Il Mondo Inferiore


"...or son venuto là dove molto pianto mi percote. Io venni in loco d'ogni luce muto, che mugghia, come fa mar per tempesta, se da contrari venti è combattuto. La bufera infernal, che mai non resta, mena gli spiriti con la sua rapina..."

(Dante- Inferno canto V)


Ti svegli...ti ritrovi immerso nella nebbia, disteso su qualcosa che sembra sabbia...l'ultima immagine che affiora dai tuoi ricordi è che ti stavi incamminando per raggiungere il mondo inferiore, quando hai messo un piede in fallo e hai cominciato a scivolare, sempre più giù, svenendo in una spirale di tempo indefinita. Ti sollevi a sedere: spaziando con lo sguardo ti sembra di esserti perso nel nulla, chiudi gli occhi ed avverti il suono della risacca, ma nelle tue narici non penetra il pungente odore di salsedine...sollevi le palpebre, ti alzi e ti coglie una leggera vertigine.

Chissà da quanto eri sdraiato lì, in mezzo a quella penombra...ma capisci che qui il concetto di tempo è ormai stupidamente approssimativo. Barcollando sulle tue insicurezze, cerchi di orientarti attraverso l'aria rarefatta...eppure senti la risacca... forse da qualche parte c'è vita, ma non sei certo di avere espresso correttamente questa entità. Senti i piedi pesanti, e una stanchezza angosciante ha già attanagliato il tuo cuore e i tuoi pensieri...una luce...ma non è ancora stata colta nel tuo smarrimento. Ora la linea degli occhi ci si adagia, sembra che quella piccola scintilla abbia risucchiato ogni più remota stanchezza...nell'anima si accende una speranza, l'adrenalina corre, il cuore sbatte naufragando fra i sussulti del tuo corpo dinamicamente proteso verso quel barlume...che si espande...che si avvicina sempre di più. Pare ormai tangibile quando all'improvviso diventa la tua ultima preoccupazione. Nonostante la gola arsa e il bruciare dei polmoni per il fiato corto, ti permetti di lanciare un urlo di gioia per tagliare l'aria e giungere prima fino a quella sagoma che la luce ti sta rivelando, aprendo a poco a poco la penombra come il tendone di un palcoscenico.

Ti appare.

Quasi un timore reverenziale ti palpita nelle vene quando noti quella figura seduta, leggermente celata dall'ombra ricamata al suolo dai rami spogli di una secolare quercia...sottile e lieve comparsa in quella scenografia che ora si è aperta completamente alla tua vista. Gli occhi chiusi, le rughe di stanchezza più che che di vecchiaia, la barba grigia, i capelli lunghi e bianchi...il suo abito, del colore evanescente dell'oscurità, sembra fluttuare nell'aria, ma tu non avverti l'alito confortante del vento, quasi egli sia sospeso in una specie di limbo temporale. Ti avvicini, più incuriosito che impaurito...desideroso di sfiorare quelle vesti, finchè non noti il movimento delle sue labbra...un suono indefinito, proveniente da luoghi lontani, perso fra porte del tempo: "Benvenuto, stanco viandante...sembri sorpreso, eppure sei stato tu stesso a scegliere di visitare il mondo inferiore".

Ti blocchi e tenti di balbettare qualcosa, ma egli ti precede, quasi conoscesse in anticipo le tue domande...solleva le sue palpebre e un brivido ti coglie: mostra due specchi lucidi, vitrei, limpide sentinelle dell'anima, in essi scorgi il pulsare di tutto il tempo dell'universo, ti sembra di essere colto da una vertigine, non reggendo quello sguardo chiudi gli occhi e quasi cullato dalla sua voce inizi una sorta di vorticoso volo nel nulla."Soltanto - visitatori hanno raggiunto questo mondo, io sono Caronte, e sarò la tua guida"...parlando con te dosa le pause in modo eccezionale, avvertendo le tue sensazioni più nascoste, quasi leggendole fra le pieghe del tuo viso...senti che ti prende per mano, ma non l'hai sentito alzarsi, non hai avvertito nessuna sensazione riconducibile a uno dei cinque sensi, non avverti neppure le tipiche sensazioni termiche. Sempre di più ti convinci di avere a che fare con uno spirito, vorresti osservarlo da vicino, ma le tue palpebre sembrano saldate sugli occhi: "Ora lascia andare ogni tua convinzione, ogni convenzione della quale è schiavo il tuo corpo, e libera l'anima, sei giunto dove volevi, dove potrai finalmente esplorare quella parte più nascosta del regno di Fata Morgana. Io ti ho condotto fin qui, fino al CUORE...il mio compito è finito".

Riapri gli occhi, ma li richiudi immediatamente, trafitto da fastidiosissime lame di luce...a poco a poco cerchi di riabituare le pupille schermandoti la vista con le mani, ma le cose ti appaiono ancora lentamente sfumate...ti senti disperso in quel mare accecante, e vorresti avvertire quella rassicurante presenza che ti ha accompagnato, ma non hai il tempo di proseguire in questa tua necessità, perchè i contorni di ciò che hai davanti si vanno focalizzando... nitidi...parallelepipedi, linee di luce...una piramide di quarzi e tubolari lucidi scintillanti ti appare, il fiato rimane imprigionato in gola ad ammirare lo spettacolo che ti viene offerto...e finalmente realizzi di essere giunto alla fine del tuo lungo il viaggio...ora hai davanti il CUORE...


La Fata Morgana Le canzoni dei Fatamorgana
Le poesie Le foto...inedite!!
Gli affetti

...un GRAZIE veramente sentito alle persone senza le quali queste pagine non sarebbero mai state scaricate in Internet, intendo dire la Tropical (per i consigli cultural-artistici), il Lobo (per aver pazientato con le mie seccantissime domande tecniche), la Squaletta (per aver sopportato i miei continui "chat-disturbi"), cicuta (per le "dritte" sul download), la sorellona frannie, Zakkino, Wettie :), la mia mitica morosa virtuale Clessidra (per i giudizi sulla "preview"), Mork (per avermi mandato 19 pagine di mail di commenti velenosi) e tutti gli amici di Woobinda che per primi mi avevano messo a conoscenza delle pagine Web gratuite fornite da Geocities... . Mo' beccateve la mia prima Home Page!!!! ;P


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