Per la prima volta Fabrizio si trovava dalla parte dello Stato, l’ordine costituito aveva istituzionalizzato il disordine : lui e quelli come lui erano ora nel ghetto dorato , esentati dal lavoro e sostenuti economicamente. Finalmente avrebbe potuto scrivere poesie , suonare e leggere i suoi versi a qualche spirito libero disinteressato, o meglio interessato , e che soprattutto non gli ricordava che avrebbe fatto meglio a cercarsi un lavoro. Epidermia era il nuovo paradiso terrestre, le pollastrelle che non aveva mai trovato erano li , assieme ai suoi amici più fedeli, non più l' assillante famiglia e la crudele e perbenista società dei consumi. A reggere Epidermia ci stava il Master Pusher , il mito della generazione del nostro eroe , e la legge di MP era la legge del Poison , la magica pozione che ti regala l’effimero piacere della sentimentale illusione. Fabrizio decise che era giunta l’ora di guardarsi attorno , infatti oltre ad i suoi compagni di residenza , non sapeva con esattezza chi fosse stato tradotto ad Epidermia. Si recò al tempio , doveva provare il Poison, la droga asociale. Sul trono sedeva MP , il capo stregone della nuova tribù.

-         Dimmi Fabrizio non esitare!.

-         Son qui perché la pozione voglio provare

-         Non farti scrupoli vieni a me , la pozione tua sarà a patto che non la usi su colei che nel tuo cuore già sta.

-         Che intendi MP?

-         La pozione appaga il desiderio , e quindi va usata solo su chi ti attira carnalmente e non sentimentalmente.

Fabrizio prese la pozione e puntò subito un sessuoso pollastrone. Il poison funzionava , bisognava conficcare il suo sottile pungiglione nella cute della desiderata e questa cadeva sopraffatta nelle braccia del suo pungitore. Era la fine dell’imbarazzo e della timidezza e l’inizio della folle orgia boccaccesca! Il tempo passava, e Fabrizio ed i suoi amici si divertivano come bambini : ogni giorno una ragazza nuova , un inedito giocattolo per soddisfare tutti i desideri che una vita “normale” non era riuscita neanche lontanamente a soddisfare. L’erba nel giardino era sempre più alta , la siepe ancora più incolta, le mattonelle che ornavano il sentiero di ingresso si perdevano nel fitto e selvaggio intreccio di fili verdi. Un di però successe che la solita panchina nel parco del tempio, non era vuota come sempre!

 

 

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