COMUNICATI STAMPA

Gruppo Consiliare Verdi ........... 30 settembre 1998

I VERDI BOCCIANO Il Piano Strutturale di Figline V.NO

Il Capogruppo dei Verdi nel Consiglio Provinciale, Alberto di Cintio ed il Portavoce della lista Verde di Figline, Gabriele Oliva, esprimono le critiche dei verdi al Piano Strutturale del Comune di Figline, presentato al Consiglio Provinciale il 22/09/1998.

Nel Piano Strutturale del Comune di Figline che, dal punto di vista ambientale appare confuso e culturalmente arretrato, manca infatti una indicazione esplicita riguardo alla tutela degli ecosistemi naturali in quanto valore da tutelare "in se e per di se". Invece nel Piano l'indicazione di tutela è sempre accompagnata da previsioni di fruizione, sentieristica, accessibilità e quant'altro, confondendo più volte la tutela del territorio con la sua "valorizzazione".

Il piano contiene una previsione eccessiva di costruzioni nel capoluogo e nelle varie frazioni, prevedendo un aumento esagerato di nuovi residenti, consacrando il territorio Figlinese ad essere abitato soprattutto da pendolari ed andando ancora di più a peggiorare la qualità dei servizi offerti alla popolazione, in particolare i trasporti ed i parcheggi. Inoltre proprio l'eccessiva urbanizzazione del territorio ed il continuo sfruttamento delle risorse naturali, possono dare luogo al rischio di danni ambientali irreparabili.

Il piano non prevede nessuna area protetta (ai sensi del Piano Triennale della R.T.), e viene omesso alcuna nota sull’oasi di protezione che è invece riportata anche nel Piano Faunistico della Provincia. Non viene definita quale normativa viene applicata per la realizzazione del futuro parco fluviale, tanto da prevedere che sotto tale denominazione si nasconda invece solo la realizzazione di un giardino pubblico, che di fatto sarà privo delle caratteristiche fondate di naturalità adatte ad attirare la fauna selvatica e la flora spontanea (un giardino pubblico non è un Parco naturale).

Per quanto riguarda il Progetto di Santa Barbara, nel Piano si parla di "..nuovi elementi naturali ed architettonici ..." invece di procedere al recupero del patrimonio naturale, limitando l'uso delle strutture già esistenti e destinando il territorio ad una graduale naturalizzazione, permettendo, infine, le attività agricole compatibili (pascolo, foraggio, arboricoltura).