"METODO", N. 12/1994

Giovanni Armillotta
MISCELLANEA CRITICA IN ONORE DI ANTONIO VALENTE
NEL CENTENARIO DELLA NASCITA

Quando il presidente dell’associazione socio-culturale “Metodo”, Pier Luigi Maffei, m’ha proposto di redigere una miscellanea critica dedicata ad Antonio Valente mi sono sentito come affogare in un oceano. Nella mia decennale attività di ricercatore e saggista non mi era mai capitato di curare un’antologia, e per giunta su un Uomo, cui è infinitamente più facile elencare ciò che non è stato: con un paio di righe me la sarei cavata egregiamente!
A Valente sono state dedicate centinaia e centinaia fra articoli, saggi, profili, note critiche, libri e quant’altro la cultura manifesta ai livelli più elevati «perché egli, per innata inclinazione, si è espresso in tutti i settori delle arti figurative, della scenografìa e scenotecnica teatrale e cinematografica» (Maddalena Del Favero), per non citare i suoi prodigi architettonici e pittorici. Come si fa a stabilire le priorità? Quale scritto è più rilevante di un altro? E i parametri? Perciò, comodamente, sarebbe venuto fuori il classico ordine cronologico: contributi esposti freddamente mese dopo mese, anno dopo anno... Non sarebbero bastati volumi! A quel punto le comodità del curatore avrebbero compromesso i vantaggi del lettore: ossia la scorrevolezza della miscellanea.
Di conseguenza se una scelta andava fatta, questa logicamente non poteva prescindere anche l’orma pisano-tirreniese nel contesto dell’intera ricerca, dal taglio prettamente giornalistico.
Ho scelto i seguenti contributi:

Ferruccio Albanese: 1. Fantasia e cultura, 2. Valente, un rimorso di Stato; Giovanni Armillotta: Valente e la sinistra omologata; Enzo Benedetto: Alle radici del Futurismo; Gilberto Casini: Teatri di posa non "capannoni"; Giulio Cesare Castello: In ricordo di Antonio Valente; Nicola Ciarletta: L'unità dello spettacolo; Antonio Collotta: Inventò il "Carro di Tespi"; Maddalena del Favero: Ricordo; Simonetta della Croce: L'architetto della Pisorno; Diego Fabbri: Antonio Valente: un artista da studiare; Giovanni Isgrò: Introduzione ad "Antonio Valente, architetto e scenografo e la cultura materiale del teatro in Italia fra le due guerre" (Palermo, 1988); Pier Luigi Maffei: Architettura e testimonianza in Antonio Valente ; Massimo Mida: Inventò il Teatro Tenda; Giorgio Prosperi: Si è spento Antonio Valente maestro della moderna scenotecnica; Bruno Regni-Marina Sennato: Architettura e poesia; Giuseppe Santi: Antonio Valente, architetto "pisano"; Antonello Trombadori: Un patrimonio inesplorato; Mario Verdone: 1. Luce – Atmosfera – Ambiente, 2. Prefazione al libro di Giovanni Isgrò "Antonio Valente, architetto e scenografo e la cultura materiale del teatro in Italia fra le due guerre" (Palermo, 1988).

Ma ciò ha comportato l’“accantonamento” di alcuni recenti saggi nei quali la personalità del Nostro è definita esaustivamente; scritti che non vanno letti bensì studiati per i loro approfonditi contenuti storici e tecnici, parlo di: Valentino Brosio, Antonio Valente, sconosciuto famoso, ne “Il Borghese”, NN. 11-14/1990, pp. 687-8; 751-2; 815-6; 879-80; Paola Cardellini, Antonio Valente e il costume di scena, in “Bianco e Nero”, N. 5-6/1978; pp. 86-111; Giuseppe Sprovieri, Testimone di Antonio Valente, in “Teatro Contemporaneo”, N. 1/1982, pp. 39-53.

© Giovanni Armillotta, 2000