Codroipo (Udine), sabato 18 settembre 2004.

 

 

Gentile Prof. Raniero La Valle,

come da mia ultima comunicazione per via informatica ora le invio una copia dei miei due piccoli volumetti sul pensiero di Giordano Bruno. Si tratta rispettivamente:

  1. delle premesse presenti nella tesi di dottorato in filosofia, sostenuta il 22 febbraio 2002 presso l’Università di Padova, che hanno costituito il libretto edito più di recente da parte dell’Armando di Roma, dal titolo: Una modernità mancata. Giordano Bruno e la tradizione aristotelica.

  2. delle conclusioni alla stessa, edite grazie ai buoni uffici del Prof. Pasquale Giustiniani (P.F.T.I.M., Napoli) in un momento precedente dalle Edizioni Scientifiche Italiane di Napoli, con il medesimo titolo delle tesi stessa: Il concetto creativo e dialettico dello Spirito nei Dialoghi Italiani di Giordano Bruno.

Se avrà già letto per esempio il mio breve saggio sulla proposta teologica bruniana, pubblicato sulla rivista <<Asprenas>>, potrà più facilmente entrare nel campo delle mie argomentazioni relative al pensiero dell’ineguagliato filosofo nolano. Le consiglio quindi di leggere – se vuole – prima il testo relativo alle premesse, più complicato ed articolato, soprattutto nelle note (che riportano il materiale di confronto rappresentato dalla posizione aristotelica), e poi il testo relativo alle conclusioni. Da poco ho utilizzato tutto il tempo dell’estate appena trascorsa per cercare pubblicazione per altre parti della mia tesi, come l’estate dello scorso anno cercai di far pubblicare per sezioni successive, dopo le conclusioni, il materiale rimanente del mio lavoro patavino (complessivamente di 982 pagine). L’Armando allora rispose – dopo un iniziale interessamento della Mimesis di Milano - decidendo di pubblicare appunto le premesse del mio lavoro: ora rimangono impubblicate le parti relative al commento al De l’Infinito, Universo e mondi e le due sezioni conclusive, dedicate ad una doppia serie di interpretazioni portate da alcuni pensatori e storiografi alla filosofia di Giordano Bruno. Quest’estate ho appunto cercato presso molteplici riviste e case editrici un accesso per le parti costituenti queste due ultime sezioni. Ho pertanto suddiviso ulteriormente queste sezioni, presentando come articoli separati le interpretazioni che Hegel, Gentile, Badaloni, Beierwaltes, Ghio e Granada hanno portato al pensiero del nolano. Sinora ho trovato accoglienza solo per l’articolo relativo all’interpretazione hegeliana: esso dovrebbe uscire nella primavera del prossimo anno in <<Scheria>>, una rivista dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli. Per quanto riguarda invece l’uso a fini di pubblicazione della serie dei miei sei commenti ai Dialoghi Italiani, mi riservo di decidere in futuro che tipo di utilizzazione fare di essi.

In questo momento ho ripreso ad insegnare – quale insegnante precarissimo (supplente) - in una seconda media della mia provincia - a Gonars, in provincia di Udine – interrompendo purtroppo il lavoro di completamento di un ulteriore volumetto su Giordano Bruno, che dovrebbe uscire per le edizioni Ghibli di Milano, grazie ai buoni uffici del Dott. Pierre Dalla Vigna. Quest’ultimo lavoro sarà una illustrazione del contenuto – oscuro  e in certi passi quasi indecifrabile – delle lettere che l’autore nolano premetteva ai suoi dialoghi, per presentarne il senso e significato. Pensate per chiarire, sono invece risultate più ostiche degli stessi testi: per questo mi è sembrato opportuno cercare di svelarne la trama nascosta, che tutte le connette e le collega (passando dalla prima all’ultima). In questo modo – ho pensato – sarebbe stato più facile presentare l’intero sviluppo dei sei dialoghi e così illuminare la comprensione della fase italiana del pensatore nolano. Esse potrebbero in tal modo diventare effettivamente la chiave d’interpretazione e svelamento dell’intera speculazione di Giordano Bruno. L’apertura e l’accesso al ‘tesoro’ bruniano.

Conto di spedirle una copia anche di quest’ultimo lavoro, proprio per le valenze che può avere per la suscitazione del famoso ‘altro mondo possibile’ (per un bruniano: ‘altri mondi possibili’). La divaricazione, il ribaltamento ed il rovesciamento della tradizione speculativa occidentale – la dorsale neoplatonico-aristotelica – effettuata proprio attraverso la rivoluzione del concetto e della prassi di ‘materia’ (cfr. lo Spinoza di Antonio Negri) – consente di vedere il luogo nel quale possono veramente nascere, svilupparsi e fiorire gli argomenti della teologia della liberazione, della rifondazione di una prassi comunistica libertaria, della nuova rivoluzione scientifica prospettata dalla teoria delle stringhe o dalla filosofie e logiche della paraconsistenza, dalle matematiche della complessità. Tutti questi elementi potrebbero – io credo – trovare sintesi e sviluppo dall’incontro con una speculazione che riprendesse il filo logico bruniano, per scrivere e comporre una ‘sinfonia filosofica’ che sia in opposizione alla logica hegeliana, non a caso ripresa dagli ideologi (accademici e non accademici) operanti all’interno delle istituzioni ed organizzazioni intellettuali statunitensi. Il pensiero bruniano sarà veramente la rivoluzione permanente del futuro … Vicino di nuovo a quei pensatori che sono stati oscurati dal connubio Platone-Aristotele – i presocratici – esaltante nel proprio breve barlume all’inizio della modernità, esso proprio oggi rispunta con forza terribile – nonostante ogni censura preventiva politico-accademica – per preparare la strada alla rivoluzione del futuro. Così come cade il mondo nascostamente antropocentrico costruito sull’assunto linearmente deterministico del Big-Bang (cfr. Severino, La follia dell’Angelo), così egualmente cadrà il contenuto arcaico, primitivo, gerarchico e di classe che lo ha espresso e confermato: il Dio della potenza assoluta e dell’assoluta subordinazione, della mediazione essa stessa assoluta ed univoca, la madre celeste che dà alla luce il Cristo per la sua ‘necessaria’ passione, morte e resurrezione. Allora forse la sofferenza e la morte stessa non saranno più necessità nel piano divino della salvezza: al contrario, la vita infinita del desiderio, l’universale, illimitata eguaglianza nell’amore e nella libertà – la Trinità rivoluzionaria di Giordano Bruno - scardineranno quanto di univoco e di necessario sta portando questo mondo alla propria fine.

Un duro lavoro quindi attente chi intenda addentrarsi in queste tracce ed in questo cammino: la consapevolezza mondiale – quelli che i francesi chiamano ‘altermondialisti’ – già ne è comunque la prova e la testimonianza. Un più duro lavoro, con maggiore sofferenza forse,  sarà quello degli intellettuali che vorranno dimostrarsi ‘organici’ a questo nuovo spirito. Perché essi verranno veramente banditi ed esclusi dai gangli essenziali del sistema comunicativo e formativo. Nonostante le difficoltà – l’astratto che vuole farsi assoluto attraverso un intelletto univoco ed un bene ‘ristretto’ - resterà sempre questo spirito.

Un fraterno saluto,

 

 

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                                                                                                                                                                                                       (Stefano Ulliana).

 

 

 

P.S.

Allego ulteriore materiale. Fra questo: il suo articolo, che ha motivato il mio desiderio di spedirle i miei libri; l’indice della mia tesi di dottorato, perché possa vedere l’intero sviluppo del mio lavoro. Nel caso avesse difficoltà nell’aprire gli allegati che le ho spedito per via elettronica, basta che riapra la mia lettera con il pulsante ‘inoltra’ e vedrà che gli allegati ridiventeranno disponibili per l’apertura ed il salvataggio.

 

 

Mittente:

Ulliana Stefano

Via Latisana, 23

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Tel. 0432-900829.

Cell. 333-3501509.

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