(Era mio padre)

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HHHH

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Drammatico

USA
2002

124’

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Musica

Scritto da

Basato su

Diretto da

Thomas Newman
(HHHH½)

David Self

"Road to Perdition"
di Max A. Collins, Richard P. Rayner
(romanzo illustrato)

Sam Mendes

 

Personaggi e interpreti:

Tom Hanks_
Paul Newman_
Tyler Hoechlin_
David Craig
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Jennifer Jason Leigh
_
Stanley Tucci_

Michael Sullivan
John Rooney
Michael Sullivan, jr.
Connor Rooney
Annie Sullivan
Frank Nitti

Liam Aiken_
Dylan Baker_
Ciaràn Hinds_
David Darlow_
Doug Spinuzza_
e
Jude Law_

Peter Sullivan
Alexander Rance
Finn McGovern
Jack Kelly
Calvino
Harlen Maguire

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Slogan_

"Pregate per Michael Sullivan."
Pray for Michael Sullivan.

"Ogni padre è un eroe per suo figlio."
Every father is a hero to his son.

"Ogni figlio è il futuro di suo padre."
Every son holds the future for his father.

"L’innocenza di un figlio è più debole solo della volontà del padre di salvarla."
The innocence of a son is surpassed only by the father’s will to save it.

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Trama_

Michael Sullivan è un assassino, un sicario al servizio del potente malavitoso John Rooney, che lo raccolse dalle strade e lo crebbe preferendolo al suo stesso figlio. Michael è sposato con Annie e ha due bambini, Michael jr. di dodici anni e Peter di dieci, e solo la moglie è al corrente del suo lavoro. Ma quando Michael jr. lo scopre per caso, Rooney teme di non potersi più fidare di Sullivan. È l’inizio di una fuga attraverso gli Stati Uniti...

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Commento_

Odio le storie di mafia: mi rifiuto di guardare Il padrino e simili perché non le sopporto. Non ho bisogno di vedere quanto siano grandi Brando e Pacino, lo so già. Stesso discorso per i gangster-movie: a parte Gli intoccabili e Bonnie e Clyde (che comunque con la mafia c’entra poco o nulla), il massimo che ho visto è stato Due mafiosi contro Al Capone con Franco e Ciccio! Fino a quest’anno. Sarà per il cast o per l’insana voglia di vedere un film in odore di Oscar®, ma mi sono fatto trascinare in sala per "Era mio padre", e ne sono uscito appagato e sollevato.

Il film: No, non ho cambiato idea. Penso ancora che i film di gangster non mi piacciano, e infatti continuerò a non vederne; il punto è che questo non è un film di gangster. Questa è una storia estrema, un road-movie intenso, di grande respiro, girato con mano ferma e un carattere sontuoso ed elegiaco che di solito apprezzo. È sì una storia di onore e dovere, di violenza e di fedeltà, ma è soprattutto una storia di redenzione. Il tema centrale del film è solo in apparenza quello del rapporto padre/figlio (un tema che personalmente trovo superficiale: il giusto per Spielberg e per l’Americano medio), mentre c’è una sotto-trama più complessa e meno evidente riguardante la scelta dei propri valori e la costanza nell’attenervisi. Non è un film netto, dove i ruoli sono tagliati con l’accetta e i personaggi sono bianchi o neri; c’è uno sviluppo, un’evoluzione, c’è coerenza negli atteggiamenti e nei comportamenti. Per coloro che sono alla ricerca di una "morale", neanche un film fosse una favola di Esopo, Era mio padre ne fornisce alcune. Qualcuna è anche discutibile: l’idealizzazione che i figli maschi fanno del padre (i figli americani degli anni ’30, cioè) li porta a convincersi della sua bontà e giustezza anche in faccia all’evidenza. Perché, siamo franchi: l’uomo che porta in giro il ragazzino rendendolo complice di omicidi, truffe e raggiri non è proprio il massimo della welfare. Eppure il film fa dimenticare tutto questo e riesce a rendere la storia quasi giusta agli occhi dello spettatore, quasi Sullivan sia davvero un bravo ragazzo perseguitato dai cattivi e non uno spietato assassino a sua volta. Anche con qualche mezzuccio: avrei di gran lunga preferito un killer davvero spietato, un vero bastardo, non uno che in fondo ha un cuore d’oro, così da lasciare nelle mani del rampollo il difficile compito di trarre del buono anche da dove non ce n’è. Invece gli occhioni di Hanks, la sua movenza da Forrest Gump con la lupara e qualche piantarello fanno gran parte del lavoro: funziona, per carità, ed è un piacere per gli occhi e per il cuore, ma non è che sia proprio onesto.

Interpreti: Difatti sono gli attori il motivo principale per cui assegno quattro stelle a Era mio padre. Hanks comincia a invecchiare e ingrassare, ma non perde colpi. Qualcuno definisce "statica" la sua recitazione, ed effettivamente è un po’ scultoreo, ma ciò non toglie nulla, e anzi aggiunge, alla sua capacità di ritrarre un carattere nella maniera giusta. Michael Sullivan non è un ottimo personaggio, come dicevo, ma lui è capace di renderlo come meglio non si potrebbe. Non sono invece mai stato un grande fan di Paul Newman, un po’ troppo "vecchia gloria dei bei tempi andati" per i miei gusti, ma con il suo John Rooney ho riscoperto il grande attore che era stato in passato. Che potenza, che respiro, che sontuosità: è raro vedere un’interpretazione del genere, e quando capita va tesaurizzata. E come se non bastassero i due mostri sacri – buono e cattivo, protagonista e antagonista, rapporto paterno salvato e devastato da una raffica di mitra sotto la pioggia – c’è anche l’elemento anomalo; quel fotografo di cadaveri con l’hobby dell’omicidio, quella delizia perversa che è Harlen Maguire, il personaggio di Jude Law. Pochi attori oggi a Hollywood sono così versatili: l’invalido che vende la sua identità, l’incauta vittima di Tom Ripley, l’androide gigolo e ora uno dei più agghiaccianti cattivi che io abbia mai visto sullo schermo a memoria d’uomo. Le sue battute sono perfette, il suo ruolo nella storia è perfetto, lui è perfetto: da Oscar®, ma anche molto di più. Abbastanza ordinari tutti gli altri, ma ordinariamente buoni: da Jennifer Leigh a Dylan Baker, da un ottimo Stanley Tucci al giovane Tyler Hoechlin che sembra saperci fare. Da questo punto di vista, Era mio padre è a posto.

Musica: Sembra strano, ma questo è solo il secondo film di Sam Mendes. Anche nel primo, American Beauty, il regista messicano ex compagno di Kate Winslet si era affidato alla musica di Thomas Newman. Figlio di mezzo di una famiglia di compositori (il padre Alfred autore della storica fanfara della 20th Century Fox, il blasonato fratello Randy e il giovane David), il suo stile è molto riconoscibile nella Hollywood musicale. Per Era mio padre Newman non replica i suoi capolavori per Le ali della libertà e L’uomo che sussurrava ai cavalli, ma si tiene su una falsariga ibrida tra i due (eroismo malinconico, tradizionalismo arcaico, un pizzico di trascendentalismo contemplativo). Il suo stile minimalista, ma capace a volte di eccellenti impennate strumentali, non rende molto bene se ascoltato da solo, ma funziona alla grande nel film.

Tecnica: L’altro grande motivo di interesse in Era mio padre è la fotografia. Conrad Hall è uno dei più importanti direttori della fotografia di Hollywood, capaci di meraviglie come In cerca di Bobby Fischer e lo stesso American Beauty. Purtroppo ha trovato la fine dei suoi giorni proprio durante le riprese di questo film, e la Academy gli consegnerà presto un premio alla carriera postumo. Il suo lavoro è sublime: inquadrature emozionanti, tempi eccellenti anche grazie a un buon montaggio; preciso, pulito, semplice ed essenziale – ma molto vivo, molto intenso – come nel suo stile. Anche gli altri aspetti (costumi, trucco, scenografia) sono ben realizzati, soprattutto la ricostruzione di Chicago com’era negli anni ’30 grazie a una serie di effetti visivi.

In generale: Originariamente la sceneggiatura includeva anche Al Capone, che venne stralciato in fase di pre-produzione perché nessun attore sarebbe stato in grado di interpretarlo, non senza sfigurare di fronte al De Niro ne Gli intoccabili. Così Stanley Tucci, possibile candidato, assunse il ruolo di Frank Nitti e le cose andarono avanti. Meglio così: non avrei sopportato un altro film con scarface. Scherzi a parte, la storia è parzialmente ispirata ad eventi realmente accaduti, e anche alcuni nomi sono rimasti invariati o hanno subìto piccole modifiche (i Looney erano gangster piuttosto noti al tempo: qui diventano Rooney). A parte questo, Era mio padre è un film con diversi motivi di interesse: molto ben girato, straordinariamente ben interpretato, tecnicamente eccellente. Il fumo c’è tutto, è bello e ha un ottimo profumo. Come spesso accade, a mancare è il famigerato arrosto. Diventa sempre più difficile trovare sceneggiature intriganti, coerenti fino in fondo, e a volte capita che cadano in mano a registi poco ispirati – o incompetenti – che ne faranno un film non da cineteca ma da dimenticatoio. Questo, in linea di massima, è un buon lavoro, ma gli manca qualcosa per essere un capolavoro.

Quattro stelle.

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In breve…_

 Buona regia. Poetico ed elegiaco senza essere retorico. Grande fotografia. Colonna sonora intensa. Bravo Hanks, Newman enorme, Law da antologia.

 Storia ripetitiva. Poco originale. Perde un po’ la presa a venti minuti dalla fine, e finisce troppo in fretta.

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Curiosità_

Þ Anche nella sua opera prima American Beauty (1999, per cui vinse, tra l’altro, un Oscar® come miglior regista) Sam Mendes sottolineò una scena di morte con la pioggia.

Þ Attualmente non c’è "polvere" sulle strade rurali americane, com’era invece negli anni ’30, e dunque la macchina dei Sullivan non ne solleverebbe una scia. Per ovviare a questo, un tecnico della troupe stava acquattato dietro l’automobile e ne gettava interi sacchi per ricreare l’effetto.

Þ Il film è vagamente basato su eventi realmente accaduti, ma si pensa che la principale ispirazione provenga dal cartone Manga giapponese Kozure Onami, di Kazuo Koike e Kojima.

Þ John Looney e Connor Looney, padre e figlio, erano davvero gangster. Il cognome fu cambiato in "Rooney", ma i nomi di battesimo restano gli stessi.

Þ Le fotografie nell’appartamento di Maguire sono state fatte da agenti del dipartimento di polizia di New York (NYPD) tra il 1914 e il 1918. Alcuni scatti si devono ad Arthur Fellig, soprannominato Weegee, il "fotografo di cadaveri" a cui è ispirata la figura di Maguire (solo che Weegee non era un assassino).

Þ Originariamente la sceneggiatura prevedeva anche il personaggio di Al Capone, che sarebbe stato affidato a Tom Sizemore (Heat, Salvate il soldato Ryan), ad Alfred Molina (Boogie Nights, Chocolat), allo stesso Stanley Tucci o ad Anthony LaPaglia (Il cliente, Lantana), che aveva già interpretato Frank Nitti in un precedente film. In seguito il personaggio di Capone venne stralciato, anche perché si pensava che nessuno sarebbe stato in grado di eguagliarne il ritratto di Robert De Niro ne Gli intoccabili.

Þ Quando Maguire attraversa la strada di fronte al Geneva Hotel col fucile in mano, dietro di lui c’è un emporio. In realtà è il ristorante Starbucks, coperto dalla scenografia per i quattro giorni delle riprese in quella zona. Il locale fu però tenuto aperto per fare servizio di catering al cast e alla troupe.

Þ L’ho visto 1 volta al cinema Warner Village Moderno.

Þ Ci sono dieci errori in questo film.

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Scene_
da vedere_

Nessuna in particolare, ma la "resa dei conti" tra Sullivan e Rooney è davvero eccellente.

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Valutazione_

HHHH

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PREMI

 

Academy Award (Oscar®) – fotografia

American Society of Cinematographers (ASC®) – fotografia (Conrad L. Hall, postumo)

British Academy Award (BAFTA®) – scenografia, fotografia (Conrad L. Hall, postumo)

Camerimage (Golden Frog®) – fotografia (Conrad L. Hall, postumo, alla pari con Krzysztof Ptak per Edi)

Cinema Audio Society (CAS®) – montaggio sonoro in un film cinematografico

Golden Reel® – montaggio sonoro per effetti e foley in un film Americano

Golden Satellite® – fotografia (Conrad L. Hall, postumo)

San Diego Film Critics Society (SDFCS®) – fotografia

Saturn® – miglior film: azione/avventura/thriller, giovane attore (Tyler Hoechlin)

Sierra® – fotografia

Young Artist® – giovane attore P (Tyler Hoechlin)

 

Claud® (i miei premi) – attore NP (Jude Law), fotografia, montaggio sonoro + menzione speciale a Conrad L. Hall

 

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NOMINATION

 

Academy Award (Oscar®) – attore NP (Paul Newman), colonna sonora originale, scenografia, suono, montaggio sonoro

Art Directors’ Guild® – scenografia in un film storico o fantasy

British Academy Award (BAFTA®) – attore NP (Paul Newman)

Chicago Film Critics Association (CFCA®) – fotografia, attore NP (Paul Newman)

Costume Designers’ Guild (CDG®) – costumi in un film storico o fantasy

Edgar® – miglior film

Golden Globe® – attore NP (Paul Newman)

Golden Reel® – montaggio sonoro per dialoghi e ADR in un film Americano, montaggio sonoro per la musica

Golden Satellite® – miglior film, attore P (Tom Hanks), attore NP (Paul Newman), costumi, scenografia, effetti visivi

Hollywood Makeup Artist and Hair Stylist Guild® – trucco in un film storico o fantasy

Online Film Critics Society (OFCS®) – fotografia, scenografia, attore NP (Paul Newman)

PGA Golden Laurel Award® – produttore dell’anno (Richard D. Zanuck, Dean Zanuck)

Venezia (Leone d’Oro®) – miglior film

Young Artist® – giovane attore NP (Liam Aiken)

 

Claud® (le mie nomination) – attore NP (Paul Newman), giovane attore P (Tyler Hoechlin), giovane attore NP (Liam Aiken), momento musicale, cattivo, sequenza d’apertura

 

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SEI GRADI DI SEPARAZIONE

Jude Law con… Monica Lewinsky (non facile):

Basterebbe un passaggio: vuoi che nella sua vita Jude Law non si sia mai fatto fare un "Clinton" da qualcuno?! J

1. Jude Law recita con Haley Joel Osment in A.I. (‘01).
2. Dopo Macaulay Culkin, Osment è stato il minorenne con il budget più alto del cinema moderno (proprio per A.I.).
3. Culkin recita con Anna Chlumsky in Papà, ho trovato un amico ("My Girl", ‘90).
4. Chlumsky recita in Un giorno con il Presidente ("Child’s Wish", ‘95), un film in cui compare anche Bill Clinton.
5. L’ex Presidente USA Bill Clinton è stato coinvolto nello scandalo detto "Sexgate" insieme a Monica Lewinsky.

Che cos’è questa roba?

 

 

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IMMAGINI dal FILM

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41. __42. __43.

44. __45. __46.

47. __48. __49.

 

da 1. a 8. Tom Hanks – da 9. a 13. Paul Newman – da 14. a 20. Jude Law – da 21. a 24. Tyler Hoechlin
25. Stanley Tucci – 26. Jennifer Jason Leigh – 27. David Craig – 28. Liam Aiken
29. e 30. Tom Hanks e Paul Newman – da 31. a 33. Tom Hanks e Tyler Hoechlin
34. Tyler Hoechlin, Paul Newman e Liam Aiken – 35. Jennifer Jason Leigh e Tom Hanks
36. Jennifer Jason Leigh e Liam Aiken – 37. David Craig e Paul Newman
38. e 39. La sparatoria – da 40. a 44. Immagini dal set, con il regista Sam Mendes
45. Il direttore della fotografia Conrad L. Hall, scomparso poco dopo la fine delle riprese –
46. e 47. Sfondi per il desktop ispirati al film – 48. e 49. Due poster ufficiali del film.

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INDICE A/L