Pier Luigi Maffei
NOTE SUL PRELIMINARE DEL PRG DI PISA
Il 1992, anno del Mercato Unico Europeo, ha in generale fatto
porre le attenzioni sulla "qualità", ma più che di qualità si dovrebbe parlare
di "valore" mettendo le attenzioni sulle funzioni prima che sugli oggetti, seguendo
una metodologia interdisciplinare ben definita, tipica dell'"Analisi del Valore".
Questa metodologia dovrebbe essere seguita non solamente da produttori, imprese
ed erogatori di servizi, ma da tutti coloro che direttamente o indirettamente
portano, con il loro operato, a modifiche dell'assetto del territorio e delle
aree urbane.
Avendo superato il momento in cui il tecnico poteva prefigurare schematiche zonizzazioni
al di fuori di una visione globale dei problemi e senza la dovuta attenzione
all'immagine della città, la Variante del PRG può costituire un'occasione per
rimettere in gioco tutte le componenti che influenzano la formazione delle aree
urbane, ritrovando un corretto rapporto con la campagna, recuperando sul piano
dei contenuti e delle forme, dando il giusto rilievo alla natura, all'ambiente
e ai significati della vita di relazione.
Le regole, non i vincoli, diventano in questa ottica l'indispensabile
premessa per tornare al valore urbano, guardando alle funzioni cui le singole
parti sono chiamate a rispondere in termini di integrazione funzionale, accostando
adeguatamente, per esempio, spazi dell'abitare a quelli del lavorare, in un disegno
in cui il verde diventa sistema, componente fondamentale della progettazione.
I risultati conseguenti a queste premesse saranno raggiungibili solamente nella
misura in cui vi sarà una fattiva collaborazione fra amministratori, forze economiche
e sociali. Tecnici e cittadini, in quanto per superare ciò che non va nel contesto
urbano di espansione di Pisa fatto non attribuibile come per certe grandi
città alla corsa a dover rispondere in tempi strettissimi ai bisogni derivanti
da una esplosione demografica, ma alla mancanza di un disegno progettuale
occorre un progetto complessivo perseguibile solamente se ci sarà la volontà
di tutte le componenti. E ciò inserendo il momento della progettualità non a
valle delle scelte politico-amministrative (obiettivi, destinazioni d'uso, programmi
pluriennali di attuazione), ma a monte dei singoli progetti.
La qualità urbana si realizza, infatti, ricercando le condizioni tali da favorire
le relazioni sociali, con attenzione alle esigenze dell'uomo e non dell'automobile,
ritornando, per esempio a ripensare alla piazza come punto di incontro degli
uomini e non già come area di sosta delle automobili.
Fra i tanti che verrebbero in mente, mi limito a dare due suggerimenti da prendere
in considerazione nel passaggio dal Preliminare del PRG al Piano:
- il primo riguarda l'attenzione da rivolgere alla dimensione sovracomunale per funzioni specifiche;
- il secondo riguarda il coordinamento intercomunale finalizzato a dotare il territorio pisano di un'idonea viabilità e di un corretto sistema di parcheggi, nel rispetto della canoniche gerarchie.
Il primo aspetto parte dal considerare la funzione universitaria
e dei centri di ricerca in rapporto alle cosiddette fabbriche dell'innovazione,
prevedendo convenzioni (vedi Legge 8 giugno 1990, n. 142) fra Province e Comuni
in modo da ripartire costi e benefici fra i vari enti.
Gli schemi strutturali intercomunali non hanno fino ad oggi trovato una pratica
attuazione per motivi politico-istituzionali in quanto è stata presa in considerazione
la globalità dei problemi. Pare più logico concentrare le attenzioni su particolari
funzioni, quale quella universitaria, dando indicazioni programmatiche finalizzate,
per esempio, alla indicazione di soluzioni strutturali legate alla precisazione
delle funzioni e dei rapporti. Ne deriverà come logica conseguenza anche l'ubicazione
di fabbriche sul Territorio Litoraneo Toscano.
Si tratta di introdurre anche nella Pubblica Amministrazione il concetto di "managerialità"
e di ripartizione di costi e benefici su basi convenzionate, fornendo strumenti
tali da poter tornare ad infondere nei cittadini-utenti fiducia nelle istituzioni,
mediante il raggiungimento di più elevati standard qualitativi dei servizi e
ponendo le premesse per passare da sporadiche. episodiche e straordinarie iniziative
a programmati, coordinati investimenti.
Il secondo aspetto parte dalla più volte dichiarata volontà di voler superare
la logica municipalistica per giungere alla previsione di opere pubbliche che
travalichino per importanza i confini comunali.
Circa la soluzione per la Variante Aurelia, si suggerisce la realizzazione di
una struttura in acciaio, sovrapposta nel tratto pisano all'attuale Autostrada
a all'A12 al piano superiore. Questa soluzione che non impegna altro territorio,
snella per la scelta del materiale, verrebbe a rappresentare una moderna soluzione
inserita nell'ambiente che mentre apre nuove visioni della città e del litorale,
non costituisce barriera visiva.
L'immagine che si sta ricreando con l'uso di tecniche CAD (computer grafica)
ci pare convincente nella valutazione dell'impatto ambientale, mentre l'aspetto
economico visto in rapporto ai costi ed ai benefici, con il criterio dell'Analisi
del Valore, rende ipotizzabile detta soluzione.
Per quanto attiene alla necessaria previsione della strada di circonvallazione
a nord est della città, si ritiene che tale infrastruttura non debba interessare
il territorio del Comune di Pisa, in quanto verrebbe a strozzare il territorio
urbano nella parte che meglio si presta ad un completamento di edilizia residenziale
qualificata, mettendo fine al richiamo di residenti del Comune di Pisa da parte
dei Comuni limitrofi.
Detta via troverebbe più logica ubicazione nel Comune di San Giuliano Terme con
una soluzione in sopraelevata che non verrebbe a interrompere la continuità della
destinazione agricola, rispetterebbe l'Acquedotto di Agnano passando nel tratto
già ove esso è interrotto e con una soluzione "trasparente" andrebbe a raccordarsi
a Madonna dell'Acqua smistando il traffico che viene dal territorio su Pisa e
che da Pisa si diparte, tenendo fuori dalla città quel traffico che viene oggi
ad interessare inutilmente la viabilità cittadina, e consentendo di ritrovare
all'esterno della città adeguati parcheggi scambiatori fra mezzo privato e pubblico.
Pare giunto il momento perché in sede di Amministrazione Provinciale, dimostrando
un'effettiva volontà di voler coordinare nell'interesse superiore le previsioni
dei Piani Regolatori Comunali, si prendano delle decisioni che non abbiamo bisogno
di ulteriori studi ed indagini in quanto proposte e riproposte in progetti e
tesi di laurea, sicuramente vantaggiose in termini di costi e benefici per la
comunità.
© Giovanni Armillotta, 2000