"METODO", N. 17/2001

Francesco Di Noto
(Matematico)
IL PRINCIPIO SINTROPICO (matematica, fisica, parapsicologia, religioni)

Indice
Schema GUT
Riepilolo grafico principio sintropico
Un’intervista
Nota a “Il Principio sintropico”

Si è sempre dell’idea che, in qualsiasi ricerca, s’inizia a progredire quando si fa ricorso alla matematica. Un ricercatore, quindi, in qualsiasi campo, deve essere un po’ anche matematico, o avvalersi comunque di un matematico. In parapsicologia, purtroppo, questo ancora non è stato fatto, se non limitatamente, e solo con calcoli statistici applicati ai risultati di esperimenti di laboratorio (Rhine, ecc.) con l’ESP e la PK, cosa che però le è valso il riconoscimento da parte dell’Associazione Americana per l’Avanzamento delle Scienze (AAAS) come possibile tale.
La parapsicologia ha messo ordine nei suoi fenomeni distinguendoli e classificandoli in psicognitivi (ESP, OOBE, NDE, CC, rispettivamente Percezione Extrasensoriale, esperienze fuori dal corpo, esperienze iniziali di morte, di coscienza cosmica) e psicocinetici (PK, RSPK, rispettivamente psicocinesi, psicocinesi ricorrente spontanea o poltergeist, ecc.). Ma in quanto a ipotesi, si è ancora in alto mare: le infinite diatribe su interpretazioni fisicaliste (materialiste) e spiritualiste (cioè a favore di una possibile sopravvivenza della coscienza dopo la morte) continuano tutt’oggi. E non v’è ancora equazione alcuna che possa far pendere la bilancia da una parte o dall’altra delle due ipotesi alternative. Forse il principio entropico-sintropico, o per brevità, sintropico, non è da confondere con il principio antropico che pure in qualche modo sembra coinvolto. La natura - che ha un minimo di ordine (concetto matematico) in grado di permettere la vita, la comparsa dell’uomo e delle sue cosiddetta intelligenza e coscienza e dei loro fenomeni normali e paranormali - potrebbe essere un buon punto di inizio. Principio antropico, debole o forte che sia (noi sosteniamo il primo), però come caso particolare: ad un certo minimo o meglio basso livello di ordine cosmico, come nel nostro universo, favorevole ma non troppo alla vita e alla coscienza, nel quadro più vasto del principio sintropico. Questo spazia da un disordine massimo (entropia) e quindi di ordine zero, ad un ordine massimo (infinito o quasi) e quindi di disordine zero. In questa estesa graduazione, che trascende però l’universo fisico nelle due direzioni (esso sarebbe soltanto una sezione intermedia, possibilmente nella parte bassa) potrebbero benissimo trovare posto tutti i fenomeni studiati dalla scienza, e anche quelli poco o male studiati, come i paranormali.
Il principio sintropico potrebbe essere quindi un principio unificatore, che esplora anche fenomeni finora trascurati o poco graditi alla scienza, perché pericolosi per suoi “dogmi”. Materialismo in primo luogo, conseguenza della scelta scientifica – o meglio scarsamente tale – di occuparsi solo di questo mondo materiale, fisico, osservabile e misurabile, ecc. ecc; e di questa presunta sola vita, e dei loro fenomeni e interazioni; cioè alla sola sezione detta “terrena” della possibile “super-realtà”: in altre parole di un solo segmento (quello che è accessibile sotto i nostri occhi, altri sensi e strumenti) quantitativo, e quindi qualitativo, del principio sintropico proposto, e della realtà più estesa che esso sottintende. Naturalmente i conti poi non quadrano, ed ecco le diatribe infinite tra scienze e religioni, scienza e parapsicologia sui fenomeni normali e paranormali, ecc.
La scienza attuale, può spiegare, ad esempio i miracoli? Certamente no. Ma il principio sintropico invece sì, togliendoli dalle brume attuali della parapsicologia e delle religioni (primitive e rozze interpretazioni di questo principio, ora però interpretabile in modo più razionale, e cioè matematico). Ecco quindi l’epifania del legame tra matematica e paranormalità, la fenomenologia che più ci interessa tra tutte le altre, naturalmente anch’essa soggetta allo stesso principio.
Giungiamo alla fisica, per esempio. Ogni fenomeno è, in ultima analisi, una trasformazione di energia (con un “prezzo” in entropia), in questo come pure in tutti i “mondi” e a tutti i livelli; mentre l’energia è un concetto fisico, e misurabile: ecco quindi l’altro legame tra fisica e paranormalità (costituita anch’essa di fenomeni energetici ma anche e soprattutto informazionali, misurabili in bit; ed infatti pure nella teoria delle informazioni sono presenti i concetti di ordine e di entropia).
L’interpretazione religiosa classica in genere contempla il concetto di divino come perfezione e potenza infinita e via scendendo, ossia: angeli, uomini, animali, demoni come “esseri”; e realtà sempre meno perfette o più imperfette – paradisi, mondi terreni, purgatori, inferni come “realtà” corrispondenti agli “esseri” che le popolano.
Il principio sintropico prevede una realtà estrema superiore, il campo unificato (CU) dei nuovi fisici, con le loro GUT, o Teoria di grande unificazione delle quattro forze fondamentali note (elettromagnetismo, forza debole, forte e gravità) con energia infinita, ma anche ordine elevatissimo (perfezione) e informazione idem (coscienza). E secondo le interpretazioni che si rifanno all’Induismo (la religione-filosofia più vicina di tutte le altre al nostro principio sintropico e riletta in tal senso nell’ottimo libro di Fabrizio Coppola, Ipotesi sulla realtà, Ed. Lolli, 1991), tale realtà comprende vari livelli più o meno “sottili” (superiori) e inferiori, fino all’“inferno”, ora reinterpretabile come infimo “luogo” di incontro di tutte le entropie: freddo, buio, anime perse-criminali e simili, ossia molto disordinate, insomma di tutte le cose (e di tutti gli esseri) negative e/o pessime, analogamente agli spurghi cittadini: destinazione di tutti i rifiuti organici (1). Inferno, quindi, come fogna di ogni bruttezza planetaria sovrastante; al contrario sempre più energetica, ordinata è la bellezza, legata all’armonia e quindi alla perfezione.
Sotto questo aspetto, le religioni non si allontanano fra loro. D’altra parte possiamo identificare, come abbiamo sopra accennato, l’ordine e la perfezione con la bellezza, e anche questa, come l’ordine che la determina, cresce salendo di livello in livello; assente nell’ultimo, scarsa nel nostro mondo, abbondante in quello ancor superiore (i “paradisi” religiosi), infinita nel divino-campo unificato: e qui riporto una citazione della scrittrice Mistrall: “Ammirate la bellezza, perché essa è l’ombra di Dio sull’universo”, cosa condivisibile pienamente alla luce di questo principio. Ordine e Bellezza, corrispondenti alla Bellezza esteriore ed interiore, degli esseri che popolano ogni livello quasi del tutto isolato da quelli confinanti: orribili mostri in un orribile inferno, in genere buio e desolato; piante, animali, uomini e donne con più o meno bellezza, nel nostro mondo fisico, che in certi momenti è pure gradevole: facciamo caso nell’immaginario collettivo le isole del Pacifico, le montagne innevate, prati fioriti, giardini, ecc.; angeli e varie divinità, in paradisi (parola che in sumero antico significava non a caso, proprio “giardini”) altrettanto bellissimi: basta leggere le relative descrizioni di tutte le religioni, sotto questo aspetto completamente conformi, con le dovute variazioni culturali, al principio sintropico. Idem per quanto riguarda la salute (ordine fisiologico) e la felicità (ordine spirituale, o emozionale; se si preferisce).
Accenni ad un benessere totale e ad una immensa gioia e felicità si trovano di frequente nelle esperienze iniziali di morte (NDE) più belle, specie se frammiste ad elementi di coscienza cosmica (CC) entrambe interpretabili come fugaci percezioni di un livello sintropico superiore; e dopo le quali scompare ogni paura della morte, erroneamente associata alle sofferenze delle malattie, e da qui la diffusa equazione errata: morte=sofferenza massima; e smentita nettamente dalle esperienze di cui sopra studiate dalla parapsicologia, ma anche da medici e cardiologi che sovente s’imbattono in questi casi, verificatisi nelle sale di rianimazione dei reparti di cardiologia (ottimo il libro di M. Sabom, Dai confini della vita, Ed. Rusconi, 1983).
Mentre i livelli si evolvono e cambiano lentamente (15 miliardi di anni per il nostro universo, dal Big-Bang ad oggi) verso stati più entropici o più sintropici (ancora però non è ben chiaro), gli esseri cambiano e si evolvono, o involvono, a seconda che si comportino in modo conforme al principio sintropico, o contrario (il “fattore morale” delle religioni, anch’esso fondato), e circolano tra un livello e l’altro, magari passando e ripassando più volte per lo stesso (teorie orientali sulla reincarnazione) cosa che non stupisce molto, perché coerentissima con il principio. Questo cambiamento nonché conseguente passaggio in altro livello, dipende dall’ordine che l’essere ha nella sua coscienza (=informazioni: memoria, identità, conoscenza, ecc.), e da come lo “gestisce”: e qui entriamo nel fattore morale, sopra accennato, e basato sulla bontà, sulla non-violenza, in poche parole sull’amore, che è anche e soprattutto comunicazione, la quale è scambio di informazioni. Le informazioni, sia in quantità che soprattutto in qualità (poniamo esemplificatamente le parole tra innamorati, o di conforto ecc.; o all’estremo opposto, gli insulti e le offese) producono nel primo caso, ordine nella coscienza che vuole e sappia comunicare con altre coscienze del suo livello (per esempio, qui da noi, con altri esseri viventi); e il livello di quest’ordine psichico, o spirituale se si preferisce, determina la “direzione” e il livello di destinazione una volta finita l’esperienza in un ulteriore livello; per esempio, nella vita terrena, la cosiddetta morte: coscienze ordinate vanno in livelli ordinati, e viceversa, coscienze disordinate vanno in livelli disordinati. Traduzione religiosa: i buoni in paradiso, i cattivi all’inferno.
Ma questo principio non si propone per sostenere le religioni, ma per interpretare razionalmente tutta la realtà con tutti i suoi fenomeni, paranormali compresi. Se poi questa interpretazione coincide in tutto o in parte con la componente filosofica di questa o quella religione, è un’altra questione e ciò dovrebbe riavvicinarle alla scienza – la quale con questo principio, una volta ben sviluppato e documentato, riconoscerà finalmente in loro un solido fondamento, sebbene in tutta autonomia: solo convergenze filosofiche di base (aldilà, sopravvivenza, fattore morale, eventuale e possibile reincarnazione), specie con l’induismo, ma nulla più, lasciando riti e secolari tradizioni alla loro esclusiva competenza.
Ma torniamo alla parapsicologia. I suoi vari fenomeni possono essere causati da quantità di energia (fisica, terapeutica) di solito non accessibili ai normali esseri umani: cosicché quando accade si provocano fenomeni prodigiosi, come guarigioni eclatanti e improvvise (casi di “santi” ancora viventi, santoni yoga, ecc.), tutti classificati come miracoli. Causati da energie provenienti presumibilmente dai livelli superiori, tramite il fattore umano di cui sopra; oppure sono comunicazioni extrasensoriali (l’ESP, e la telepatia in particolare, sembra essere collegata ad effetti quantistici tipo EPR – Einstein-Padolsky-Rosen, di recente già sperimentato con il teletrasporto quantistico con fotoni in USA, Italia e Austria), oppure ancora, esperienze extracorporee, esperienze iniziali di morte, con percezione di altri livelli, talvolta anche inferiori e negativi; o esperienza di coscienza cosmica (percezione del “divino”-campo unificato); o apparizioni di defunti o entità religiose (angeli, santi) a viventi nel nostro livello; o movimenti e limitati teletrasporti di piccoli oggetti (PK, RSPK), dovuti ad anomalie magnetiche locali associate, si pensa, ad anomalie neurologiche o psichiche di giovani soggetti, tipo epilessia o aggressività (nelle RSPK o poltergeist).


Conclusioni

Paranormalità, quindi, come scambio di energie cinetiche o guaritrici (fattore fisico o biologico) tra diversi livelli di ordine (fattore matematico) o di informazioni-comunicazioni, apparizioni, messaggi profetici (fattore informazionale). In linea più generale, quindi, scambio e circolazione di energie, ordine ed esseri-coscienze e informazioni tra diversi livelli, con il fattore morale “amore” come produttore di ordine, e questo poi come propulsore per il movimento della coscienza verso i livelli superiori.
Con un solo livello, il nostro – come pretenderebbe la scienza materialista – nessuna paranormalità e nessuna religione (sua interpretazione primitiva) sarebbero possibili, in teoria. Siccome però in realtà la paranormalità e le religioni sono sempre esistite, nella scienza classica e “scettica” c’è qualcosa che non va; per esempio il rifiuto, ormai anacronistico (nella fisica quantistica non esiste quasi più, ed è aperta alla paranormalità), degli altri livelli super fisici, e delle relative conseguenze, in contrapposizione alle religioni che invece li ammettono. Queste ultime non vanno negate, né tanto meno soppresse, ma possibilmente, e gradualmente, corrette; e alla fine, anche eventualmente unificate, e possibilmente anche spogliate dagli aspetti più deleteri e perniciosi: integralismi e conseguenti guerre di religione (religione che in quanto tale è invece pacifica e pacifista), sistemi poco sociali come le caste ereditarie induiste, concezioni sessuofobiche ormai superate e inaccettabili, ecc. Ma tutto questo nel corso dei prossimi secoli o millenni, ovviamente; ci si rende conto che non sarà facile cambiare in pochi anni, ma da qualche parte bisognerà pur cominciare almeno col proporre il suddetto principio sintropico dei vari livelli. In teoria cinque, di cui il nostro è il quarto, e quindi non uno dei migliori, come facilmente e senza tanti sforzi si può constatare osservandolo bene; altro che il migliore dei mondi possibili di memoria leibniziana: poco amore, poco ordine, poca bellezza, poca salute – solo all’inferno-fogna entropica si sta peggio, mentre ci sono tre livelli superiori e migliori sotto tutti gli aspetti.
Per noi, questo principio funziona benissimo, con esso tante cose quadrano, brutte o belle che siano. Anche il Santo Padre ha affermato di recente, che tutti i buoni, a qualsiasi religione appartengano, vanno in paradiso; e questo è indubbiamente un punto teorico e autorevole, a favore del principio sintropico. Fa piacere che lo abbia detto per primo il Papa, ma farebbe ancor più piacere che lo dicessero anche gli altri capi religiosi. Ma l’ideale sarebbe, però, che un giorno lo dicessero anche gli scienziati, una volta accettato, dimostrato e compreso quanto sopra, con le relative equazioni. In altre parole, ci vorrebbe, se necessario, una nuova scienza, che si auspica possa chiamarsi “sintropologia” (studio della sintropia, sinonimo di neghentropia, cioè dei vari livelli di energia, ordine e informazione); e che studi, insieme alla sintropia, anche i principali contenuti delle religioni, sotto l’aspetto filosofico, perché convergenti con le basi della sintropologia.
Le antiche numerologie, astrologie, alchimie, ecc., sono state sostituite rispettivamente dalla matematica, dall’astronomia e dalla chimica (sebbene sopravvivano ancora in misura minore, vedi l’astrologia con i suoi diffusissimi oroscopi), ma questa sostituzione con discipline più moderne e razionali, e soprattutto più efficaci, non è stata ancora effettuata per quanto riguarda le religioni. Con la sintropologia questa lacuna potrebbe essere pian piano colmata. Finora solo la fisica quantistica e la parapsicologia di frontiera, spesso concordanti, hanno fatto qualcosa con grandi difficoltà, e ovviamente saranno di ottimo aiuto in questo senso, cioè allo studio dei vari livelli e relativi fenomeni, a partire dall’alto: gli elevati valori, forse anche infiniti o quasi, di energia, ordine e informazioni corrispondono benissimo agli attributi divini dell’onnipotenza, della perfezione e dell’onniscienza.
Si eliminerebbero, così, i pretesti religiosi della razza, della fede, ecc., adottati per invasioni, conquiste territoriali, sottomissione di popoli, non capendo che l’unico comandamento è l’amore, e unico peccato è la violenza (sia fisica che psicologica). D’altra parte la negazione totale delle religioni (con il comunismo), è appena miseramente fallita, perché, tra l’altro non si può negare una parte, specie se la migliore (quella ultraterrena e superiore) della Realtà; anche se questa è spesso stata male interpretata dalle religioni, in guisa di reinterpretarla in modo più moderno e razionale. Un punto di incontro, che la stessa gerarchia cattolica ha riconosciuto recentemente, affermando che la Chiesa deve aiutare la verità (scientifica), possibilmente evitando di ripetere errori del passato (Galileo, ecc.).
Verità rivelata (durante le esperienze p.n. di coscienza cosmica o CC, altrimenti note come esperienze mistiche, per inciso) e verità scientifica (normalmente percepita, osservata, misurata e interpretata ecc.) potrebbero ed anche dovrebbero convergere. Questo sarebbe anche lo scopo della sintropologia.

Nota

(1) Quando una persona insulta un’altra con appellativi di tipo escrementizio parifica entropia “umana” e rifiuti organici, pur ignara del principio sintropico.Su


Schema GUT

Unificazione e disunificazione (entropica) delle quattro forze fondamentali (elettromagnetica E, debole D, forte F, gravità G).
In giallo le unificazioni studiate dalle GUT Elettromagnetica E, elettrodebole ED, elettrodeboleforte EDF, campo unificato EDFG.

Più i livelli sono unificati (intersezioni tra le varie forze), più essi sono neghentropici, cioè più energetici, più ordinati, con più informazioni. L’universo fisico è lo stato più esterno, fatto di forze singole (E, D, F, G) disunificate, e quindi poco energetico e più entropico di tutti i livelli superiori interni, probabilmente microcosmici e quantistici.
L’entropia massima sarebbe sul bordo esterno (perimetro) delle quattro forze, così come la neghentropia massima è al centro (campo unificato totale=C.U.).

 

RIEPILOGO GRAFICO PRINCIPIO SINTROPICO

 
SINTROPIA O NEGHENTROPIA
 
COMPONENTI SINTROPICI --> ENERGIA E
(materie e forze)
ORDINE O
(bios, salute, bellezza)
INFORMAZIONI I
(coscienza, conoscenza)
VERSIONI RELIGIOSE
O FILOSOFICHE
1° Campo Unificato:
Forze E-D-F-G Unificate
Infinita Infinito Infinite DIVINO-SAMADHI
Onnipotenza (E), Perfezione (O), Onniscenza (I)
2° CU: Forze E-D-F Unificate Altissima Altissimo Altissime Paradisi più eccelsi
(Livelli sottili)
3° CU: Forze E-D Unificate Media Medio Medie Paradisi o aldilà immediati, prossimi
(livelli sottili) morte

4° CU: Forze Singole Disunificate
Universo Fisico
E, D, F, G,

Bassa
(più alta negli esperimenti con le alte energie)

Basso Basse Mondo Terreno
Livello di massima entropia Infima Infimo Infime Inferni e simili
LIVELLI GUT  


Un’intervista

Anche altri parapsicologi pensano all’aldilà come una realtà “perfettamente naturale”, anche se extrafisica. Ecco infatti cosa rispondono il Dr. Gruber e il Dr. Hans Bender, eminenti parapsicologi tedeschi, alle domande dell’Intervista con il Prof. Hans Bender di Paola Giovetti (nota parapsicologa italiana) pubblicata dalla rivista “Luce e Ombra”, n° 4-1978, pp. 296-297:

[...]
Gruber – Un appoggio decisivo [all’ipotesi sopravvivenza dopo la morte, n.d.A.] è costituito dal fatto che noi parapsicologi sappiamo che quando facciamo esperimenti di telepatia, chiaroveggenza, precognizione, constatiamo che l’anima, anche se legata al corpo, può in certe condizioni, per un certo tempo, essere quantomeno indipendente da spazio e tempo. La psiche, l’anima, è però sempre legata al corpo vivente e c’è da chiedersi se essa possa esistere autonomamente anche senza questo legame fisiologico.

Giovetti – L’ipotesi animistica [l’ipotesi contraria, n.d.A.] può quindi essere utile al problema della sopravvivenza...

Bender – Certo, è proprio così! La psiche, come dimostrano le ricerche parapsicologiche, può in certe condizioni trascendere spazio e tempo. La psiche, se si fa un paragone col nostro ambiente di vita in cui noi percepiamo e agiamo, col nostro spazio tridimensionale, con la dimensione tempo, vive già in un aldilà. A questo punto bisogna fare un passo avanti: è possibile il passaggio da questo aldilà naturale ad un aldilà che introduce in una concezione religiosa? Non è affatto detto che la psiche dopo la morte debba passare in una sfera religiosa, potrebbe trattarsi di qualcosa di perfettamente naturale [il Super-Altro-Mondo? n.d.A.]. Ci sono problemi limite molto complessi tra religione e scienza. La mia conclusione è questa: la ricerca parapsicologica non può addurre prove relative ad un aldilà, però, attraverso i risultati della parapsicologia, la concezione religiosa risulta molto più probabile e più plausibile di una concezione del mondo puramente meccanicistica...

Giovetti – Prof. Bender, posso chiederle la Sua posizione personale nei confronti di questo grande problema della sopravvivenza?

Bender – Io personalmente ritengo che la sopravvivenza sia molto, molto probabile, e questo dico sulle basi di esperienze personali; però sono anche uno scienziato e come tale debbo essere prudente, devo imporre un metodo, rappresentare in un certo senso in pieno, una barriera. Non dobbiamo permettere che triviali concezioni distruggano quello che di bello e di nobile vi è nel concetto di aldilà.


Nota a “Il principio sintropico”

In filosofìa e in qualche religione a base fìlosofìca, come il taoismo cinese, ho trovato alcuni sostegni al mio principio sintropico, basati sul concetto di ordine, esteso oltre i limiti del nostro Universo.
Filosofìa. Il filosofo greco Eraclito ha detto che “l’armonia non manifesta è più potente dell’armonia manifesta”. Esplicazione: l’ordine (sinonimo di armonia) non visibile, probabilmente extra o super-fisico, è più potente, cioè più grande – e riecco la quantità: il numero, dell’ordine fisico, visibile, manifesto; in termini “religiosi”, l’aldilà positivo è più ordinato del mondo terreno che conosciamo, e quindi migliore (si dice, di uno che muore, che è passato “a miglior vita”, trascurando, per brevità, ottimismo e rispetto del defunto, che c’è anche un aldilà negativo, più disordinato e quindi peggiore del nostro, e quindi con una peggior vita: inferno, purgatori e simili, che attraggono le coscienze disordinate e poco evolute dei criminali, ecc. L’ordine naturale attira le cose e le coscienze ordinate, così come il disordine naturale attira ciò che è disordinato.
Tao cinese:“Focus Extra”, La ricerca cinese dell’armonia, n° 5, Primavera 2000, pag. 44:
“Nella religione cinese odierna convivono e si confondono confucianesimo e taoismo. Il pensiero base di K’ung Fu-tzu (italianizzato in Confucio), filosofo del VI secolo a.C., è che l’universo sia in armonia e ciò costituisce un modello per l’uomo, che deve sforzarsi di vivere in accordo con gli altri individui, equilibrando le opposte forze vitali dello ‘yin’ e dello ‘yang’. Per fare questo serve sapienza, ottenibile con lo studio della tradizione. Quando la sintonia è raggiunta, si origina la giusta condotta morale, mentre il male proviene dall’ignoranza [disordine dal disordine, n.d.A.]. Immortalità. Il taoismo è la credenza nell’ordine naturale delle cose. Il segreto della vita è nell’essere in accordo con il principio immutabile che sta dietro l’Universo, il ‘Dao’ [il Campo Unificato dei nuovi fisici? n.d.A.]. Dal I secolo d.C. il taoismo si è sviluppato anche dal punto di vista religioso, con propri rituali a scopo di cura ed esorcismo. Grande importanza riveste la ricerca dell’immortalità, intesa come conservazione di un corpo leggero e solo come libertà spirituale. Respiro e sesso. Poiché tutta la natura è unita nel ‘Dao’, l’immortalità non è raggiungibile liberando una parte di sé come l’anima, ma solo dirigendo correttamente le forze vitali dall’interno del corpo mediante esercizi di respirazione, pratiche sessuali mirate, comportamenti retti (tutte cose che producono ordine nel corpo, e di conseguenza, nello spirito, che così ordinato, viene attratto, dopo la morte, in un mondo altrettanto ordinato, e viceversa lo spirito disordinato va in un mondo disordinato); [...] ecco cosa dice il taoismo ‘La religione taoista, infine, crede in un inferno dove risiedono le anime immeritevoli; non è chiaro però dove si trovi, ne se si tratti di un luogo o di una condizione’ [p. 128]. [...] Sul paradiso: ‘Un’isola di immortali con un giardino circolare, grande albero di giada con rami d’oro e custodito da draghi. Lo presiedono otto semidei’ [p. 131]”.

© Giovanni Armillotta, 2001