SANDRO PENNA

(1906-1977)


Era l'alba su i colli, e gli animali

Era l'alba su i colli, e gli animali
ridavano alla terra i calmi occhi.
Io tornavo alla casa di mia madre.
Il treno dondolava i miei sbadigli
acerbi. E il primo vento era si l'erbe.

Altissimo e confuso, il paradiso
della mia vita non aveva ancora
volto. Ma l'ospite alla terra, nuovo,
già chiedeva l'amore, inginocchiato.

Cadeva la preghiera nella chiusa
casa entro odori di libri di scuola.
Navigavano al vespero felici
gridi di uccelli nel mio cielo d'ansia.


Quando tornai al mare di una volta

Quando tornai al mare di una volta,
nella sera fra i caldi viali
ricercavo i compagni di allora...

Come un lupo impazzito odoravo
la calda ombra fra le case. L'odore
antico e vuoto mi cacciava all'ampia
spiaggia sul mare aperto. Lì trovavo
l'amarezza più chiara e la mia ombra
lunare ferma su l'antico odore.


Ero solo e seduto. La mia storia

Ero solo e seduto. La mia storia
appoggiavo a una chiesa senza nome.
Qualche figura entrò senza rumore,
senz'ombra sotto il cielo del meriggio.

Nude campane che la vostra storia
non raccontate mai con precisione.
In me si fabbricò tutto il meriggio
intorno ad una storia senza nome.


Felice chi è diverso

Felice chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.


Da "Una strana gioia di vivere"

XVII

Cercando del mio male le radici
avevo corso tutta la città.

Gonfio di cibo e d'imbecillità
tranquillo te ne andavi dagli amici.
Ma Sandro Penna è intriso di una strana
gioia di vivere anche nel dolore.

Di se stesso e di te, con tanto amore,
stringe una sola età - e te allontana.

XXVII

Come è bella la luna di dicembre
che guarda calma tramontare l'anno.
Mentre i treni si affannano
a quei fuochi stranissimi ella sorride.

XXIX

Come è forte il rumore dell'alba!
Fatto di cose più che di persone.
Lo precede talvolta un fischio breve,
una voce che lieta sfida il giorno.
Ma poi nella città tutto è sommerso.
E la mia stella è quella stella scialba
mia lenta morte senza disperazione.

 


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Club dei Poeti
Ottavio de Manzini on Sandro Penna


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