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E Rolando Ravello, dopo Scola,
dirotterà automobili a Genova

Roma. Curiosa carriera quella di Rolando Ravello, ventinovenne attore romano: due film importanti e tutti e due con Ettore Scola, Il regista si rammarica per lui: "Scegliendolo come protagonista di "Romanzo di un giovane povero", quattro anni fa, gli ho stroncato la carriera". Ma il giovane Ravello ci ride sopra: "Un po' é vero, perché in Italia se sei bravo e fai un film che va male puoi chiudere bottega, se invece fai uno spot di successo diventi De Niro. Ma a me non me ne frega niente: reputo un'enorme fortuna aver lavorato con Scola, essergli diventato amico ed essere stato di nuovo chiamato da lui. Ne "La cena" é il ragioniere anonimo di cui nessuno s'accorge, neanche se si leva il parrucchino, mentre forse ha dentro di sé una magia più forte delle apparenze. Ravello ha cominciato a diciannove anni: scuole di recitazione, teatri off, anche la tv, partecipando per tre anni al pomeridiano "Big" della Rai. Dopo il flop del "Giovane povero" ha avuto momenti di sconforto, ma poi ha deciso di ricominciare da zero. Una tournée alternativa con lo spettacolo "Domani notte qui a mezzanotte", diretto da Angelo Orlando e proposto nelle discoteche invece che nei teatri  ("La formula del futuro, perché tanto i giovani a teatro non ci vengono "). Un'altra con Valerio Mastandrea e Marco Giallini, in "Forever blues". Uno strepitoso, elitario, successo come protagonista del cortometraggio più premiato dell'anno, "Asino chi legge" di Pietro Reggiani. Ed ora un piccolo film targato Genova. Si intitola "Cinquecento". Ravello vi interpreta un dirottatore d'automobili e dirottando la cinquecento dei titolo incontra varia gente, a maggioranza genovese: Massimo Olcese, un paio di Broncoviz, Andrea Bruschi. Lo dirigono tre esordienti: Giovanni Robbiano, Lorenzo Vignolo, Matteo Zingirian. Lo produce la Zerobudget, un collettivo di produzione. Il film é attualmente al montaggio e Ravello incrocia 1e dita: "Con l’aria che tira per il cinema italiano, speriamo di farci vedere".

M. Tg.

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