Attraversiamo lo sciopero generale dei Migranti del 15 Maggio a Vicenza con i contenuti e le pratiche della disobbedienza

COSTRUIAMO LA CAROVANA PER I DIRITTI!!

 

I sindacati confederali CGIL, CISL e UIL della provincia di Vicenza hanno indetto lo sciopero provinciale dei lavoratori migranti per mercoledi 15 maggio 2002, a cui parteciperanno anche i delegati delle RSU di fabbrica e del pubblico impiego.

Autonomamente anche la CUB ha indetto lo sciopero per la stessa data.
Lo sciopero del 15 maggio rappresenta un passaggio importante nella battaglia contro il DDL Bossi Fini. Riteniamo però necessario allargarne lo spettro politico, fino ad investire in maniera radicale tutte le articolazioni della legge stessa (ad esempio i CPT Centri di Permanenza Temporanea), coinvolgendo su questo tutti quei soggetti (sindacati, partiti, movimenti, associazionismo laico e cattolico) che hanno fin qui espresso con nettezza la propria contrarietà a questa legge, nonché al tentativo di restringere sempre più gli spazi di democrazia e civiltà di questo paese.

La provincia di Vicenza, che ha visto una crescita costante di presenze di cittadini migranti (che ne hanno garantito peraltro un florido sviluppo economico), paradossalmente è priva di strutture atte all'accoglienza e all'integrazione dei migranti. Nel migliore dei casi, l’accoglienza è stata data dalle strutture di volontariato laico e cattolico, che hanno sopperito alle croniche mancanze delle istituzioni, facendo in modo che questa problematica non esplodesse in un conflitto sociale di ben più ampia portata. Questo non può più essere. Riteniamo necessario che i soggetti preposti (Comuni, Provincia, Regione, categorie economiche), anziché lanciare continuamente allarmi terroristici sulla presenza dei migranti, salvo poi sfruttarne la forza lavoro, si impegnino immediatamente per dare risposte concrete e sensate, che puntino all’allargamento della sfera dei diritti universali di cittadinanza a tutti coloro che oggi ne sono privati. Riteniamo importante porre particolare attenzione sulla assistenza legale ai migranti, che spesso si perdono nei meandri di una burocrazia già spesso complicata per gli indigeni. Le code davanti alla Questura o davanti all’Ispettorato del Lavoro, sono diventate tragica normalità.

 

Risulta evidente che il DDL Bossi Fini, oltre a rendere più difficile e precaria la vita di chi è già qui, inserito nelle filiere produttive e nel tessuto sociale, in modo da renderli “flessibili” ai voleri delle imprese, diventa immediatamente terreno di sperimentazione per il restringimento della sfera dei diritti e delle garanzie, e questo non solo per i migranti, ma anche per i cittadini autoctoni. L’insieme dei processi che tendono a ridefinire i nuovi modelli di sfruttamento e dominio, in cui trovano organicamente spazio questa legge così come il Libro Bianco del ministro Maroni, delineano chiaramente l’orizzonte che ci troviamo davanti. Per questo pensiamo sia necessario generalizzare lo sciopero del 15 maggio sia negli obiettivi e nei contenuti, sia nella partecipazione. Riteniamo importante che non siano solo i cittadini migranti a farsi carico di questa importante iniziativa di lotta.

 

Da queste considerazioni nasce la proposta di riempire la giornata del 15 maggio con le pratiche e i metodi della disobbedienza, allargandole ai giorni che precedono e che seguiranno lo sciopero. Lanciamo quindi a tutti/e la proposta di costruire una Carovana per i Diritti che attraversi materialmente il territorio della provincia di Vicenza.