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Un "Road Movie" in 500 tra Genova e La Spezia per salvare il Papa.

Abbiamo incontrato un "consorzio di professionisti" così si definiscono Matteo Zingirian (produttore e regista insieme a Giovanni Robbiano), Lorenzo Vignolo (coregista) e Leonardo Savioli (direttore fotografia).
   Giovanni Robbiano ha già firmato la regia di alcuni lavori e questa sua collaborazione a "500" può essere considerata più un "esperimento" che un vero e proprio banco di prova.
   Sono persone molto diverse tra loro unite però dall'entusiasmo di realizzare questo progetto. Il titolo "500" non é altro che la macchina di Matteo!

   La prima domanda che gli abbiamo posto é come mai in un film ci sono tre registi ma quello che più ci ha incuriosito è come tra loro si sono gestiti. Ognuno di loro ha scelto una parte del film e l’ha realizzata a suo modo ; infatti il film lo si può ipoteticamente dividere in tre settori, ognuno dei quali ha delle caratteristiche proprie nello stile, nella fotografia, nella musica ecc…
   Giovanni ha firmato la parte più complessa dell’introduzione dei personaggi ma che è anche la parte più ricca di gag ; Lorenzo ha firmato la parte del viaggio dove si sviluppa la relazione tra i due e quindi è un po’ più lineare (stile Wenders).
   La storia nasce dall’idea di Giovanni di voler raccontare una storia su due persone che salvano il Papa e dall’idea di Matteo di raccontare una storia su un viaggio in 500. Risultato hanno scritto un film di due persone che viaggiano in 500 per salvare il Papa.

   Il viaggio parte da Genova per terminare a La Spezia dove c'é un concilio ecumenico internazionale segreto ed un telepredicatore americano, Rev. Jones, che assolda un killer per uccidere tutte le massime esponenze del concilio e rimanere 1'unica personalità religiosa al mondo. Il killer viaggia parallelamente alla 500 per arrivare a La Spezia in tempo per uccidere.
   Il protagonista della storia é colui che deve fermare il killer e che viaggia in 500 con una giornalista che vuole trovare in questa avventura lo scoop della sua vita. In 500 però poi diventano in tre perché il killer arriva, per caso, a farsi dare un passaggio da loro senza sapere che...
   La fine del film gli autori non l'hanno svelata ma ci hanno esortato ad andare al cinema per scoprirla.

   Le riprese sono durate quattro settimane. Gli esterni sono stati girati a Genova, Monterosso e La Spezia, Gli interni sono stati girati all'acquario di Genova, al parco di Nervi e all'Hotel Villa Pagoda, sempre a Genova.
   Lo definiscono un road movie con tanti intoppi, ma anche tanti incontri. Gli attori, anche piuttosto famosi come Ed Bishop, (protagonista di una famosissima serie televisiva degli anni '70) Marina Massironi, Lella Costa, Rocco Barbaro, Marcello Cesena, presenti nel loro film, hanno addirittura a volte regalato la loro prestazione professionale. Sono rimasti molto soddisfatti anche dall'enorme collaborazione avuta per ottenere permessi per girare, perché a Genova non esiste un'industria ed una tradizione cinematografica, anche se negli ultimi due o tre anni sono state effettuate molte riprese per vari lavori. Nessuno dei tre era alla prima esperienza, però quello che ha, a sentir loro, fatto la differenza é stato avere una troupe e passare da un solo giorno di un lavoro a 24 giorni di ripresa per un lungometraggio. Le maggiori difficoltà incontrate sono dovute a errori di inesperienza, ai mezzi limitati a disposizione, però quello che li ha distinti é l'ottimo risultato ottenuto, anche fotograficamente perché "...la necessità aguzza l'ingegno".

Emerge dalle loro parole la gioia di aver girato un film "libero" da scadenze e da qualsiasi vincolo, liberi di girare tutte le scene che desideravano e con una troupe disposta a girare ben 14-l5 ore senza che nessuno dicesse niente.
   E questo li ha portati ad avere un cast importante con attori che si aggiungevano di giorno in giorno e che, sicuramente, ha dato maggior valore al film rispetto a quello che si aspettavano.
   Il loro obiettivo ora é quello di uscire, in modo indipendente, nelle sale di Genova cercando però, nel contempo, una distribuzione e di presentare il film a qualsiasi festival e/o mercato.

   Tutti e tre hanno già dei progetti ai quali lavorare: Lorenzo partirà con il suo secondo film questa primavera, da solista; Giovanni continuare a fare produzione normale ed indipendente; Matteo vorrebbe rimanere in campo post produttivo e conoscere un po' di più la distribuzione, soprattutto genovese, per completare, dice, l'iter del bravo filmmaker.
   Il nostro augurio é che il film abbia un ottimo successo e che segni l'inizio, per loro, di una brillante carriera nel mondo del cinema.

Leonardo Savioli (direttore di fotografia)
   Per questo film - ci racconta Leonardo - io sono stato scelto come direttore di fotografia anche se questo non coincide con la mia attività reale. Io mi definisco un filmmaker, mi occupo di produrre lavori audiovisivi, e di solito realizzo anche la fotografia e le riprese. E' stata comunque una bella esperienza occuparmi, in 500, della sola fotografia con Riccardo Gambacciani.
   Leonardo si definisce un autodidatta ed ha cominciato con i formati 9mm, passando poi all'8 mm ed al S8 mm ecc...
   Ha lavorato per produzioni pubblicitarie ottenendo riconoscimenti anche all'estero, e crede che questo settore serva come trampolino di lancio per approdare poi al cinema. Ha seguito degli studi tecnici negli Stati Uniti per poter arrivare a gestirsi, autonomamente dei piccoli progetti. La sua "fotografia" coincide con la sua passione per la pellicola perché, dice, "il piacere della visione é dovuto al supporto su cui questa visione viene fruita e la pellicola é sempre superiore".
    In questo film Leonardo ha collaborato prevalentemente con Matteo e Lorenzo. Con Matteo ha scelto di impostare la fotografia un po' più sul tradizionale, sul diffuso; con Lorenzo, a cui piacciono le luci contrastate e più dure, ha dato più carica all'immagine, dei neri più profondi. Non ama molto gli effetti ed infatti per 500 non ha usato filtri partico1ari a parte degli ND serviti per diminuire la quantità di luce, ottenere una minore profondità di campo, sfuocature, sistemi molto tradizionali. Come ottiche é stato usato uno Zoom 10/ l00 Zeiss. Le pellicole utilizzate sono state diverse. Non avendo un budget elevato per l'illuminazione, voleva poter usare pellicole di diverse sensibilità gestendole al meglio. Ha quindi usato la 50D per gli esterni, la 250D e 500T in interni e notturni, rimanendo molto soddisfatto del risultato ottenuto sia in stampa che al telecinema.
   Anche a livello fotografico la collaborazione tra Riccardo e Leonardo é stata molto stretta, <Riccardo veniva a vedere le scene che giravo - racconta Leonardo - ed io andavo sul set quando lui girava le sue; questo é molto bello perché così seguivamo completamente la conduzione del lavoro per avere continuità narrativa. Siamo andati molto d'accordo e questo é molto importante>>.
   Per il futuro Leonardo vorrebbe continuare a girare videoclip e proseguire con l'esperienza fotografica. Inoltre vuole terminare il suo film in bianco e nero al quale tiene molto, perché lo ha pensato, scritto, diretto, e girato in totale autonomia. A noi non resta che augurare anche a Leonardo una carriera ricca di successi.

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