Il logo rappresenta la scritta NoT, la N è dentro la o, e la t in comune con la stanghetta destra della n, sembra quasi un'antenna.
Dire "No alla televisione" non significa necessariamente non guardarla più, ma assumere un atteggiamento critico verso ciò che propone. Per essere concreti possiamo provare a dare alcuni suggerimenti, ma sono soltanto indicazioni. Così come per il vegetarianesimo o il naturalismo ognuno poi le interpreta a suo modo. Ci sono certi vegetariani che mangiano pesce, altri che non mangiano neppure le uova. Ognuno si ritagli la sua "verità". La mia lista è incompleta, soggettiva, da prendere con spirito anche un po' ironico. Ciò che vorrei passasse come messaggio è che ci sono diversi gradi di video-dipendenza.
Il modo per eliminare la televisione dalla propria vita (ammetto che in effetti può essere una cosa dura) è passare dalla televisione alla citovisione, e dalla citovisione a nulla (o quasi, in realtà il movimento no-t non ama gli estremismi e quindi anche le prese di posizione troppo nette). La citovisione è, naturalmente, la visione da vicino. Ovvero visione di immagini in movimento generate da una sorgente vicino al vostro apparecchio. Naturalmente avrete tutti indovinato di cosa si tratta: del videoregistratore o anche, adesso, del lettore dvd.
Il vcr (videoregistratore) è infatti una sorgente di segnale video ormai abbastanza diffuso fra quelli che possiedono il televisore (cioè tutti o quasi). Per cui chi vuole diventare un non-televisivo può anche rimanere alla citovisione tranquillamente, senza aver per questo dimunuiti i vantaggi, ammesso che ve ne possano essere, della "non-televisità".
L'idea fondamentale della citovisione è quella di poter scegliere quello che uno vuole guardare e saltare le parti che non gli piacciono. Prima fra tutte la pubblicità (ma alla pubblicità bisogna dedicare un discorso a parte visto che, lasciando da perdere facili -e sbagliati- estremismi, non è così cattiva come sembra), ma anche i balletti e i vari riempitivi, i giochi a premi, le promozioni, i tempi morti o i servizi assolutamente noiosi. Come si fa? Semplicemente si registra il programma che si vuole vedere e lo si guarda dalla cassetta e non dall'antenna. Naturalmente questo ha degli svantaggi. Prima di tutto si deve perdere tempo a programmare il video, poi comunque si usa del nastro (va bene che si può registrarci sopra, ma dopo un po' la qualità decade) e, in ogni caso, una cassetta è formata sempre da nastro che, per sua natura, è un mezzo sequenziale, e permette salti da un punto all'altro non in modo veloce e preciso. In più il nastro ha una durata limitata. Se volete guardare il telegiornale basta una mezz'ora, ma se volete guardare "domenica in" allora avrete qualche piccolo problema (a meno di non usare una videocassetta da quattro ore usata a velocità dimezzata).
Al di là di tutto questo, però, attendendo l'arrivo dei dischi video registrabili a basso costo, il video è l'unica alternativa possibile. Qualcuno di voi mi domanderà che differenza c'è tra guardare Domenica in registrata magari la settimana prima e guardare invece quella che stanno trasmettendo in diretta. Be' la differenza è grosso modo quella che c'è fra ascoltare una conferenza di uno scienziato e, invece, leggere le stesse cose scritte su un libro. Nella conferenza dovete stare attenti e, se anche potete distrarvi quando si parla di cose non interessanti, comunque siete tenuti a star seduti e composti. Mentre nel libro (parlo ovviamente di un libro scientifico, non un romanzo) potete saltare i capitoli noiosi o le dimostrazioni dei teoremi, e, per contrario, potete invece rileggere quante volte volete le parti che vi sono oscure, potete tornare indietro, fare confronti, tutte cose che in un incontro diretto non sono possibili. Senza contare che la televisione è a senso unico. Mentre partecipare a una conferenza può essere interessante perché poi potete fare domande, in televisione questo non accade (ci sono, è vero, delle trasmissioni in cui si possono fare domande all'esperto, ma alzi la mano chi è mai riuscito a prendere la linea in tempo). Così anche guardando un programma registrato. Se vi interessava solo ascoltare l'intervista a un certo ospite guardate quella e stop, altrimenti saltate tranquillamente, guardando quello che c'è stato, solo per scoprire, in circa mezz'ora, che non vi siete persi niente nelle otto ore circa di trasmissione. Naturalmente, e qui sta il grosso svantaggio (niente è gratis in natura), per sfruttare la citovisione bisogna stare attenti, più attenti che nella televisione. Mentre infatti si può accendere il televisore su "domenica in" la domenica pomeriggio e poi, in pratica, scordarsene e lasciandolo in sottofondo, ciò non si può fare (o, meglio, si potrebbe fare ma sarebbe da stupidi) con la citovisione che, invece, si presume essere destinata a un pubblico attento che, se per caso c'è qualcosa che non gli piace, schiaccia il tasto Forward del video e passa ad altro. Così, in pratica si può vedere "domenica in" (non sono fissato con questa trasmissione, c'è anche "buona domenica" che altrettanto bene si presta a questo articolo, ma consideratelo come un esempio tipico) in due modi: in diretta, accendendo il televisore per tutto il pomeriggio, magari mentre si sta parlando in salotto con amici o si stanno facendo le pulizie settimanali (stirare, stendere e tutte le altre cose simili) oppure in citovisione, accendendo il televisore magari solo per un'ora, mettere la cassetta e guardando, con attenzione, quello che di buono è stato trasmesso. In poche parole: o otto ore diluite o un'ora (o anche più, dipende dall'interesse che uno ha verso quella particolare puntata di quel programma) però concentrata. E' ovvio che questi due modi di vedere la televisione sono molto diversi, in pratica la citovisione annulla la visione della televisione intesa come intrattenitrice, ma sposta alla visione (che poi è, diciamolo, l'obiettivo del movimento no-t) di una televisione come veicolo di informazione. Naturalmente bisogna fare un discorso a parte per i film. Qui la differenza fra tele- e citovisione consiste essenzialmente nella pubblicità (e, per quelli di mezza sera, per il TG che di solito mettono in mezzo fra primo e secondo tempo). Ora, è vero che la pubblicità rovina il film, però non la considererei sullo stesso piano di un "balletto" (giusto per dire uno spettacolo che di solito non porta informazione: non parlo ovviamente dei balletti classici trasmessi da teatro, ma di quei gradevoli, non dico di no, stacchi fatti con musiche di solito moderne e ritmate. Un esempio per tutti: le "Veline" di Striscia la Notizia). La pubblicità, infatti, non fa altro che finanziare lo status quo che, comunque, è determinato dall'ascolto. Se giudichiamo la pubblicità stupida può essere anche una critica giusta; ma non bisogna dimenticare che la pubblicità ha il solo scopo di vendere e viene fatta stupida probabilmente perché la televisione è stupida, ma così piace perché così viene capita (e seguita) da tutti, anche da persone che non hanno la cultura sufficiente per aver sviluppato una coscienza critica o da persone (purtroppo) che, pur avendola, a volte se la dimenticano spenta quando si siedono davanti allo schermo. Tutto questo discorso per dire che guardare i film in citovisione è una cosa che non aggiunge granché al piacere del film stesso. Primo, naturalmente, perché la televisione, con o senza pubblicità, non è un cinema (anche se con i moderni schermi giganti a retroproiezione e gli impianti casalinghi di Dolby Surround l'illusione è ottima), secondo, ahimè, perché comunque, volenti o nolenti, quasi mai i film in tv vengono trasmessi interamente: tagli e modifiche sono all'ordine del giorno... e terzo, infine, perché, a meno di inventare qualche diavoleria (mi pare che ce ne fosse una ma non ha avuto grande pubblicità, o forse era solo una bufala) che tolga la pubblicità automaticamente mentre si registra il film, bisogna comunque prendersi la briga, telecomando in mano, di far avanzare il nastro a ogni interruzione. Insomma, sembra che il gioco non valga la candela, a meno che, ovvio, non vogliate registrarvi il film per vostro comodo, per averlo sempre disponibile nella vostra collezione (violando qualche legge sul copyright, ma questo è un altro discorso). L'altro discorso sulla citovisione riguarda i telegiornali. Per i tg, infatti, sembra che il discorso della citovisione sia soltanto un modo per complicarsi la vita, per cui c'è incertezza sull'opportunità di guardarli registrati piuttosto che in diretta. Non dico di no. L'incertezza deriva essenzialmente dal fatto che i telegiornali attuali sono sia dei notiziari sia delle occasioni di spettacolo (molto spesso strappalacrime o qualcosa del genere). Per cui dipende da quale aspetto predomina. Io li considero più dei programmi spettacolo e quindi li guarderei solo in citovisione, mentre alcuni, forse interessati dalle vicende, vogliono sentire le cose in diretta e quindi li escluderanno dalla citovisione. Considerazioni di ordine pratico suggeriscono questa tecnica: sarebbe forse inutile, infatti, guardare sempre il telegiornale del giorno prima... o forse no. Dipende ovviamente se il tg è l'unica fonte di informazione o si leggono anche i giornali o si ascolta la radio.