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Una breve biografia

Di strada ne ha fatta parecchia dai tempi in cui Sandro Ciotti apriva «La domenica sportiva» al grido «Amici miei e non dell'avVentura». Simona Ventura (Bologna, 1/4/'65, Ariete, Tifosa Granata) è la «reginetta» di «Mai dire gol», in onda il lunedì su Italia 1.L'abbandono di Teo Teocoli le ha regalato più spazio e un nuovo partner in trasmissione, Claudio Lippi (Milano, 3/6/'45,Gemelli). «Ho sempre lavorato bene sia con Teo, cui devo moltissimo e cui voglio "troppo" bene, che con la Gialappa's Band. Lippi è eccezionale». Orientatasi momentaneamente sul varietà piuttosto che sull'informazione pura, Simona è decisa a non accettare più «ruoli giornalistici di secondo piano al fianco di colleghi uomini».

Se la carriera non le consente di dedicarsi agli sport preferiti («Sono otto anni che non metto gli sci, la scherma è un ricordo di quando ero bambina»), il tifo rimane: «Ammiro la bravura, la bellezza e l'unità di squadra delle fiorettiste azzurre vincitrici dell'oro olimpico a Barcellona*92 e ricordo il grande sciabolatore Michele Maffei». Da ragazzina sognava di diventare una star del cinema o una top-model che gira il mondo. Adesso le sue ambizione sono ben altre.

Da bambina ha cominciato a seguire le partite all'oratorio. Poi a dieci anni ha giocato nella squadra di calcio del suo quartiere nel ruolo di portiere finché diventata adulta ha iniziato ad occuparsi di calcio in TV. Nell'86 frequentava l'Isef, anche se non aveva certo intenzione di diventare una "semplice" professoressa di ginnastica. L'anno dopo lavorava a Rete Canavese, piccola TV privata. Nell'88 ha partecipato al concorso di Miss Universo («E ho vinto anche Miss Ragazza Ideale » precisa), e ha fatto la valletta "vecchio stile" con Magalli a "Domani sposi" («Un'esperienza allucinante!»).

Una scalata inarrestabile, la sua. Fino alla vetta: nel 1992 conquista uno spazio in un territorio da sempre maschile, quello della Domenica Sportiva. Quindi un periodo di appannamento, "di riflessione", come si dice. Ed infine, l'anno scorso, la vera e propria "deflagrazione": "Mai dire gol", tanto per rimanere tra polpacci e fuorigioco (che le piacciono da morire tutt'e due...), e "Scherzi a parte". Risultato: Simona Ventura, quasi trentenne bolognese, è diventata uno dei volti più popolari del video. E lei se la ride, D'altronde il sorriso, spontaneo e simpatico, è una delle sue armi vincenti. Le altre sono il fatto che, quando lavora, pare divertirsi sul serio, e il suo innegabile sex-appeal (che, secondo qualcuno, la rende insopportabile a molte donne). «Be, - conferma lei, - mi piace piacere, non lo nascondo. E se mi fotografano senza reggiseno, pazienza: spero che sia una bella foto, cosi, un giorno, la faro vedere ai nipotini». Difetti? Qualcuno la accusa di essere un'arrivista («No. Al limite ambiziosa» precisa). E, critica che le rivolgevano ai tempi della DS, che non capisca niente di calcio. «Non è vero. Ho imparato ad amare il calcio da mio padre, che faceva l'arbitro>>. E poi, nelle trasmissioni a cui partecipa, non è certo determinante. Tra l'altro, le malelingue sostengono che, più del calcio, Simona ami... i calciatori. Prima Lentini, ex fuoriclasse, poi Crippa, centrocampista del Parma (voce non confermata). Ma lei si proclama amante... della sua libertà. «E, in questo senso, mi sento single per natura, al di la del fatto che, adesso, abbia o meno un compagno». E il lavoro? «Non ho la mania di definirmi una showgirl, - dice, - non so cantare né ballare bene, nonostante abbia preso lezioni. Mi piacerebbe molto recitare. Ma ce la farei? Divento rossa se solo dico una bugia, figuriamoci sulla scena... E poi, diciamo la verità, nessuno me l'ha mai proposto seriamente». Almeno fino adesso.

Il personaggio che sente più vicino è Mara Venier, perché ha la grinta che Simona esige da se. «Grinta e voglia di competere, con gli altri e con me stessa, che ho imparato da mio, padre, colonnello del genio ferrovieri». Insomma, testa dura e cervello fino. Ma le gambe...


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