Capitolo 4

 

Forti, pronti e compatti!!!

Ultimi giorni prima della promozione a ufficiale,
Scuola ComandantiForze Corazzate della Guardia di Charkov,
aprile 1967

Gli scarponi luccicavano talmente tanto che con successo avrebbero potuto fungere da specchietti per la rasatura. I pantaloni erano cosi' ben stirati, che se una mosca si fosse posata sul bordo , sarebbe stata tagliata in due.Oggi dovevamo pattugliare le strade della citta' percio' il colonnello Jeremieijev, il comandante militare di Charkov, controllava di persona il nostro aspetto esteriore.

Col colonnello non si scherzava! Il piu' piccolo mancamento nell'uniforme significava dieci giorni di gattabuia. Ci si erano da tempo abituati tutti, come a una norma fissa.
Il colonnello finiva appunto l'istruttoria.
-Riepilogando, le norme sono queste: stazione ferroviaria- 150 infrazioni, parco cittadino- 120, aeroporto- 80, il resto 60 per posto.
Il colonnello non ha messo i puntini sulle 'i', ma tanto ognuno sapeva che i colpevoli di non raggiungere le norme, non sarebbero stati cambiati a mezzanotte, come previsto dal regolamento, ma avrebbero fatto il 'secondo round', cioè gli sarebbe spettato anche il turno notturno. Inoltre, se entro mattina la pattuglia non avesse scoperto in aggiunta altre trenta infrazioni, allora tutti insieme avrebbero marciato in gattabuia. Sarebbero finiti nelle stesse celle dove si travavano le loro vittime del giorno prima. Era una pratica comunemente conosciuta e non c'era bisogno di ricordare i suddetti fatti.
-Le norme sono state stabilite scientificamente e verificate da anni di pratica. I compiti sono chiari. Be', all'opera, compagni!
Stavo in una pattuglia di tre: il capitano Zadirov e noi, due cadetti prima della promozione. Il tempo del servizio contava 480 minuti. Fino a mezzanotte. La norma considsteva di 60 infrazioni, cioe' una ogni 8 minuti. In altre parole, ogni uomo in uniforme sulla nostra strada doveva essere colpevole di qualche infrazione. E se, durante queste otto ore, dovessimo incontrare solo 59 soldati, marinai, ufficiali e sottoufficiali, allora avevamo il 'secondo round' assicurato come in banca; e dove diavolo li' prendevamo altri trenta durante la notte?

La fruttuosita' del servizio di pattuglia dipende in gran parte dal carattere del suo comandante. Se' sara' sufficientemente severo e creativo, allora la norma puo' essere raggiunta.
-Compagno sergente, avete infranto il regolamento sulle uniformi.
-No, compagno capitano.- Tuttto quello che il sergente ha addosso brilla di perfezione. Si vede che non c'è a cosa attaccarsi.
-Prima di tutto state discutendo col capo pattuglia; come secondo il bottone superiore della vostra giacca non è diretto verso il potere sovietico. Documenti prego.
In effetti, il bottone brillante con la falce ed il martello all'interno della stella a cinque punte era cucito un po' di sbieco, o forse troppo debolmente, e il martello non puntava in alto come si deve, ma un po' di lato. Con una tale accusa si puo' listare chiunque, compreso il Ministro della Difesa. Chi è capace a far si' che tutti i bottoni abbiano il martello in verticale perfetta? Il capitano con grosse lettere scrisse sulla licenza del sergente: 'Licenza ritirata alle ore 16.04 per una drastica infrazione al regolamento sulle uniformi e per discussione con la pattuglia'. Annotai il cognome del sergente e il numero dell'unita', mentre il colpevole saluto' prontamente il capitano e si diresse verso la caserma. Adesso il sergente era completamente indifeso. La sue licenza era invalidata e se per strada dovesse essere fermato da un'altra pattuglia, potrebbe essere listato per l'AD, l''Allontanamento Deliberatorio''.
Abbiamo preso il primo al quarto minuto. Ce ne' mancavano ancora 59, e avevamo 476 minuti.

-Compagno soldato semplice, avete infranto il regolamento sulle uniformi.
-Sicuramente no, compagno capitano.
-Non discutete col capo pattuglia!
-Non sto discutendo, compagno capitano. Volevo solo dire che non ho infranto il regolamento.
-Cadetto della guardia Suvorov!
-Signorsi!
-Chiamate l'autopattuglia, abbiamo qui una pesante infrazione.
Nel tempo in cui l'altro cadetto segnava i dati personali del pericoloso criminale e il capitano acchiappava un altro colpevole, corsi alla piu' vicina cabina telefonica.
Si, il sergente si era dimpostrato' piu' esperto, si era morso la lingua prima di dire stupidaggini. Ma il soldato era un novellino. E proprio per questo, tesoro, tra poco ti daranno un passaggio nella limousine con la scorta. Tornai indietro di corsa, e vidi che vicino al pericoloso criminale era gia' presente un cadetto delle forze aeree, colpevole di ''Saluti militari privi di dovuto rispetto''. Appena 16 minuti e abbiamo gia' tre colpevoli in saccoccia. Avanti cosi'!


-Compagno sergente, non avete il cappello due dita sopra la linea delle sopraciglia.
-Vi sbagliate, compagno capitano, sta esattamente due dita sopra.
-Vi opponete? Documenti!
Con il nostro capitano non ci si annoiava neanche un minuto. Un grande uomo, non c'è che dire. E cosa c'è, li', nei cespugli? Senza dubbio un difensore della patria 'bagnato' a morte. Si si! Tra la strada e il marciapiede, cresceva un aiuola di miseri cespugli, e proprio li' si annido' il combattente ubriaco. Sembra un maiale: la giacca rovinata, la spallina destra strappata, tutto il petto, gli scarponi e i pantaloni nel vomito. Il cappello è da tempo che non c'è piu'. Lo girammo sulla schiena. Che sfortuna! Era un cadetto della nostra stessa scuola carristi. Uno della guardia come me. E noi i nostri non li tocchiamo.

Tutte le unita' della guarnigione si impegnano in un'accesa competizione socialista. Per nessuno motivo bisogna disonorare il buon nome della propria scuola. Avieri, fanti e marinai, state all'erta! Ma un nostro uomo, un carrista? Mai! Ha bevuto un pochino, tutto qui. Puo' succedere a chiunque. L'auto pattuglia raccolse discretamente il carrista in coma. Naturalmente non fini' nella nostra statistica, e in realta' l'hanno portato via solo perche' non si prendesse un raffreddore. La terra in aprile puo' essere molto fredda.


-Compagno tenente, avete infranto il regolamento sulle uniformi.
Il tenente sta in silenzio obbediente. Sa come comportarsi.
-Avete, compagno tenente, i guanti neri. Dovrebbero essere marroni!
-Signorsi' compagno capitano, avete ragione!
-Documenti!
Anche il nostro capitano porta guanti neri. Quelli marroni erano introvabili. Agli ufficiali non si danno perche' la nostra industria non produce guanti marroni. Gli ufficiali ricevono il rimborso spese per l'acquisto di guanti: cavatevela da soli. Purtroppo, non ci sono proprio. Come dico, l'industria sovietica non produce nemmeno un guanto marrone. Chi ha servito in Germania, si è portato indietro almeno venti paia, la scorta per una vita. Chi invece non ha servito in Germania, è condannato alla voracita' delle pattuglie. Prima dell'uscita in pattugli, il colonnello Jeremiejev consegna personalmente un paio di guanti marroni ad ogni ufficiale, con la ricevuta per il tempo del servizio. Solo che questi guanti sono ormai cosi' usurati, strapati e allungati, che non è conveniente per un ufficiale indossarli. Per questo il nostro capitano, subito all'inizio se li era tolti, piegati e messi in tasca. Che il Signore ci protegga dal perderli!
-Perche' avete infranto il regolamente sulle uniformi, compagno tenente? O forse l'ordine del Ministro della Difesa non vi riguarda?
-Mi scusi!
-Puo' andare.
-Signorsi'!
Naturalmente il cognome del tenente abbellisce la nostra lista nera. Arrivera' il momento per la domanda all'Accademia e allora i superiori guarderanno i suoi atti personali. Figurarsi! Fermato centinaia di volte in un'anno e sempre per la stessa infrazione! Significa che è incorreggibile! Significa che bisogna chiuderlo agli arresti! E voi lo raccomandavate per l'Accademia! Abbiate un po' di ragione!


- Compagno tenente, avete infranto il regolamento sulle uniformi...Avete i guanti neri. Non avete forse letto l'ordine del Ministro della Difesa? Allora perche' lo infrangete? Forse lo fate intezionalmente? O forse per naturale inclinazione a disubbidire agli ordini?
Il capitano si tolse uno dei suoi guanti neri ed annoto' il cognome del tenente.

2 ore e 17 minuti alla fine del servizio. Sulla lista nera erano segnati i cognomi di 61 peccatori. Nell'oscurita' si distinguono i mormorii di ubriacatura. Un artigliere ben bevuto si trascina dondolando, chiaramente incosciente della nostra presenza. Il nostro capitano in qualche maniera non lo vide.
-Compagno capitano, lo prendiamo?
-Eeee, no, lascialo stare. Questo sarebbe il 62. Ricorda Suvorov, una volta per tutte: il limite va superato, ma solo di pochissimo. E' la regola base di tutta la nostra vita. E' tempo che tu comprenda che le norme stabilite scientificamente sono verificate dalla vita. Tra qualche mese finiremo di nuovo di pattuglia, e se adesso superassimo la norma, ci appiopperanno non 60, ma 65, o forse 70 infrazioni. E prova ad arrivare a 70! Le nostre norme sono prese proprio dalla stupidita' di asini come te. Hanno alzato loro stessi troppo la stecca e adesso essi stessi finiscono nelle mani delle pattuglie.
Il fortunato artigliere si trascino' avanti. Nemmeno fece caso a noi. Se tutte le pattuglie sulla sua strada hanno gia' superato le proprie norme, puo' vagare tranquillo sulle strade principali, ubriaco, disordinato e sporco, con l'espressione di arroganza alcolica sul viso.
I cadetti, i soldati e i sergenti acchiappati erano sempre di piu'. L'esercito ha gia' da molto tempo individuato le specifiche della programmazione centralizzata e percio' fino alla sera si nascondeva negli angoli bui. Poi, cala il terrore delle pattuglie in tutti i quartieri. Semplicemente tutti hanno provato a eseguire la norma prima del tempo per evitare il 'secondo round'. I guerrieri piu' intraprendenti usavano il momento di 'rilassamento' per i propri alquanto non nobili scopi. Ma a cominciare dalla mezzanotte, tutti, anche i piu' coraggiosi, scappavano con la coda fra le gambe. A quell'ora incominciavano la caccia le pattuglie piu' stupide e meno intraprendenti, quelle alle queli non è bastata la giornata per mietere un numero sufficente di vittime.

Intorno a noi si riempi' di autentiche infrazioni, soldati ubriachi e teppistelli. Ma non avevamo niente da fare, stavamo seduti sull panca sotto un salice privo di foglie. Il capitano ci dava lezione sulla tattica delle forze corazzate tedesche. L'esame finale si avvicinava a grandi passi.
-La tattica, ecco, è la disciplina piu' difficile al mondo. Ma provate a ricordare, prego, ai nostri generali, che la tattica è piu' difficile degli scacchi! Rideranno fino a scoppiare. Invece non c'è nessun motivo per ridere. Gli scacchi sono solo un modello semplificato, superficiale, di combattimento tra eserciti. E fra gli eserciti piu' primitivi al mondo.
Negli scacchi, come in guerra: il Re è il piu' pigro e maestoso, ma la perdita del re significa la sconfitta totale. Il Re è una fedele caratterizzazione degli stati maggiori, estesi e pesanti. Basta portarli in un vicolo cieco e...scacco matto! La Regina è la ricognizione, nel pieno significato della parola. Ognipotente e invincibile, creata per operare autonomamente, velocemente e per impedire efficacemente al nemico di svolgere i propri piani. L'Alfiere, la Torre ed il Cavallo non necessitano di commenti. La somiglianza è lampante, sopratutto rispetto alla cavalleria. Ricordatevi la battaglia di Borodino. Vi ricordate la famosa incursione di cavalleria di Uvarov e di Platov sulle retrovie di Bonaparte? E' un movimento tipico del Cavallo. Guardate la cartina qualche volta. La cavaleria russa non ha attaccato, ne' ha caricato, è semplicemente comparsa in qualche momento alle spella dei nemici. E' bastato solo questo. La sua sola comparsa ha fermato Bonaparte dal lanciare la Guardia nella battaglia. In un certo senso, quella manovra ha segnato le sorti della battaglia e di tutti le successive sorti della Russia.
-La guerra moderna- continuo' il capitano- è mille volte piu' complicata degli scacchi. Se voleste mettere sulla scacchiera la piu' modesta delle Armate moderne, dovreste incrementare drasticamente il numero delle figure. Dovrebbero essere segnate inqualche maniera i carri armati, i missili anticarro, l'artiglieria contraerea e quella comune, i caccia, i bombardieri strategici, i cacciabombardieri, gli elicotteri...Non è possibile elencare tutto quanto. Tutto questo richiede un piano unitario, un'unica strategia e la piu' grande coordinazione. Quello che ci differenzia purtroppo dai tedeschi è l'abitudine alla conta aritmetica dei Pedoni e degli Alfieri, unita alla ignoranza dei principi' del loro utilizzo. I tedeschi vedete hanno cominciato la guerra avendo la miseria di 3 mila carri armati, contro i nostri 24 mila. Oggi non mancano le piu' diverse interpretazioni sulla nostra disfatta nel '41, ma non vogliamo ammettere la piu' semplice: che la tattica tedesca era piu' elastica della nostra. Ricordate le mie parole: quando comincera' la baldoria nel Vicino Oriente, ci faranno a pezzettini. Nonostante la nostra superiorita' numerica e qualitativa. Che utilita' si puo' avere di tre Regine se non si sa giocare a scacchi? E i consiglieri militari che gli abbiamo mandato non sanno semplicemente giocare. E' la nuda verita'. Prendete ad esempio il capo cattedra colonnello Soluchin. E' appena tornato dalla Siria...
-A cosa è dovuta tutta questa cosa?- non potei trattenermi.
Il capitano mi guardo', dopo di che trapelo':
-Il sistema è una merda.
La risposta non ci soddisfece, quindi aggiunse:
-Primo: i comandanti sono assegnati in base a criteri politici. Non si scelgono coloro che conoscono le regole, ne' quelli che almeno vogliono impararle. Si scelgono quelli giusti ideologicamente. Secondo: il nostro sistema esige rapporti, controlli, risultati. Si basa su questo. I rapporti dei primi giorni di guerra sulla distruzione di migliaia di carri armati e aeroplani tedeschi erano cosi' esagerati, che la dirigenza del paese dovette cambiare i criteri di giudizio della situazione sul fronte. Da quel momento si prese in considerazione solo di chi erano le forze che controllavano un dato territorio. Questo dal canto suo, creo' la necessita di assaltare e prendere citta', colline e posizioni. Provate a giocare a scacchi puntando non a distruggere le forze dell'avversario, ma ad occupare le caselle senza badare alle perdite! Cosa comporta cio'? Quello che ci è successo durante la guerra. Abbiamo vinto per il fatto che non conoscevamo pieta' per milioni di nostri pedoni. Se, per esempio, lo Stato Maggiore Generale si mette in testa di occupare Israele senza distrggere prima il suo esercito, la pagheremo salatamente. Gli ebrei non ci faranno scacco matto, ma la vittoria su Israele con una tale tattica ci costera' cara. Non si abbia mai che un giorno dovessimo muovere contro la Cina. Li i Pedoni non ci serviranno a niente. La Cina ne ha molti piu' di noi.
In quel momento il capitano sputo' con rabbia e calcio' una lattina vuota con la punta lucida dello scarpone. La lattina rotolo' lungo un buio sentiero proprio sotto i piedi di un brillo geniere, che nei cespugli si proponeva a una giovanissima ragazza. Un sordo tira e molla nei cespugli ricordo' al capitano che eravamo ancora di pattuglia. Sbadiglio' e cambio' improvvisamente argomento.
-Cadetto Suvorov! Rapporto sull'odierno servizio di pattuglia, un-due!
Ero leggermente sorpreso.
-Il comandante di un carro armato deve valutare velocemente la situazione. Be'? Quali conclusioni?
-Dunque...Ehhh..Abbiamo fermato molti colpevoli..eee...Abbiamo alzato al disciplina....grazie al capitano...-con difficolta' riuscivo a spalmare vassellina.
- Non ne hai nemmeno un lontana idea, Viktor. E questo dovrebbe essere un futuro tenente? O non vuoi capire, o mi prendi in giro. Senti, adesso, ma che cio' rimanga fra di noi. Nel sistema dell'economia pianificata anche il terrore è un' attivita' pianificata, cioe' assolutamente un'attivita' cretina e inefficiente. Questo è una cosa. L'altra è che abbiamo lavorato oggi secondo le regole del Secondo Piano Quinquennale, quindi gli anni 1937-1938. Solo che non inscatolavamo e non distruggevamo i fermati. Per terzo, se oggi arrivasse l'ordine di ripetere il Secondo Piano Quinquennale, allora, non solo quelli della sicurezza, ma ogni cittadino sovietico si butterebbe entusiasta ad eseguire l'ordine. Cosi ci hanno addestrati: forti, pronti e compatti! Quarto: ne' io, Viktor, ne' te, abbiamo una polizza in caso di successivi Piani Quinquennali. Nessuna! Se domani arrivasse l'ordine, comincerebbe tutto da capo: un nuovo Beria, un nuovo Jezov, l' NKVD, e tutto il resto. L'unica consolazione è che il nostro Segretario Generale è un eunucco. Senza palle! Ma non durera' a lungo. Cosa accadra' se domani lo sbattono fuori e ne arriva uno nuovo? Basta, su la testa. Andiamo. Per oggi fine del servizio.
-Compagno capitano, forse dovrei cacciare quel geniere? La violentera', com'è vero che amo mia nonna!
-Si, quella domani sporgera' denuncia, che è stata fottuta da un soldato, e nella nostra zona- aggiunse il mio compagno.
-Non è piu' un nostro affare- sorrise il capitano e ci mostro' il pannello fosforescente del suo orologio. Sorridemmo anche noi.
Erano le 00.04.

 

Consegna del kalashnikov dopo le 4 settimane di addestramento di base,

Distretto Militare della Siberia, 1980