Milano 1992. Pressappoco negli anni in cui innumerevoli Madames Bovary languivano ed uscivano di scena, sconfitte nella lotta per un miraggio di vita migliore, una donna bellissima e misteriosa riscattava tutte le loro pene, facendosi strada nella vita e ottenendo a profusione tutto quello che era loro mancato: denaro (con tutti i suoi annessi e connessi), spasimanti, invidia e soprattutto libertà. Era Lola Montez (1818/1861), danzatrice di scarso talento e avventuriera dalle infinite risorse. A lei riuscì persino il miracolo di entrare nella storia grande per via della sua relazione con il re di Baviera Ludwig I. La scandalosa relazione (malgrado tutto, probabilmente solo platonica) tra il vecchio re (che la fece anche contessa) e la già famosa seduttrice fu infatti una delle cause (la più appariscente) che fecero perdere il trono a Ludwig, nonno di un altro Ludwig di Wittelsbach (quello del film di Visconti) che qualche decennio dopo il trono lo perderà per tutt'altre "stravaganze". Le gesta di quella che può essere considerata una delle prime vamp sono narrate con dovizia di particolari (anche sul periodo storico che, grosso modo, va dal Congresso di Vienna del 1815 ai moti rivoluzionari europei del 1848) nella corposa e interessante biografia "Lola Montez" (Ballerina e avventuriera) di Roberto Giardina. |