Milano 1988. Ha ragione Edward Crankshaw quando scrive che il Settecento era "un'epoca in cui il titolo di "Grande" veniva dato non ai sovrani che governavano bene, ma a quelli che, a qualunque prezzo per i loro e gli altri popoli, ingrandivano i rispettivi imperi. Caterina [di Russia] era Grande, Federico [di Prussia] era Grande, Maria Teresa [d'Austria] che torreggiava su entrambi, non lo era.". In effetti, senza voler entrare nel merito dei criteri di attribuzione del titolo, non si può non essere d'accordo sul fatto che anche Maria Teresa fu Grande sia come capo di stato sia come donna. Comunque, fors'anche perché il suo non é un nome di battesimo così ricorrente come quello dei due suddetti, quale miglior titolo di grandezza che il poterlo citare senza l'aggiunta di quello di famiglia o di nazione per parlare di lei? A Maria Teresa é dedicata la stupenda biografia omonima, scritta dal giornalista e storico Edward Crankshaw, esperto in cose asburgiche, e recentemente ristampata in edizione italiana.
Quando Maria Teresa salì sul trono di Vienna nel 1740, i suoi domini non erano che un coacervo di paesi, razze e lingue diverse che sembrava sul punto di frantumarsi. Quando morì, nel 1780, il suo vasto impero (che spaziava dal Belgio alla Transilvania) era risanato (ovviamente secondo gli standard dell'epoca) abbastanza da durare quasi un altro secolo e mezzo. Il compito non fu facile per una donna abbastanza impreparata al ruolo di imperatrice che, se le circostanze glielo avessero concesso, forse non avrebbe aspirato ad altro che alle quiete gioie familiari da buona "borghese" qual'era in fondo. Donna essenzialmente pacifica, si trovò per giunta a dover combattere una guerra dopo l'altra, in un vortice di cangianti alleanze e trattati che non valevano neanche la carta su cui erano scritti. A cominciare dalla Guerra di Successione Austriaca (1740-1748), iniziata poco dopo la morte del padre di Maria Teresa, l'imperatore Carlo VI, da Federico II di Prussia per impadronirsi della Slesia e presto deflagrata in conflitto europeo.
Considerata la sua giovane età (era nata nel 1717), la sua inesperienza e la quasi totale mancanza di capaci consiglieri (i validi Tarouca, Haugwitz, van Swieten e Kaunitz verranno più tardi), fu la prova più dura per lei. Tanto più che in questa prima guerra era in gioco il suo stesso diritto al trono, così difficilmente e a malincuore (fino all'ultimo aveva sperato un erede maschio) sancito dal padre con la famosa Prammatica Sanzione. E non va dimenticato che per Maria Teresa, profondamente cattolica e sovrana assoluta, questo diritto era divino. Superò la prova, anche grazie all'aiuto degli ungheresi, dei quali aveva saputo toccare le più recondite corde cavalleresche. Alla fine ebbe non solo confermato il suo diritto al trono, ma ottenne la corona imperiale anche per il marito Francesco Stefano di Lorena.
La cara Slesia, però, era perduta a favore dell'eterno rivale Federico II di Prussia e non poté mai più essere recuperata, nonostante il successivo coivongimento dell'Austria nel capovolgimento delle alleanze e nella Guerra dei Sette Anni (1756-1763), dalla quale risultarono - tra l'altro - la conferma della Prussia nel rango di grande potenza e la trasformazione della Russia da potenza periferica a europea. Quando nel 1765 le morì il marito, il figlio Giuseppe II divenne imperatore coreggente. A lui e al cancelliere Kaunitz (per altri motivi quasi leggendario), si deve l'ignominioso accordo con Federico di Prussia e Caterina di Russia per la spartizione (la prima di tante) a tre della disgraziata Polonia.
Ma dove l'operato di Maria Teresa fu più rimarchevole fu nella politica interna con le sue riforme che col passare degli anni sono diventate quasi un mito, vivo ancor oggi in paesi per altri versi recalcitranti al  dominio di Vienna, come la Lombardia. Non ne citeremo che alcune. L'amministrazione pubblica fu centralizzata, il potere giudiziario fu separato da quello amministrativo, l'obbligo di pagare le tasse fu esteso alla nobiltà e al clero sulla base del censimento e del catasto voluti dall'imperatrice. Grandi innovazioni e potenziamenti furono fatti nel campo dell'istruzione, da quella elementare a quella superiore. Famosa la fondazione del Theresianum, un istituto creato per formare gli alti funzionari statali, un pò come farà circa due secoli dopo De Gaulle con l'ENA.
Uno degli aspetti più sensazionali di Maria Teresa é quello che, pur non essendo una sovrana "illuminata" dai filosofi ed enciclopedisti dell'epoca come tanti suoi colleghi e il suo stesso figlio Giuseppe II, riuscì a essere meno desposta di loro e a prendersi più cura del benessere effettivo del suo popolo. Il tempo dedicato allo Stato non le impedì di mettere al mondo ben sedici figli, dei quali molti morirono in tenera età, e di avere abbastanza cura di loro. Nonostante i tanti tradimenti di Francesco Stefano, una quasi nullità all'infuori delle sua competenza nelle questioni finanziarie, fu sposa fedele e non amò che lui.      
Il rimprovero che le muove Crankshaw di aver sacrificato la figlia Maria Antonietta per ragioni di Stato e di non averla preparata abbastanza al ruolo di regina di Francia non mi pare del tutto giustificato. I matrimoni politici erano la norma tra le case regnanti. Anche se Maria Antonietta avesse avuto la più solida  preparazione, avrebbe tutt'al più evitato molte leggerezze giovanili e forse assunto posizioni politiche più accorte, ma non la ghigliottina. L'uragano che si stava preparando in Francia era talmente devastante che    nessuna forza umana avrebbe potuto fermarlo, al massimo sfuggirgli o ritardarlo. Probabilmente nemneno un'Elisabetta I, un Richelieu o la stessa Maria Teresa avrebbero potuto uscirne indenni, se non salvare almeno la vita con una Varennes riuscita.
Giuseppe Serpagli
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