Qualche considerazione sociologica

Ovvero la Scienza, questa sconosciuta...

Introduzione: la Scienza come pilastro istituzionale nelle società complesse

La complessità delle società definite "occidentali" è ormai considerata un punto di partenza imprescindibile per qualsiasi analisi sociologica. Complessità è sinonimo di dinamismo nei rapporti sociali e di elasticità nelle relazioni personali, di disimpegno dai vincoli della tradizione e del rituale. Sarà dunque opportuno partire da questo dato per analizzare il ruolo ricoperto dalla Scienza e segnatamente dalla medicina in una società in cui gli oggetti sociali non sono visti come simboli di una ritualità cristallizzata, ma come convenzioni, norme, valori ed identità che possono di volta in volta essere rinnovati e quindi modificati per venire incontro alle esigenze del mondo che cambia.

Secondo quell'insieme di teorie sociologiche che vengono solitamente definite funzionalistiche le società moderne tendono a diventare sempre più complesse e dinamiche a seguito della divisione del lavoro, che costringe le persone a specializzarsi su campi operativi molto precisi. I teorici funzionalisti ritengono che la società cresca e cambi allo stesso modo in cui avviene in natura la crescita organica: la società sarebbe insomma una struttura intelligente e programmata razionalmente per integrare le sue parti complesse in un Tutto coerente. Secondo il sociologo tedesco Niklas Luhman il mondo moderno è costituito da individui che, pur sentendo come propria l'esigenza di muoversi autonomamente, sono soggetti ai vincoli di un sistema impersonale ed autoreferenziale la cui complessità va ben oltre le capacità di comprensione del singolo. La differenziazione delle istituzioni costringe le persone ad accettare il sistema sulla fiducia, costruendo le basi del cosiddetto "mondo dato per scontato", che racchiude tutte quelle conoscenze del mondo che l'individuo non mette mai in discussione. Alla base dell'ordine sociale c'è insomma una sorta di investimento fiduciario nelle istituzioni sociali che l'individuo rinnova quotidianamente.

Cosa si intende per istituzione sociale? Secondo il sociologo americano Talcott Parsons ogni sistema sociale deve svolgere quattro tipi di funzioni fondamentali, rappresentate nello schema dai quattro quadranti. Luhman considera questi quattro quadranti e ad ognuno di essi fa corrispondere un medium di scambio sulla base del quale le persone possono gestire tranquillamente la propria vita e costruirsi una visione del mondo non problematica:

 Quadrante A

Rapporti economici

Denaro

Quadrante G

Decisioni politiche

Potere

Quadrante I

Integrazione sociale

Amore

Quadrante L

Cultura e conoscenze tecniche

Verità

 La funzione principale dei media individuati da Luhman è lo scambio: si scambia denaro per potere agire nella sfera economica, si delegano rappresentanti politici attraverso il voto ed il consenso, si instaurano rapporti sociali sulla base della fiducia nella lealtà e nella bontà del prossimo. Ciò che qui interessa sottolineare è l'importanza della verità, o meglio della rappresentazione sociale della verità che si afferma nella società moderna.

La differenziazione della società investe prepotentemente il settore della cultura, inteso come patrimonio di conoscenze che i membri di una società condividono o a cui si rifanno indirettamente attraverso la mediazione di esperti. La figura dell'esperto nasce con lo sviluppo della cultura scritta e riceve un'ulteriore spinta propulsiva per opera dei mezzi di comunicazione di massa, che rendono disponibile una mole di informazioni tale che nessun individuo può pensare di poterla padroneggiare da solo. Il progresso scientifico ha ulteriormente accelerato questo processo, ampliando enormemente la sfera del sapere umano e rendendo quindi necessaria una fortissima specializzazione delle aree di studio.

Fin qui niente di nuovo, o almeno così pare. Il problema che Luhman vuole mettere in rilievo è che la coesione sociale può essere mantenuta nel campo della cultura soltanto ad un prezzo: l'istituzionalizzazione della figura dell'esperto in quei campi fondamentali per la vita quotidiana del cittadino. "Nella sfera culturale la verità è un meccanismo generale che consente alle persone di accettare sulla fiducia che i settori istituzionali non familiari in cui si imbattono abbiano i propri esperti e le proprie forme di sapere, cosicché anche ciò che accade in questo ambito possa essere regolarizzato e normalizzato" [Collins 1988, trad. It. pag.94].

Cerchiamo ora di cogliere la relazione tra la teoria di Luhman e quella di Serge Moscovici sulle Rappresentazioni sociali, che Moscovici considera la base fondante del mondo dato per scontato e quindi del senso comune. La loro funzione è duplice: sul piano dell'intersoggettività esse ci consentono di comunicare grazie ad un codice culturale non solo linguistico - anche se basato sul linguaggio - largamente condiviso; al livello dell'agire individuale, ci consentono di orientarci nel mondo, riducendo la complessità del presente, di ciò che non si conosce bene, alla normalità del passato e di tutte le conoscenze già acquisite e cristallizzate sulle quali non si hanno dubbi. Scopo delle rappresentazioni è quello di "rendere familiare il non familiare". Il senso di smarrimento che l'individuo prova nei confronti di un oggetto sociale a lui sconosciuto viene sempre risolto facendo ricorso a ciò che è già noto e che la società ha per così dire metabolizzato. Nelle relazioni sociali la tensione tra familiare e non familiare si risolve sempre a favore del primo, così come per Luhman "Gli individui sono capaci di operare socialmente perché essi assumono l'esistenza dell'ordine anche quando non c'è".

Come medium di verità la figura dell'esperto è quindi al tempo stesso una rappresentazione sociale ed una fonte di rappresentazioni sociali. Ogni qual volta sorgono dei dubbi nella mente di un individuo, che siano legati ad esigenze pratiche, al desiderio di cultura o al bisogno di informazione, egli sa che, dove non può arrivare con le proprie forze, la società gli consente di ricorrere a persone che hanno dedicato tutta la propria carriera professionale a risolvere quello specifico tipo di problema. Le rappresentazioni sociali dell'esperto istituzionalizzato e della verità sono quindi pilastri insostituibili nella complessità della società odierna.

Questa visione tutto sommato funzionalistica della figura dell'esperto lascia però irrisolto un problema: proprio perché è complessa, la società moderna deve essere - ed è - anche pluralistica. Se alla base del nostro sistema sociale non ci sono più credenze rituali basate sulla tradizione ma norme contrattuali e transitorie, ciò è dovuto anche al fatto che lo sviluppo delle comunicazioni di massa ha reso possibile una maggiore circolazione delle idee ed un confronto più ampio e serrato tra gli esperti di tutti i campi del sapere. Con la possibilità che gli esperti stessi siano in disaccordo e che si costituisca quindi un fronte di contrasto.

Se la Scienza come istituzione e come rappresentazione sociale costituisce un pilastro della nostra società, qualsiasi smentita o messa in discussione dei risultati o dei metodi scientifici comporterà una rottura con il senso comune, una crisi del processo di riduzione del non familiare al familiare, un disorientamento dell'individuo a cui vengono tolti quei punti di riferimento di cui la società stessa gli impone di non poter fare a meno. Una situazione che i sociologi definiscono anomia, dal greco a - n o m o s ("senza leggi").

 

Indice sociologia. 1. Introduzione. 2. Verità e razionalità. 3. Il conflitto nella Scienza. 4.La medicina nella vita sociale delle persone. 5. Sintesi e conclusioni. Torna alla Home Page.