MONUMENTI E MUSEI

ITINERARI CULTURALI

Materdei-Foria-Vergini-Sanità | Chiaia-Posillipo | Pizzofalcone |

MATERDEI - FORIA - VERGINI - SANITA'

Questo percorso, prevede un primo nucleo, costituito dalla Salute e da Materdei. Il nome Salute, risale al passato in quanto quest'area, sita in alto, è restata a lungo semi-rurale, quindi luogo dove la salubrità dell'aria lo rendeva adatto a gite fuori porta e alla cura dei convalescenti. L'espansione di Santa Maria Mater Dei il cui nome risale alla chiesa costruita nel 1585, avviene nel Seicento, quando gli ordini religiosi, cercavano nuovi spazi fuori dalla città. Quindi, la città antica non è solo centro antico, ma anche l'antica periferia. La Napoli antica, con tanti misteri. Le sue viscere, quel suo sottosuolo da dove si ricavano tutti quei materiali indispensabili per l'edilizia, per cui la città fin dall'inizio della sua storia, ha avuto a disposizione una riserva naturale cui attingere per le costruzioni (tufo giallo, lapilli, pozzolana). Proprio l'estrazione del tufo ha creato nella zona caverne adoperate per le sepolture. Non si può parlare di catacombe o di chiese antiche napoletane senza citare le valli dei Vergini e della Sanità. Giunti in via Vergini, nel cuore del Borgo, la cui denominazione sembra sia legata alla presenza di fratrie religiose greche. Vivo è rimasto il ricordo della Fratria degli Eunostidi, i cui consociati erano dediti ad una vita di temperanza, vincolati a castità e verginità. Il loro sepolcreto era sito in quest'area, in atri e caverne scavati nel tufo delle colline. Dalla frequentazione degli adepti del dio Eunosto, i Napoletani, chiamarono il sito: ai Vergini. Nella seconda metà del 1500 e del 1600, a seguito della riscoperta delle antiche catacombe e basiliche paleocristiane, si ebbe nella zona dei Vergini e della Sanità, il rilancio dell'attività religiosa. Furono realizzati grandi complessi conventuali, assistenziali e per il culto, fra i quali i conventi di Santa Maria della Sanità progettata nel Seicento da fra' Nuvolo, le Catacombe di San Gaudioso e S. Maria dei Miracoli, l'Ospizio di S.Gennaro dei Poveri, le Catacombe di San Gennaro le chiese di S. Severo e di S.Maria della Stella, che costituirono i poli intorno ai quali si svilupparono i borghi dei Vergini e della Sanità nonostante i divieti imposti dall'espansione extra-urbana. E dove si trova anche il noto cimitero delle Fontanelle, dove avvenivano le sepolture anonime delle vittime di epidemie. Alcune chiese sono state realizzate su strutture architettoniche di epoca precedente, fenomeno legato alla "Lava dei Vergini", cioè frequenti alluvioni (come quello della "Conocchia" nel 1400) che funestavano la zona, displuvio naturale dei piccoli corsi d'acqua che scendevano dalle colline di Capodimonte, Mater Dei e San Potito . Nella chiesa di S. Maria dei Vergini, dopo i lavori di restauro degli ultimi anni, dalla sacrestia è possibile accedere nei sotteranei dove sono visibili i resti di alcuni affreschi della chiesa del 1300. Qui ci sono più di 3000 anni di storia, tradizioni ed usi dell'antica Neapolis, del Paganesimo, Cristianesimo, Riforma e Controriforma, Spagnoli, Borboni e Francesi. Un percorso che si snoda tra le valli dei Vergini, i palazzi storici dello Spagnolo e di Sanfelice e non dimenticando via S. Maria Antesaecula. Dalla Sanità, attraverso il Ponte della Sanità, opera del decennio "francese", per itenderci, il periodo di Murat, si arriva a Capodimonte, con la sua Reggia, voluta da Carlo di Borbone e iniziata nel 1738. Un'altra zona limitrofa, forse lasciata un po' nel dimenticatoio, è Caponapoli, sede dell'antica acropoli. Un'altura, dove oggi si trovano le cliniche universitarie, un tempo occupata dai conventi di San Gaudioso e Santa Maria delle Grazie, che a loro volta occupavano luoghi di culti pagani. Questa collina è raggiungibile attraverso la salita sul fianco della Chiesa della Sapienza, riscendendo poi, per Porta San Gennaro, raggiungendo Via Foria, considerato il confine Nord della città greco-romana. Non lontano si trovano Via Costantinopoli e il Museo Archeologico Nazionale, edificio nato nel 1586, come cavallerizza e solo nel 1777 adibito a Museo. Di fronte, solo all'inizio dell'Ottocento nasceva la Galleria Principe di Napoli, nell'area occupata in precedenza dalle Fosse del grano, una delle prime costruzioni cittadine in ferro e vetro. Arrivati a Porta San Gennaro, si può risalire ancora una volta la collina, verso la Chiesa dei Miracoli, fino a raggungere l' Osservatorio Astronomico, oppure proseguire lungo Via Foria fino a Palazzo Fuga, meglio conosciuto col nome di Albergo dei Poveri, o poco prima, visitando il Real Orto Botanico o risalendo per la Chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci e ancora Sant'Eframo Vecchio.


CHIAIA-POSILLIPO

Il Borgo di Chiaia si sviluppò fuori del perimetro urbano dal XVI sec. in poi. Era attraversato da due percorsi, uno esterno , l'attuale riviera di Chiaia ed uno interno, le attuali vico Belledonne, via S.Teresa, piazzetta Ascensione, vico S. Maria in Portico. Il nostro percorso ha inizio da Piazza Vittoria, prima di arrivare al viale della Villa Comunale, risalendo Piazza dei Martiri, fino a Palazzo Cellamare, nel luogo dove era la Porta di Chiaia, in prossimità dell'attuale via Santa Caterina. Tutte le stradine ortogonali del percorso interno, collegano l'antica strada di uscita dalla città con la Riviera di Chiaia, a valle, e a monte con via dei Mille. Lungo questo percorso, il visitatore è attirato dalle molteplici chiese, quella di S. Teresa a Chiaia e di S. Maria in Portico e Ascensione a Chiaia. In Piazza dei Martiri c'è anche la sede della Sinagoga, nell'edificio di Palazzo Sessa, che ha di fronte l'Ottocentesca via Morelli. Villa Pignatelli, si apre verso la Riviera, mentre oltre la Villa Comunale e l'edificio della Torretta, antica costruzione del periodo vicereale a difesa dei saraceni, si arriva alla chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, da dove, attraverso una rampa adiacente la chiesa, si raggiunge il Parco Vergiliano con la tomba di Virgilio e di Giacomo Leopardi e con l'antica "Grotta" che collega ai Campi Flegrei. Dirigendosi verso il mare, s'incontra la chiesa di Santa Maria del Parto, costruita nel 1529 con la sua casa di campagna, da Jacopo Sannazzaro. Bella la terrazza con vista sul porticciolo. Questa è Mergellina, che prosegue prosegue poi con la strada di Posillipo, aperta nel decennio francese e compiuta nel 1823. Questo è il colle più noto di Napoli e anche il più celebrato per le sue bellezze, già nel nome sono contenute tutte le sue virtù, Pausiypon, significa, tregua al dolore. Cominciano le prime curve e i primi palazzi nobiliari, Palazzo Donn'Anna, più avanti la chiesa di S. Maria del Faro . Risalendo verso la parte più alta del colle, un tempo percorribile solo attraverso percorsi rurali, come quello che porta a Villanova, lo sguardo si perde in un panorama mozzafiato, di un quartiere ormai residenziale. Un itinerario marittimo che da Mergellina ci porterà fino a Nisida, con due punti di approdo (raggiungibili anche da terra) a Marechiaro e alla Gaiola, che in un contesto così depauperato si distinguono per la relativa ricchezza delle sopravvivenze archeologiche. Al largo di Capo Posillipo (Villa Rosebery, attuale residenza napoletana del Presidente della Repubblica) giacciono i resti, ormai sommersi, di una villa marittima che si protendeva in mare grazie a costruzioni artificiali; dei suoi porticati si sono recentement e recuperate alcune colonne. A Marechiaro, prospicienti la spiaggia, vi sono i probabili resti di una domus. Qui, agli inizi del secolo, erano ancora presenti i ruderi di un edificio circolare, parte in reticolato, parte scavato nel tufo, servito da due cisterne, probabilmente una struttura termale. Le rampe di Sant'Antonio a Posillipo, ci riportano di nuovo a Mergellina.


PIZZOFALCONE

Questo itinerario parte dal corso Vittorio Emanuele, arteria di raccordo collinare creata da Alvino negli ultimi anni del regno borbonico. Al corso Vittorio Emanuele, si arriva con la funicolare centrale oppure a piedi, dal Vomero, attraverso la passeggiata del Petraio, ricca di scorci molto particolari. Sul corso Vittorio Emanuele affaccia, su un'alta scala "a tenaglia", la chiesa di Santa Maria Apparente (1584, 1642). Proseguendo verso i Cariati, sul lato sinistro si trova la cittadella monastica del Suor Orsola Benincasa, oggi sede universitaria. Poco prima, scendendo per piazzetta Cariati, troviamo a destra il settecentesco palazzo Cariati; più avanti Santa Caterina da Siena. Di qui, per vico San Nicola da Tolentino, si inizia il percorso verso Pizzofalcone, area intensamente abitata, ai margini dei quartieri spagnoli, compiutamente urbanizzata tra la fine del XVII secolo e gli inizi del successivo. Qui, avevano sede, prevalentemente i conventi. Immediatamente, su uno slargo, si incontra la chiesa di San Carlo alle Mortelle, fondata nel 1616. Quindi, nell'omonima piazza, l'intero complesso dell' Istituto Mondragone, che comprende la chiesetta di Santa Maria delle Grazie nel 1653, di recente restaurato. Si prosegue quindi per via Nicotera. Sulla destra alcuni edifici di grande pregio, come il Palazzo Monteroduni. Sulla sinistra si aprono i vicoli. Si passa il ponte di Chiaia, che dal 1636 fa da collegamento tra le due alture. Ora, ci si trova proprio sulla collina di Pizzofalcone, che occupa l'area dell'antico cratere del Monte Echia. Sede dell'insediamento greco di Palepolis, mostra tracce di antropizzazioni preistoriche. Sulla sommità sorgeva la villa di Lucullo, trasformata in rocca nel V secolo d.C. (qui pare sia stato tenuto in prigionia Romolo Augustolo). Per tutto il medioevo, la collina, per l'asperità dei luoghi, fu sede di romitaggi. In età aragonese la rupe venne fortificata, e solo tra il XV e il XVI secolo, anche per l'attrazione costituita dal Palazzo Vicereale, si popolò di residenze signorili, che oggi, spesso nel loro aspetto ottocentesco, ritroviamo in via Monte di Dio. Sulla destra si incontra la chiesa di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone, opera del teatino Grimaldi. Proseguendo verso la sommità (a destra la discesa del Calascione), si incontrano palazzo Ciccarelli, palazzo Caracciolo di Vietri e, sul lato sinistro, il Palazzo Serra di Cassano, opera di Ferdinando Sanfelice. Sul lato destro, imboccata via Parisi, arriviamo alla nota Chiesa della Scuola Militare Nunziatella, e alla sede dell'Accademia Militare. Scendendo a sinistra si giunge a via Egiziaca a Pizzofalcone, con la chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone (1650), di Cosimo Fanzago. Sulla destra, su uno spiazzo da cui si gode un bel panorama, la chiesa dell'Immacolata e il palazzo Carafa di Santa Severina, sede della sezione militare dell'Archivio di Stato. Scendendo per via Solitaria si passa accanto all'Istituto d'Arte Filippo Palizzi, voluto da Gaetano Filangieri, e quindi si giunge in piazza Plebiscito e da li in via Santa Lucia, quartiere creato dall'allargamento della spiaggia con una colmata a mare negli anni postunitari, dove sorge la chiesa di Santa Lucia a Mare. Imboccato il Chiatamone, si incontra la chiesa della Concezione (1617 - 1627) dove sono conservate tele di Paolo De Matteis. Scendendo su via Partenope, troviamo i grandi alberghi napoletani, la ex sede della Facoltà di Economia, di Camillo Guerra, fino a raggiungere lo splendido Borgo Marinari e Castel dell'Ovo.

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