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 IL VECCHIO Lo® e' nato a Trieste nel 1966. Nel 1990 si e' laureato in Economia e Commercio presso la locale Universita' degli Studi e dal giugno del 1998 è iscritto all'Albo dei Promotori Finanziari. Dopo aver lavorato dal 1993 al 1999 come consulente finanziario nella locale Cassa di Risparmio , è passato, in maniera più professionale e dedicata, ad una giovane ma potente e dinamica Banca specializzata nel settore finanziario.
Questo sito e' dedicato a tutti coloro che, senza avere ne' tempo ne' voglia di "sorbirsi" una lezione di Economia Finanziaria, desidererebbero avere dei suggerimenti o almeno delle informazioni utili alle proprie decisioni di investimento.

Godetevi allora due soli grafici; il concetto primario vi sara' senz'altro chiaro: il "fai da te" negli investimenti non paga! Chi acquista singoli titoli, siano essi titoli di stato o obbligazioni corporate o high yield, deve o accontentarsi di rendimenti bassissimi (di molto sotto al livello dell'inflazione) o accollarsi il cosiddetto "rischio emittente" (vedi le famose obbligazioni Argentina o Cirio). Più sicuro e più redditizio è affidarsi ad una gestione professionale del risparmio!
Come si puo' ben vedere, infatti, mentre i B.O.T. dal 1995 ad oggi hanno visto una diminuzione dei rendimenti netti dell'85% (da quasi il 10% all'1,3% attuale - agosto 2003), anche i semplici fondi obbligazionari (cioe' quelli che investono per la maggior parte proprio nei Titoli di Stato e in obbligazioni private) hanno fatto registrare delle performances migliori (8-12% netto annuo nel triennio, dal 5 al 9% quest'anno).
C'è poi da rimarcare come tali rendimenti siano da considerare in regime di capitalizzazione composta ("gli interessi sugli interessi"), regime che specie con i tassi attuali, è applicabile in concreto ai Titoli di Stato solo per valori nominali prossimi ai 50.000 Euro (in caso contrario le cedole sono troppo piccole per essere reinvestite).
I Fondi di Investimento non sono sicuramente uno strumento adatto alla totalita' dei risparmiatori, ma nella mia esperienza lavorativa ho potuto constatare come, in effetti, per la grossa maggioranza delle famiglie gli orizzonti temporali di investimento raggiungano e/o superino, consciamente o inconsciamente, i due/ tre anni, almeno per una parte dei propri risparmi. Ed e' proprio a partire da questo lasso di tempo che i fondi di investimento e, in generale, tutte le forme di risparmio gestito, garantiscono statisticamente dei risultati soddisfacenti.

E allora perche' vincolare tali risparmi magari anche per cinque anni accontentandosi di un misero 2,5% netto, quando senza nessun vincolo di sorta acquistando, magari, esclusivamente i "soliti" titoli di stato, i gestori dei Fondi possono farci guadagnare qualche punto in piu'?!

Obiezione 1: "Ma com'e' possibile? Se i fondi acquistano titoli di Stato devono dare i rendimenti di questi ultimi, e allora tanto vale acquistarli da soli senza pagare le commissioni ai gestori..."

Questo ragionamento e' valido solo in parte, in quanto i gestori dei fondi non si limitano, come facciamo per la stragrande maggioranza dei casi noi singoli investitori, ad acquistare i titoli e ad incassare le relative cedole. L'attivita' principale dei fondi consiste nel monitorare i prezzi dei titoli in portafoglio, cosicche' se i prezzi di questi ultimi aumentano o diminuiscono (cosa di cui pochi si accorgono) vi e' la possibilita', rispettivamente, di vendere in guadagno o acquistare "a buon prezzo" i titoli (per poi rivenderli o incassarne a scadenza il valore nominale), realizzando cosi' dei guadagni aggiuntivi alle cedole.
Da qui discende un concetto importante: e' proprio nei periodi di abbassamento dei tassi di interesse che i prezzi delle obbligazioni salgono (obbligazioni vecchie a tasso alto oggi si pagano di piu', visto che le nuove emissioni presentano tassi piu' bassi...). Ecco che quindi e' proprio nei periodi di tassi decrescenti, come l'attuale, che il risparmio gestito si puo' considerare uno dei pochi strumenti che consentono di difendere i propri risparmi da una perdita progressiva di valore!!

Obiezione 2: "Ahhh... ho gia' sentito parlare dei fondi: sono rischiosi, ci si puo' anche perdere!!"

Certo che se si investono i propri quattrini su fondi azionari (che cioe' a loro volta investono in azioni) e magari con un orizzonte temporale di solo 6 mesi/1 anno il rischio c'e'! Ma nessuno obbliga a investire tutti i propri averi nel mercato azionario! Si puo' anche puntare su fondi o gestioni esclusivamente obbligazionarie che sono moooooolto piu' sicure, anche se non altrettanto remunerative, essenzialmente per due motivi:

  1. si investe, diversificando, su strumenti (le obbligazioni) che hanno una scadenza e che alla scadenza valgono perlomeno il valore nominale. Le azioni, invece, oltre a non avere scadenza, oggi valgono 1000 lire, tra sei mesi 2000 e tra due anni magari 250!!! (purtroppo gli ultimi anni lo hanno dimostrato...)
  2. si investe su strumenti che per la maggior parte danno periodicamente dei frutti (le cedole): non ci si basa, quindi, solo sul guadagno in conto capitale, ma anche su quello cedolare che comunque, anche in caso di aumento dei tassi ( e di conseguenza di diminuzione dei prezzi dei titoli) costituisce un calmiere e diminuisce i rischi.
Certo e' che in periodi inferiori all'anno anche i fondi obbligazionari possono registrare perdite in conto capitale uguali o superiori ai guadagni cedolari: solo se si e' sicuri che i propri risparmi serviranno sicuramente entro 12 mesi il gioco non vale la candela. Si potrebbe al limite puntare sui fondi monetari che investono in obbligazioni a breve scadenza che quindi, non possono far registrare grosse variazioni di prezzo (chi mai comprerebbe a 105 lire o venderebbe a 95 un titolo che dopo due mesi andra' a scadenza e varra' 100...) e di conseguenza hanno un basso profilo di rischio rendimento.

Obiezione 3: "Ma adesso con l'Euro sono cambiate tante cose..."

Appunto! Purtroppo (o per fortuna) con l'avvento dell'Unione Monetaria sarà estremamente difficile tornare ai tassi di interesse (e ai tassi di inflazione) che il nostro Paese presentava fino a pochi anni fa. Dal 1999 l'Italia ha delegato le politiche monetarie alla Banca Centrale Europea (presieduta da Wim Duisemberg) che adotta una politica uniforme in tutti i paesi aderenti alla moneta unica. Inoltre anche la variabile Lira da tre anni a questa parte non gioca più nessun ruolo: non è più possibile per i nostri Governi utilizzare la svalutazione della Lira per sanare (...) i problemi economici.
Addio, insomma, alle facili rendite finanziarie... D'altra parte nei paesi europei quali Germania, Francia, Olanda ecc. in cui i tassi non sono mai stati molto più alti rispetto agli attuali,  e comunque da sempre molto più bassi dei nostri, non si può dire che gli investitori siano più poveri di noi Italiani. E difatti se andiamo a vedere in quei paesi le percentuali del risparmio convogliato verso i fondi, le gestioni ecc., ci accorgiamo che sono molto più ampie rispetto a quelle italiane!


In conclusione, vorrei sottolineare come l'unico motivo che mi ha mosso a mettere on-line quanto sopra e' dato dalla mia quotidiana esperienza a diretto contatto con i risparmiatori, attraverso la quale mi sono accorto che la gran parte di essi non compie una scelta convinta o dettata da motivi obiettivi quando prenota i Bot o acquista i Btp, ma lo fa solo per inerzia e ignoranza (nel senso buono della parola: non conoscenza di alternative). Quanti anziani, ad esempio, hanno visto negli ultimi anni diminuire drasticamente (come minimo dimezzare) l'integrazione alla pensione offerta dagli interessi dei titoli di stato... E' a questa e a tante altre categorie di persone che mi sono rivolto.


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