Imperatrice d'Austria Bellissima, intelligente, sposa d'un principe bello, buono e potente... sembrava votata a una vita fiabesca e invece....Viaggiava (e fuggiva) da una realtà all'altra... fino al ....
Nata a Monaco (ma cresciuta quasi sempre nell'informalità del castello di Possenhofen vicino al poi tristemente famoso lago di Starnberg) da un ramo cadetto della famiglia regnante in Baviera (era cugina del re Luigi II, più conosciuto semplicemente col nome di Ludwig), Elisabetta (1837/1898) fu scelta, giovanissima, come sposa dall'imperatore Francesco Giuseppe d'Asburgo. Dalla loro unione, apparentemente felice, nacquero tre figlie (una morta in tenera età) e un figlio, Rodolfo, l'erede al trono. Nevrotica e insofferente della rigida etichetta di corte, Elisabetta passò gran parte della sua vita d'imperatrice lontano da Vienna. Quando non soggiornava in qualche secondario castello all'interno dell'impero (come quello di Godollo in Ungheria), era in viaggio per qualche lontana località, di preferenza mediterranea (ma con puntate anche a Madera e in Inghilterra). La sua isola preferita era, comunque, Corfù, dove possedeva un castello chiamato Achilleion. Di idee liberaleggianti (come il cognato Massimiliano e il figlio Rodolfo), non intervenne quasi mai in politica se non per favorire l'amatissima Ungheria, a cui nel 1867 fu assegnato uno status pari a quello dell'Austria (con grande disappunto di altri paesi, come la Boemia, facenti parte dell'impero asburgico). Dopo la nascita dell'ultima figlia, si separò di fatto dal marito (di cui favorì la relazione con l'attrice Katharina Schratt) e pare visse in completa castità, nonostante la forte attrazione sentimentale che provava per il conte e statista ungherese Andràssy. Fu però sempre vicina alla sua famiglia d'origine e a quella del marito nelle tante disgrazie che le colpirono, tra cui basti ricordare il suicidio del cugino Ludwig e quello dell'appena trentenne figlio Rodolfo (il famoso dramma di Mayerling). Poco meno che sessantenne, fu colpita al petto con un solo colpo di una specie di punteruolo dall'anarchico italiano Luigi Lucheni a Ginevra e morì alcune ore dopo in una stanza del locale albergo Beau Rivage.
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PAGINA 2
DI
ELISABETTA D'AUSTRIA.
STORIA E STORIE
by bard842

Giuseppe Serpagli                                  Mail: bard842@yahoo.com
LA PAGINA DEGLI AMICI DELLA STORIA E GUESTBOOK
I N D I C E
Come quasi tutti i testi di questo sito, quello di questa pagina  é già stato pubblicato nella Terza Pagina di almeno uno dei seguenti quotidiani:
Corriere del Ticino - Lugano CH
La Sicilia - Catania
Libertà - Piacenza
Milano, 1994. Scritta da Nicole Avril, é arrivata in libreria, col titolo di "Sissi" (Vita e leggenda di un'imperatrice), l'ultima biografia su Elisabetta di Wittelsbach, imperatrice d'Austria e regina d'Ungheria. Nonostante sia la prima opera biografica dell'autrice (prima solo romanziera), si tratta di un capolavoro nel genere. Una biografia non romanzata (come le precedenti opere dell'autrice potrebbero lasciar supporre), monumentale quel tanto che basta, minuziosa e nitida ma non pedante, dotata di buon ritmo narrativo e mescente abilmente i più importanti fatti storici che accompagnarono la vita di questa donna, celebre e infelice, con il racconto vero e proprio della sua esistenza, senza tralasciare qualche opportuno rimando letterario (come a Heine). Malgrado per il titolo italiano sia stato scelto il diminutivo con cui Elisabetta é diventata famosa nel nostro secolo per alcuni film giovanili di Romy Schneider, il presente libro ha poco da spartire con essi, a parte - ovviamente - il fatto di occuparsi dello stesso personaggio. Semmai qualche aggancio c'é con il "Ludwig" di Visconti (uno dei pochissimi casi di riuscita di un film storico-biografico), in cui Elisabetta, interpretata nuovamente dalla Schneider (ma con ben altro spessore), ha una piccola (ma molto pregnante) parte.
ELISABETTA D'AUSTRIA (SISSI)
(La principessa Sissi - Pagina 1)
Bellissima, intelligente, sposa di un principe bello, buono e potente che la scelse più per amore che per politica, Elisabetta sembrava votata a una vita fiabesca. E invece figura a pieno titolo in ogni raccolta antologica di "donne tragiche della storia". Certo, tante furono le disgrazie che la colpirono da vicino ancor prima della sua stessa tragica morte, le cui modalità forse non le sarebbero dispiaciute: un oscuro anarchico che intendeva solo colpire un simbolo del potere (proprio lei che per tutta la vita aveva cercato di sfuggire ai suoi diritti/doveri monarchici!), in terra straniera e per giunta neutrale, lontano dalle formalità della Hofburg viennese, ecc. Ma l'origine della sua nevrosi (o depressione o malinconia o spleen, come chiamare la si voglia) é precedente a quasi tutte le tragedie che la toccarono. Cioran, uno tra i tanti suoi ammiratori, scrisse "Non voglio minimizzare le sue delusioni né le prove che ha subito, ma ritengo che non abbiano svolto un ruolo fondamentale. Sarebbe stata delusa in qualsiasi circostanza, era nata delusa...". Chi scrive é, quindi, d'accordo con Cioran, ma soltanto per la prima parte della sua dichiarazione, sembrandogli invece che la "delusione" di Elisabetta non risalga alla sua nascita, ma a quando, adolescente, dovette lasciare la Baviera per cingere la corona imperiale. Per cui, oserei definire la sua nevrosi come una "sindrome di Possenhofen": un continuo rimpianto per la spensieratezza dell'infanzia, per la famiglia d'origine, per il solo luogo sulla terra dove forse era stata felice, per gli elfi e le fate che lo popolavano...
Il sogno infantile di una vita irreale che non poteva esistere nemmeno tra i dorati palazzi del potere imperiale, ma che poteva brevemente e magicamente ripetersi soltanto quando su un treno (una nave, una carrozza o un cavallo), Elisabetta viaggiava (e fuggiva) da una realtà all'altra...fino al pezzettino di ferro che, quasi dolcemente, pose fine ai suoi giorni e alle sue sofferenze. L'ultimo viaggio di questo splendido albatros baudeleriano, che avrebbe voluto invece scomparire nel mare, fu quello in treno che lo portò - le grandi ali ormai chiuse per sempre - a Vienna per essere sepolto nella Cripta dei Cappuccini.
Giuseppe Serpagli                                             
                                      
                                     Pagina 2 di Elisabetta d'Austria  (Sissi)



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Dalla mia pagina su Lucheni:
Paradossalmente, Lucheni fece un favore a Elisabetta, perché le diede quel genere di morte a cui lei ormai anelava: improvvisa, senza soffrire, lontano dai suoi cari per non angosciarli e al cospetto della natura che lei tanto amava. La lama di Lucheni permise a Elisabetta di "volar via da questo mondo come un uccello, come un filo di fumo" per dirla con le sue stesse parole. E ancor più paradossalmente, Elisabetta avrebbe perdonato (e fors'anche ringraziato) Lucheni, come dicono anche il suo primo biografo, il conte austriaco Egon Corti, e la regina Elisabetta di Romania, anch'essa (come Sissi) poetessa. Sissi e Lucheni non avevano nulla in comune - a parte quel tipo di nevrosi definito motomania -, ma senz'altro erano due anime di fine secolo in gran pena.

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Dalla mia pagina n. 2 su Elisabetta
...Elisabetta, instancabile viaggiatrice, in una delle sue tante poesie, mediocri ma utili per capirla, scrisse:
"Sono un gabbiano che non appartiene ad alcun paese,
Nessuna spiaggia é la mia patria,
Non mi affeziono ad alcun luogo,
Volo di onda in onda."...
Dalla mia pagina 2 su Elisabetta
...Elisabetta amava i laghi e adorava il mare, che vide per la prima volta a Trieste. Vicino al piccolo lago di Starnberg passò quasi totalmente il primo quarto della sua vita. Sul lago Lemano, così vasto che poteva sembrare il mare, morì. Sì, perché, colpita a terra dalla lama di Lucheni, perse poi conoscenza solo sul battello che aveva preso comunque e non la riprese mai più, anche se tecnicamente morì qualche ora più tardi nell'hotel Beau Rivage. Tutto ciò non le sarebbe dispiaciuto, tanto più che quando la vita incominciò a spegnersi in lei, si trovava proprio su un mezzo di trasporto...ancora una volta in viaggio, lontano...lontano dall'odiata Hofburg viennese!