Il Portogallo e i Templari




Dal Portogallo, il nostro carissimo amico Francesco Pratticò (e-mail prattico@ultimate.pt ) ci invia una preziosa testimonianza sulla presenza Templare in questo Paese; si tratta di una ricerca particolarmente interessante ed ottimamente documentata dal ns. amico grazie anche a delle immagini fotografiche veramente preziose!!

Siamo certi che, come per le altre collaborazioni, anche in questo caso Francesco avrà dato un contributo per una migliore conoscenza della materia.

 

 

 


Sino a pochi anni fa si parlava dei Templari come se si stesse affrontando un discorso scabroso e pieno di tabù. La maggior parte delle persone, in quasi tutto il vecchio continente, immaginava di trovarsi di fronte ad una setta segreta medioevale e questo stato di cose era aggravato dalla mancanza quasi assoluta di una documentazione valida che aiutasse a capire chi erano i componenti di quell’ordine religioso-militare scomparso sotto i colpi di Filippo il Bello e la  compiacenza di Papa Clemente Vº.

 

Anni fa, quasi come una moda, si riprese a parlare della “Milizia dei Poveri Cavalieri di Cristo del Tempio” e su di loro sono stati scritti numerosi libri che volevano avere il privilegio di essere, ognuno di loro, la chiave che svelava il recondito arcano.

 

Ma esisteva veramente questo arcano? Oppure sono esistiti ed esistono ancora oggi interessi tali da relegare i Templari al loro oscuro destino dettato da una turpe sentenza?

 

Forse in gran parte d’Europa la vicenda si riassume così, ma esiste un piccolo paese del nostro continente dove il ricordo e il debito verso questi Cavalieri è sentito, dopo ottocento anni, come una realtà, il Portogallo.

 

Il simbolismo della croce templare, anche nella sua variante voluta dal re Diniz e ripetuta dai suoi successori , almeno sino al 1834, anno in cui la vittoria liberale nella guerra civile porta all’estinzione di tutti gli ordini religiosi, vive nel quotidiano.

 

              Croci Templari              

 

Questo è solo un piccolo aspetto di quella grande sfaccettatura che è la tematica dei Templari.

 

Tutto inizia nel Medio Oriente, nell’anno 1118, quando il desiderio di liberazione della Terra Santa, e non solo, generare il concetto delle Crociate. In Gerusalemme nove cavalieri, con l’autorizzazione di re Baldovino IIº, fondano un piccolo ordine religioso militare:” La Milizia dei Poveri Cavalieri di Cristo del Tempio”, sotto la guida di Ugo di Payns. Tra questi sembra che vi fosse un portoghese certo Arnaldo da Rocha, forse originario della zona di Gondomar, alle spalle di Oporto.

 

L’origine geografica di questo primo cavaliere può essere stata un caso, ma segnaliamo che in quella zona da alcuni decenni si sta verificando un fermento politico particolare che è l’innesco del futuro regno del Portogallo. Lì sorge una delle prime cattedrali metropolitane della penisola iberica, Braga, che contrasta il passo al grande santuario di Santiago de Compostella (Spagna); una regione, quella di Oporto, dove secondo una leggenda il S.Graal si ferma per un breve periodo e genera, secondo alcuni storici, l’origine del toponimo di questa nazione:”Contea Portucralensis”, vassallo del regno di Leone; un’area che confina con i territori cristiani della Spagna e il Portogallo  mussulmano.

 

La contea è in regime di vassallaggio con l’imperatore di Leone Alfonso VIº che per tentare di ristabilire l’ordine invia ad amministrare il territorio la figlia illegittima D.Teresa e lo sposo di questa, il Conte Enrico di Borgogna. Dalla loro unione nasce Alfonso Henriques, colui che diverrà il primo re del    Portogallo. La volontà dell’arcivescovo di Braga e della nobile famiglia di Soero Mendes detterà i primi passi verso l’indipendenza.

 

In occasione del quattordicesimo compleanno il giovane Alfonso Henriques viene investito Cavaliere del Tempio nella chiesa del S.Salvatore di Zamora (Spagna), siamo nel 1124. Due anni più tardi  D.Teresa dona all’Ordine dei Templari i terreni della Fonte da Arcada che vengono amministrati dal Gran Maestro Guilherme Ricardo. I fasti portoghesi dell’Ordine crescono con l’offerta del Castello di Soure dove ricevono il battesimo del “fuoco” nella difesa del loro bastione contro un’offensiva araba. 

 

L’importanza dei Cavalieri del Tempio cresce in concomitanza con l’opera militare di conquista della regione della valle del fiume Tago  e raggiunge il suo apogeo con la liberazione della città di Santarém. D’immediato Alfonso Henriques dona alla Milizia del Tempio quel territorio , la valle del fiume Zêzere e il castello di Ceras. È Gran Maestro delle Milizie del Tempio, Pedro Arnaldo che morirà durante l’assedio di Álcacer do Sal (1157).

 

Dieci anni prima le forze portoghesi , i crociati della “Seconda Crociata” e vari ordini, tra i quali i templari, liberano la città di Lisbona ( questa è la settima volta che i cristiani entrano in armi nella Roma del Tago).  Subito dopo diviene sede di vescovato e  il primo prelato, D.Gilberto, si oppone alle donazioni e alle rendite che Alfonso Henriques ha costituito a favore dell’ordine del Tempio  sostenendo che oltre che eccessive sarebbero spettate di diritto alla sua diocesi.

 

Il futuro re del Portogallo non prende una decisione immediata e facendo attendere il verdetto sino al 1159 anno nel quale riconferma  il suo operato. Nelle more della controversia i templari non restano con le mani in mano, ma iniziano una vasta opera di fortificazione e di ristrutturazione economico-amministrativa dei loro possedimenti.

 

Sorgono nuovi castelli: Pombal, Almourol, Idanha e Monsanto, ma l’opera prima deve essere considerata il Convento-Fortezza di Tomar, nato dall’accordo tra il primo re portoghese ed il Gran Maestro, Gualdim Pais. Tomar è necessario sia per proteggere il fianco alla città di Lisbona dal probabile ritorno dei mussulmani sia per dare una nuova e più efficiente Casa Madre ai Templari in sostituzione dell’ormai inutile castello di Ceras.

 

              

 

Immagini di Tomar

 

Gualdim Pais, tornato dalla Terra Santa, porta con se i modelli costruttivi dei Templari sia per quanto riguarda l’architettura religiosa sia per quella militare.

 

Il complesso religioso-militare è messo a dura prova nel 1190 quando l’emiro arabo Iacub Iussuf tenta di riaffermare il proprio dominio sui territori che erano stati mussulmani,. Dopo una settimana d’assedio la furia araba prende d’assalto la fortezza, ma la capacità militare templare riesce a trasformare  una possibile sconfitta in una  carneficina di mori.

 

Nel 1179 il Papa Alessandro IIIº, con la Bolla “Manifestis Probatua”, riconosce il Regno del Portogallo   e come re Alfonso Henriques, capostipite della Casa Reale di Borgogna.

 

La nuova nazione del sud ovest europeo tra i molti problemi ne aveva uno urgente: ripopolare il territorio. Questa missione  tocca anche ai Cavalieri del Tempio.

 

Per riuscere nel loro compito il Re li munisce di “forais” (autorizzazioni) destinati a provocare il sorgere di nuove città e nel 1169 promettendo loro la donazione di  un terzo dei territori liberati a sud del corso del fiume Tago con la clausola che le rendite provenienti da quei possedimenti dovevano restare in Portogallo almeno sino alla fine della Reconquista.

 

Il vincolo non è rispettato e i Templari destinano i proventi alle loro Case Madri all’estero.   Il Re non pone in essere  alcuna iniziativa legale per far rispettare l’accordo siglato e questa inattività fa ritenere che lo stesso monarca ritiene importante la presenza dell’Ordine in Portogallo e il suo obiettivo é quello di renderli autonomi rispetto al territorio.

 

Come già detto alla fine del XIIº secolo la Lusitania se la deve vedere con il ritorno in forza degli arabi (Almohadi) che riportano il confine sulle sponde del Tago.

 

Nel frattempo, 1209, il Regno Cristiano di Gerusalemme, cessa di esistere e gli Ordini che li erano sorti devono prendere la strada del vecchio continente.

 

La figura spicco nella storia dell’Ordine Templare in Portogallo fu il  Gran Maestro, Gualdim Pais (1157-1195) proveniente da una nobile famiglia del Portogallo del nord  il cui contributo alla Reconquista e difesa della regione della valle del fiume Tago è innegabile. Le grandi opere difensive di quella zona sono a lui attribuite e lo stesso D. Alfonso Henriques gli affida ufficialmente tale compito che verrà onoratamente portato a termine.

 

Il  desiderio del Portogallo di raggiungere sia l’unità sia la libertà è molto forte, ma per raggiungerla  deve appoggiarsi ai Templari, all’Ordine spagnolo di S.Tiago della Spada, agli Ospitalari, all’Ordine di Aviz e di  Calatrava. Nel 1249 l’ultima città algarvia in mano agli arabi, Faro, cade in mano cristiana e il Re Alfonso IIIº, con il “Trattato di Badajoz”(1265)  diviene Re del Portogallo e dell’Algarve. La Spagna dovrà attendere  il mese di gennaio del 1492 per vedere cadere l’ultimo caposaldo arabo in terra andalusa: Granada.

 

In Lusitania, con la fine della Reconquista, gli Ordini entrano in crisi. L’infedele è cacciato e poco resta loro da fare. Siamo alla fine del XIIIº secolo e D. Diniz è il nuovo Re. 

 

 

Monastero Alcobaa   Sala dei Re Diniz

 

Tra i molti problemi che deve affrontare ve ne sono due legati alla presenza in Portogallo di varie “congregazioni” di monaci-soldati:

1.- il legame di “vassallaggio “ assoggetta l’ordine al sovrano della terra d’origine;

2.- questa non sudditanza alla corte portoghese genera attriti e alcuni Ordini si rivoltano.

 

 La capacità del nuovo Re saprà risolvere questo difficile momento.

 

             

 

Monastero Alcobaa   Sala del Re Afonso I°

 

La sua azione politica si fonda su tre concetti: Nazione, Stato e Patria, secondo la definizione data da S.Giovanni Battista, S.Agostino e S.Bernardo di Chiaravalle gettando le basi del grande baluardo delle Scoperte.

 

Quest’opera di rifondazione del Portogallo si basa sulla collaborazione dell’ammiraglio Emanuele Pessagno, un genovese, che fondò la marina nazionale portoghese e sulla continuità della fedeltà dei Templari alla Corona portoghese che viene resa ancor più solida, nel 1288, quando costoro aiutano il re a sconfiggere sia il fratello Alfonso, che anelava al trono, sia i castigliani.

 

Il mutamento di secolo segna la fine dell’Ordine.

 

Limitiamoci agli avvenimenti portoghesi del processo d’estinzione iniziato in Francia.

 

Sappiamo che sia il Re francese sia il Papa informano le corti europee dell’accaduto invitandole a prendere provvedimenti contro i Templari (bolle papali Regnans in Coeli e Callidi Serpentis Vigil).

 

D.Diniz non può e non vuole assecondare tali meschine volontà. Il rapporto tra le due parti (Re e Templari) si è sempre fondato sulla reciproca lealtà, ma una minima apparenza, per gli interessi  di politica internazionale, deve essere mantenuta. Il “Re Lavoratore” instaura il processo, ma con una lentezza burocratica tale da poter permettere agli accusati di redigere valide linee difensive. Nel frattempo sceglie il collegio giudicante che risulta essere composto dal vescovo di Lisbona Giovanni, dal giureconsulto Giovanni della Legge e dal priore dell’Ordine francescano in Portogallo.

 

La prima decisione presa è quella di non imprigionare nessun Templare anche se nella sentenza del 27 novembre 1309 i beni  sono, ugualmente,  confiscati ed integrati nella corona portoghese.

 

L’idea  del Re è quella di gettare la sabbia negli occhi a di Filippo IVº e al  Papa Clemente Vº. tale espediente da i suoi risultati. Un nuovo problema batte alle porte: con la possibile estinzione dell’Ordine la Chiesa portoghese e i reali stranieri possono pretendere il possesso degli averi confiscati.

 

Il punto di forza di D. Diniz, in questa lenta e astuta partita a scacchi, si basa su alcuni assi che tiene pronti nella manica: la lontananza geografica del Portogallo dai grandi centri di potere dell’Europa,  il legame di parentela con il re di Castiglia Fernando e l’indecisione dei monarchi iberici.

 

Il 21 gennaio 1310 riesce a stipulare la “Convenzione di Salamanca” con la quale Castiglia e Portogallo diventano alleati e alla quale in un secondo momento aderisce anche Jaime IIIº di Aragona. La sostanza di questo Trattato internazionale permette la costituzione di una doppia barriera difensiva sia a favore delle singole autorità giurisdizionali sia a favore dei beni dei Templari.

  

Nelle more del processo, che si svolge sia in Santarém sia in Salamanca, tutte le componenti  sociali di questa nazione assolvono i Templari consentendone il graduale rientro.

 

L’anno 1312 segna la fine dell’Ordine, il Papa Clemente Vº lo dissolve e tra le autorità ecclesiastiche e D.Diniz inizia la battaglia per il possesso dei beni relitti. Sua Santità nomina come tutore degli averi portoghesi dell’estinto Ordine il vescovo della città di Oporto, Stefano, che non è persona gradita al re lusitano che per ostacolare i piani comincia nuovamente a temporeggiare obbligando il Papa a revocare gli effetti di quella nomina.

 

I problemi per D.Diniz e i Templari non sono ancora finiti perché nel 1317 il Papa  Giovanni XXIIº  aveva donato al  cardinale Bertrand il castello e le terre di Tomar. Nonostante il nuovo empasse il Re non abdica dal suo progetto. Per non apparire di prima persona, organizza un’ambasciata di protesta nei confronti del Papa. Il gruppo portoghese è formato dall’erede al trono e da un folto gruppo di nobili locali che una volta giunti ad Avignone prendono letteralmente d’assedio l’ufficio pontificio  costringendo il capo del dicastero a rinunciare ai diritti vantati su Tomar.

 

Tomar ritornata ai suoi legittimi proprietari. Il Portogallo vince la guerra diplomatica per la conservazione dell’Ordine dei Templari, lasciando ai suoi poderosi avversari solo le briciole e divenendo così il grande erede spirituale di quella tradizione.

 

               

 

Castello Castro Marim

 

La grande opera di D.Diniz viene però trascurata dal nostro “Sommo Poeta” che, ironia della sorte, nel Canto XIXº del Paradiso condanna ingiustamente il re portoghese affidando le sorti dell’Impero dello Spirito Santo al debole Re lussemburghese Enrico VIIº.

 

La lunga partita a scacchi non è ancora conclusa e D.Diniz si prepara a dare lo scacco matto.

 

La mossa finale prende il via quando una nuova ambasciata arriva ad Avignone con l’intento di spiegare a Papa Giovanni XXIIº le ragione che hanno indotto il re lusitano a conservare i beni dei Templari. Gli inviati sono il Cavaliere di Monsaraz, João Lourenço e il canonico di Coimbra Pedro Peres . Il piano di D:Diniz fa leva nelle Crociate: la lotta  all’infedele approfittando del fatto che in Andalusia il pericolo mussulmano è ancora una realtà e  confinando con l’Algarve è necessario costituire una milizia che ne difenda i confini. Questo nuovo Ordine si deve insediare nel castello di Castro Marim collocato su di un piccolo colle che domina la parte finale del corso del fiume Guadiana, di fronte alla cittadina spagnola di Ayamonte, e quindi in ottima posizione strategica .

 

Gli ambasciatori portoghesi, seguendo le istruzioni ricevute dal loro monarca, sanno ravvivare nell’animo del Papa un fuoco che si sta spegnendo, o forse gli danno un ottimo argomento per seppellire uno scomodo cadavere. Il 14 marzo del 1319 viene emanata la bolla “ Ad ea exquibus cultus augeatur divinus” con la quale si battezza la nascita dell’Ordo Militae Jesu Christi” o Ordine della Milizia di Gesù Cristo o Cavalieri di Cristo ai quali è consegnato tutto il patrimonio templare portoghese.

 

Il lungo viatico che porta dai Templari ai Cavalieri di Cristo può essere paragonato alla metamorfosi del bruco che diviene farfalla, ossia la continuità nel cambiamento. Infatti il nuovo Ordine è legato all’antica regola della fedeltà cistercense e in Portogallo all’abate di Alcobaça e al Re. Il 5 maggio del 1319, in Santarém, i nuovi Templari resuscitavano sotto la guida del Gran Maestro Gil Martins.

 

Il loro simbolo è null’altro che la modifica della conosciutissima croce a base quadrata che assume, ora,  una pianta rettangolare con una seconda croce bianca al suo interno che  simbolizza l’innocenza dell’Ordine dalle oltraggiose accuse che avevano provocato la sua estinzione.

 

L’epoca d’oro della storia del Portogallo non sa fare a meno dei Cavalieri di Cristo. Il simbolo che garrisce sulle vele lusitane che sfidano lo sconosciuto è la Croce del Tempio!

 

 

Il piccolo centro medievale di Monsaraz

 

 

 Bibliografia

-         A Missão Templária nos Descobrimentos, Rainer Daehnhardt, Ed. Nova Acrópole

-         De Tomar , Amorim Rosa, Ed Gráfica de Tomar

-         Dicionário Enciclopédico da História de Portugal, Publ. Alfa articolo di Luis Krus vol II

-         Portugal Razão e Mistério, António Quadros, voll I-II, Ed. Guimarães

-         La Divina Commedia “Il Paradiso” canto XIX, Ed. Espresso CDR Liz 1

-         Breve História da Igreja, August Franzen, Ed. Presença

-         La fine dei templari, Andreas Beck, Ed. Piemme

-         História de Portugal, José Mattoso, vol. II, Ed Estampa

-         www.archeosofica.com

 

 

 



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