APPUNTI DI VIAGGIO


Alla domanda:
- "Cosa significa Equilibrio Instabile", dovremmo rispondere con un invito a guardarci dopo un concerto dal vivo, dal momento che le birre si smette di contarle già al sound-check... ma è una risposta che fa molto star, non ci si addice, e... è meglio dire la verità!!!
Lasciamo i giudizi ed i commenti a chi è esperto, a chi fa musica; noi non siamo musicisti professionisti, siamo solo dilettanti, ragazzi, e come tali ci distogliamo dal gioco infantile che è l'appartenere in bande, etichette, colmando le proprie solitudini in "pie" supposizioni.
Noi amiamo la musica, per ciò che può dare, per come realmente è nel suo mondo, per come ha cambiato il nostro, e solo su questo basiamo il nostro esserle schiavi, altre cose sono inezie.
Tullio il cantante confida: -"Mi capita di ascoltare con gli occhi chiusi Bob, ops, zio Bob, che spizzica le corde del suo basso e dà il tempo. Non riesco neppure a pensare che già, quell'animale da più di 100 colpi al minuto del mio batterista, inizia la sezione ritmica per una breve introduzione, e... subito quel molestatore di scale, "Pacciani", crea la melodia vera e propria.
Le mie labbra, atterrito quasi per tanta improvvisazione omogenea, si avvicinano alla spugna del microfono fino ad assaporarne la polvere adagiata lì dall'ultima volta: devo essere io a dare un'anima al tema, ma la voce, timida, accenna solo un na na na na na.
Basso, batteria e chitarra stanno suonando una base sulla quale mi avventuro ad orecchio e senza segnali oltre quelli degli accordi.
E' rischioso, ma devo provarci.
Ci siamo!"
Insieme cominciamo a suonare il "brano".
Ancora una volta è diverso da tutte le prove. Da tutte le altre versioni già eseguite.
Un accento della batteria, una piccola variazione nella linea di basso, un assolo arricchito da un'armonizzazione... è un nuovo brano ora.
E' nostro!
Lo suoniamo insieme, da soli, ma insieme.
Ascoltiamo la musica che ne esce come fosse prodotta da un unico strumento multitimbrico. Improvvisiamo ancora sulla struttura del brano, e ad ogni coro è sempre un nuovo brano.
Sembra quasi che non ne esistano le note, nemmanco gli accordi, esiste solo la musica. Suoniamo per noi, per la nostra sola felicità di farlo. E siamo ancora più felici se almeno una delle persone che ci ascolta capisce e sente qualcosa.
E la tensione sale sempre più.
Arriva però il momento in cui non c'è altro da dire (in cui non sappiamo dire altro), ed allora ecco il rilassamento, cui segue un nuovo inizio di eccitazione con la prossima improvvisazione "improvvisa". Finchè sappiamo di avere terminato di dire e dare almeno fino al prossimo brano.
Ecco che suoniamo il tema per chiudere questo cerchio.
Sempre uguale ma sempre nuovo come un'avventura, la più bella; come una sfida, la più piacevole; come un amore, il più incerto.
Come la musica, come la vita, come noi: EQUILIBRIO INSTABILE!