"METODO", N. 7/1991

Pier Luigi Maffei
NOTE SUL PRELIMINARE DEL PRG DI PISA

Il 1992, anno del Mercato Unico Europeo, ha in generale fatto porre le attenzioni sulla "qualità", ma più che di qualità si dovrebbe parlare di "valore" mettendo le attenzioni sulle funzioni prima che sugli oggetti, seguendo una metodologia interdisciplinare ben definita, tipica dell'"Analisi del Valore".
Questa metodologia dovrebbe essere seguita non solamente da produttori, imprese ed erogatori di servizi, ma da tutti coloro che direttamente o indirettamente portano, con il loro operato, a modifiche dell'assetto del territorio e delle aree urbane.
Avendo superato il momento in cui il tecnico poteva prefigurare schematiche zonizzazioni al di fuori di una visione globale dei problemi e senza la dovuta attenzione all'immagine della città, la Variante del PRG può costituire un'occasione per rimettere in gioco tutte le componenti che influenzano la formazione delle aree urbane, ritrovando un corretto rapporto con la campagna, recuperando sul piano dei contenuti e delle forme, dando il giusto rilievo alla natura, all'ambiente e ai significati della vita di relazione.
Le regole, non i vincoli, diventano in questa ottica l'indispensabile premessa per tornare al valore urbano, guardando alle funzioni cui le singole parti sono chiamate a rispondere in termini di integrazione funzionale, accostando adeguatamente, per esempio, spazi dell'abitare a quelli del lavorare, in un disegno in cui il verde diventa sistema, componente fondamentale della progettazione.
I risultati conseguenti a queste premesse saranno raggiungibili solamente nella misura in cui vi sarà una fattiva collaborazione fra amministratori, forze economiche e sociali. Tecnici e cittadini, in quanto per superare ciò che non va nel contesto urbano di espansione di Pisa – fatto non attribuibile come per certe grandi città alla corsa a dover rispondere in tempi strettissimi ai bisogni derivanti da una esplosione demografica, ma alla mancanza di un disegno progettuale – occorre un progetto complessivo perseguibile solamente se ci sarà la volontà di tutte le componenti. E ciò inserendo il momento della progettualità non a valle delle scelte politico-amministrative (obiettivi, destinazioni d'uso, programmi pluriennali di attuazione), ma a monte dei singoli progetti.
La qualità urbana si realizza, infatti, ricercando le condizioni tali da favorire le relazioni sociali, con attenzione alle esigenze dell'uomo e non dell'automobile, ritornando, per esempio a ripensare alla piazza come punto di incontro degli uomini e non già come area di sosta delle automobili.
Fra i tanti che verrebbero in mente, mi limito a dare due suggerimenti da prendere in considerazione nel passaggio dal Preliminare del PRG al Piano:

- il primo riguarda l'attenzione da rivolgere alla dimensione sovracomunale per funzioni specifiche;
- il secondo riguarda il coordinamento intercomunale finalizzato a dotare il territorio pisano di un'idonea viabilità e di un corretto sistema di parcheggi, nel rispetto della canoniche gerarchie.

Il primo aspetto parte dal considerare la funzione universitaria e dei centri di ricerca in rapporto alle cosiddette fabbriche dell'innovazione, prevedendo convenzioni (vedi Legge 8 giugno 1990, n. 142) fra Province e Comuni in modo da ripartire costi e benefici fra i vari enti.
Gli schemi strutturali intercomunali non hanno fino ad oggi trovato una pratica attuazione per motivi politico-istituzionali in quanto è stata presa in considerazione la globalità dei problemi. Pare più logico concentrare le attenzioni su particolari funzioni, quale quella universitaria, dando indicazioni programmatiche finalizzate, per esempio, alla indicazione di soluzioni strutturali legate alla precisazione delle funzioni e dei rapporti. Ne deriverà come logica conseguenza anche l'ubicazione di fabbriche sul Territorio Litoraneo Toscano.
Si tratta di introdurre anche nella Pubblica Amministrazione il concetto di "managerialità" e di ripartizione di costi e benefici su basi convenzionate, fornendo strumenti tali da poter tornare ad infondere nei cittadini-utenti fiducia nelle istituzioni, mediante il raggiungimento di più elevati standard qualitativi dei servizi e ponendo le premesse per passare da sporadiche. episodiche e straordinarie iniziative a programmati, coordinati investimenti.
Il secondo aspetto parte dalla più volte dichiarata volontà di voler superare la logica municipalistica per giungere alla previsione di opere pubbliche che travalichino per importanza i confini comunali.
Circa la soluzione per la Variante Aurelia, si suggerisce la realizzazione di una struttura in acciaio, sovrapposta nel tratto pisano all'attuale Autostrada a all'A12 al piano superiore. Questa soluzione che non impegna altro territorio, snella per la scelta del materiale, verrebbe a rappresentare una moderna soluzione inserita nell'ambiente che mentre apre nuove visioni della città e del litorale, non costituisce barriera visiva.
L'immagine che si sta ricreando con l'uso di tecniche CAD (computer grafica) ci pare convincente nella valutazione dell'impatto ambientale, mentre l'aspetto economico visto in rapporto ai costi ed ai benefici, con il criterio dell'Analisi del Valore, rende ipotizzabile detta soluzione.
Per quanto attiene alla necessaria previsione della strada di circonvallazione a nord est della città, si ritiene che tale infrastruttura non debba interessare il territorio del Comune di Pisa, in quanto verrebbe a strozzare il territorio urbano nella parte che meglio si presta ad un completamento di edilizia residenziale qualificata, mettendo fine al richiamo di residenti del Comune di Pisa da parte dei Comuni limitrofi.
Detta via troverebbe più logica ubicazione nel Comune di San Giuliano Terme con una soluzione in sopraelevata che non verrebbe a interrompere la continuità della destinazione agricola, rispetterebbe l'Acquedotto di Agnano passando nel tratto già ove esso è interrotto e con una soluzione "trasparente" andrebbe a raccordarsi a Madonna dell'Acqua smistando il traffico che viene dal territorio su Pisa e che da Pisa si diparte, tenendo fuori dalla città quel traffico che viene oggi ad interessare inutilmente la viabilità cittadina, e consentendo di ritrovare all'esterno della città adeguati parcheggi scambiatori fra mezzo privato e pubblico.
Pare giunto il momento perché in sede di Amministrazione Provinciale, dimostrando un'effettiva volontà di voler coordinare nell'interesse superiore le previsioni dei Piani Regolatori Comunali, si prendano delle decisioni che non abbiamo bisogno di ulteriori studi ed indagini in quanto proposte e riproposte in progetti e tesi di laurea, sicuramente vantaggiose in termini di costi e benefici per la comunità.

© Giovanni Armillotta, 2000