GIUSEPPE UNGARETTI (1888-1970) ETERNO Tra un fiore colto e laltro donato linesprimibile nulla IN MEMORIA Locvizza il 30 settembre 1916 Si chiamava Moammed Sceab Discendente di emiri di nomadi suicida perché non aveva più Patria Amò la Francia e mutò nome Fu Marcel ma non era Francese e non sapeva più vivere nella tenda dei suoi dove si ascolta la cantilena del Corano gustando un caffè E non sapeva sciogliere il canto del suo abbandono Lho accompagnato insieme alla padrona dellalbergo dove abitavamo a Parigi dal numero 5 della rue des Carmes appassito vicolo in discesa Riposa nel camposanto dIvry sobborgo che pare sempre in una giornata di una decomposta fiera E forse io solo so ancora che visse OMBRA Uomo che speri senza pace, Stanca ombra nella luce polvorosa, Lultimo caldo se ne andrà a momenti E vagherai indistinto... LA PREGHIERA Come dolce prima delluomo Doveva andare il mondo. Luomo ne cavò beffe di demòni, La sua lussuria disse cielo, La sua illusione decretò creatrice, Suppose immortale il momento. La vita gli è di peso enorme Come liggiù quellale dape morta Alla formicola che la trascina. Da ciò che dura a ciò che passa, Signore, sogno fermo, Fa che torni a correre un patto. Oh! rasserena questi figli. Fa` che luomo torni a sentire Che, uomo, fino a te salisti Per linfinita sofferenza. Sii la misura, sii il mistero. Purificante amore, Fa ancora che sia scala di riscatto La carne ingannatrice. Vorrei di nuovo udirti dire Che in te finalmente annullate Le anime suniranno E lassù formeranno, Eterna umanità, Il tuo sonno felice. CANTO BEDUINO Una donna salza e canta La segue il vento e lincanta E sulla terra la stende E il sogno vero la prende. Questa terra è nuda Questa donna è druda Questo vento è forte Questo sogno è morte. Da LODISSEA QUELLE PAROLE DETTE Quelle parole dette, Atena, occhi cerulei, Marino uccello nello spazio, sparve, Ravvivato nel petto di Telemaco Il pensiero del padre, e lenergia E la sua mossa audacia. Ritornare alla pagina precedente. Volver a la página precedente. Back to the previous page. Retour à la page précédente. Voltar à página anterior. Free Homepage by Geocities
Tra un fiore colto e laltro donato linesprimibile nulla
Locvizza il 30 settembre 1916
Si chiamava Moammed Sceab
Discendente di emiri di nomadi suicida perché non aveva più Patria
Amò la Francia e mutò nome
Fu Marcel ma non era Francese e non sapeva più vivere nella tenda dei suoi dove si ascolta la cantilena del Corano gustando un caffè
E non sapeva sciogliere il canto del suo abbandono
Lho accompagnato insieme alla padrona dellalbergo dove abitavamo a Parigi dal numero 5 della rue des Carmes appassito vicolo in discesa
Riposa nel camposanto dIvry sobborgo che pare sempre in una giornata di una decomposta fiera
E forse io solo so ancora che visse
Uomo che speri senza pace, Stanca ombra nella luce polvorosa, Lultimo caldo se ne andrà a momenti E vagherai indistinto...
Come dolce prima delluomo Doveva andare il mondo.
Luomo ne cavò beffe di demòni, La sua lussuria disse cielo, La sua illusione decretò creatrice, Suppose immortale il momento.
La vita gli è di peso enorme Come liggiù quellale dape morta Alla formicola che la trascina.
Da ciò che dura a ciò che passa, Signore, sogno fermo, Fa che torni a correre un patto.
Oh! rasserena questi figli. Fa` che luomo torni a sentire Che, uomo, fino a te salisti Per linfinita sofferenza.
Sii la misura, sii il mistero.
Purificante amore, Fa ancora che sia scala di riscatto La carne ingannatrice.
Vorrei di nuovo udirti dire Che in te finalmente annullate Le anime suniranno E lassù formeranno, Eterna umanità, Il tuo sonno felice.
Una donna salza e canta La segue il vento e lincanta E sulla terra la stende E il sogno vero la prende.
Questa terra è nuda Questa donna è druda Questo vento è forte Questo sogno è morte.
Da LODISSEA
Quelle parole dette, Atena, occhi cerulei, Marino uccello nello spazio, sparve, Ravvivato nel petto di Telemaco Il pensiero del padre, e lenergia E la sua mossa audacia.
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