EUGENIO MONTALE

(1896-1981)


FORSE UN MATTINO ANDANDO IN UN’ARIA DI VETRO

Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.


VENTO SULLA MEZZALUNA

Edimburgo

Il grande ponte non portava a te.
T’avrei raggiunta anche navigando
nelle chiaviche, a un tuo comando. Ma
già le forze, col sole sui cristalli
delle verande, andavano stremandosi.

L’uomo che predicava sul Crescente
mi chiese “Sai dov’è Dio?” Lo sapevo
e glielo dissi. Scosse il capo. Sparve
nel turbine che prese uomini e case
e li sollevò in alto, sulla pece.

 


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