci guardavano tutti e la donna mi diede un calcio; io continuavo a trascinarla, finché perse l'equilibrio e cadde rovinosamente a terra. A quel punto io e Alberto capimmo che era meglio darcela a gambe; ci mettemmo a correre velocemente verso il paese, seguiti da uno sciame di ballerini furenti..."

La moto, molto amata dal Che, dopo vari tentativi di riparazione si rompe definitivamente a Santiago del Cile ed Ernesto e l'amico, seppure a malincuore, l'abbandonano e decidono di continuare a piedi. In quel viaggio si consolida la sua abitudine di registrare le proprie impressioni su carta: la manterrà per sempre. Lavorano qua e là, come capita, finché s'imbarcano come marinai su una nave diretta in Perù. Sono passati sei mesi dalla partenza e a Lima fanno amicizia con un medico che li conduce nel lebbrosario di Huambo a più di duemila metri, in piena selva; poiché Ernesto subisce un attacco di asma, l'amico Alberto fa in modo che possa viaggiare sino al lebbrosario su un cavallo. A Huambo si commuove per le condizioni drammatiche che stanno vivendo gli ammalati di lebbra; li visita e alla fine scrive: "Le persone che se ne fanno carico svolgono un lavoro davvero meritorio, perché la situazione generale è disastrosa. In un piccolo spazio di meno di mezzo ettaro, due terzi del quale riservato ai malati, si svolge la vita di questi condannati che aspettano come liberazione la morte".

Il Machu Picchu

Visita il Machu Picchu, trascrivendo le sue impressioni e la sua ammirazione per quel luogo sacro dell'impero Inca: Machu Picchu, Enigma di pietra in America

Con Alberto, Ernesto arriva il 7 giugno 1952 al lebbrosario di San Pablo, nella provincia di Loreto in Amazzonia. Alcuni mesi dopo, a scopo terapeutico, organizzano con il dottor Federico Breziani che segue il lebbrosario, attività sportive ed escursioni per i malati; Ernesto gioca anche a calcio e legge il poeta Federico García Lorca. Nello stesso periodo visita la tribù degli indios Yaguas. I degenti del lebbrosario, profondamente commossi dalle attenzioni ricevute, costruiscono per loro una zattera perché possano attraversare diagonalmente il Rio delle Amazzoni, per poter arrivare a Leticia, in Colombia.

Giugno 1952: a Leticia, per poter continuare il viaggio fino a Bogotà, approfittando della fama di cui godono i calciatori argentini chiedono di allenare squadre per il campionato locale di football. La loro squadra vince il campionato e in premio Guevara e Granado ricevono un biglietto aereo per Bogotà, dove, purtroppo, vengono immediatamente arrestati dalla polizia del dittatore Laureano Gomez; usciti di prigione un mese dopo, decidono di abbandonare il Paese ed entrano in Venezuela dove Ernesto si separa da Alberto Granado.

A Miami

Ernesto Guevara decide di recarsi a Miami, nel luglio del '52, sull'aereo da trasporto di cavalli di un amico, per vedere gli Stati Uniti prima di rientrare in Argentina. A Miami frequenta la biblioteca pubblica, studia, s'informa e stabilisce stretti rapporti con l'ambiente latino-americano, resistendo un mese praticamente senza denaro.

È medico

Il 12 giugno del '53, superando velocemente gli ultimi esami che gli restano, si laurea, dottore in Medicina, con una tesi sull'allergia, presso la Facoltà di Scienze Mediche dell'Università di Buenos Aires. Dagli amici e parenti riceve, come regalo, un po' di soldi che gli permetteranno di organizzare un viaggio in Venezuela. Quindi, viaggiatore instancabile, riparte su un treno che va da Buenos Aires a La Paz coprendo seimila chilometri. 

Incontra la politica

Ripercorre il Perù e arriva a Guayaquil, in Ecuador, dove incontra Ricardo Rojo, un esiliato argentino che gli parla della riforma agraria promulgata nel febbraio 1953 da Jacobo Arbenz, presidente del Guatemala, che ha espropriato 255.000 acri di terra incolta della United Fruit Company. Si dirige in Guatemala dove arriva nel dicembre del 1953. Collabora con alcune riviste e pubblica anche l'articolo-diario sulle impressioni provate sul Machu Picchu, ma fa anche il venditore ambulante e altri piccoli lavori occasionali. Ha finito di leggere tutto Marx, Lenin e altri scritti di teorici rivoluzionari e si "sente" marxista.

Incontra Fidel Castro

Il 12 dicembre del 1953, a Cuba, nella prigione della Isla de Pinos, Fidel Castro Ruz scrive Il Manifesto alla Nazione, dove denuncia i crimini commessi dalla dittatura di Batista e incita il popolo alla rivolta. Il 27 dicembre, Hilda Gadea, un'esiliata peruviana che Guevara sposerà in Messico il 18 agosto 1955, nella piccola cittadina di Tepozotlán, poco prima d'imbarcarsi sul Granma, presenta a Ernesto Guevara un gruppo di rivoluzionari cubani sopravvissuti all'assalto alla caserma Moncada: López, Dalmau, Arancibia che gli parlano di Fidel Castro. È in questo periodo che Ernesto Guevara de la Serna acquisisce quel nomignolo famosissimo: "Che", vocabolo argentino di origine guarany, che significa "mio". E proprio lui lo adotta assumendolo come nome proprio.

Guatemala

17 giugno del 1954: quel giorno si scatena l'aggressione contro il governo Arbenz organizzata dalla Cia e dal Dipartimento di Stato Usa che avevano addestrato in Nicaragua e in Honduras, dopo aver avuto il placet anche dall'Osa, un corpo di mercenari agli ordini del colonnello guatemalteco Carlos Castillo Armas, per difendere il continente americano dal "pericolo comunista". Il Che, inascoltato, cerca di organizzare la resistenza armata in città, ma il tentativo non riesce e in agosto, quando le truppe mercenarie entrano nella capitale, si rifugia con i rivoluzionari cubani nell'ambasciata argentina che lo registra come "elemento comunista".

Il Messico e Fidel Castro

Il Che parte per il Messico, dove eserciterà per qualche tempo il mestiere di fotografo ambulante. Nel 1955, si presenta a un concorso dell'Ospedale Generale di Città del Messico e vince un posto nel reparto allergie dell'Istituto di Cardiologia dove incontra Nino Lopez, che accompagna un esiliato cubano ammalato. Frequenta Maria Antonia González, cubana, sorella di un perseguitato politico di Batista, sposata con un messicano, nella cui casa si è stabilito il quartier generale dei futuri partecipanti alla spedizione del Granma: conosce Raúl Castro e altri rivoluzionari cubani. Fidel Castro arriva in Messico nel luglio del 1955. Una notte incontra il Che che poche ore dopo, all'alba, verrà arruolato da Fidel, quale medico, nella progettata spedizione contro il dittatore Batista.

Nel periodo che il Che ha trascorso in Guatemala, Hilda lo aiuta molto; quando viene deposto Jacobo Arbenz e il Che va in esilio in Messico si sposa con Hilda dalla quale avrà una figlia, Hilda Beatriz. Col tempo, tra i due nasceranno difficoltà e incomprensioni e la coppia deciderà di separarsi.

Lunghe escursioni, nuoto, canottaggio sul lago Chapultepec, poligono di tiro. Nel rancho Santa Rosa, situato a mille chilometri da Città del Messico, nello Stato di Veracruz segue i corsi di storia ed economia cubana e di teoria militare col generale spagnolo Bayo che considera il Che il suo migliore allievo. Siamo nel giugno del '56: scoperto il luogo dalla polizia messicana, gli uomini della rivoluzione vengono tutti arrestati e trasferiti nel carcere da dove verranno rimessi in libertà dopo circa due mesi, dietro versamento di una forte somma di denaro e per l'intercessione dell'ex Presidente messicano Lazaro Cardenas, col quale Fidel Castro era in contatto..