I salari in Indonesia
L'Indonesia ha un salario minimo giornaliero di 2.100 Rupie (circa
1.400 lire), ma anche questo è inferiore ai "bisogni fisici
minimi" stimati dal governo. E con 12 milioni di disoccupati su 70
milioni di forza lavoro, è impossibile rafforzare questo minimo.
Recenti inchieste hanno rivelato che quasi l'80% dei lavoratori nella
regione di Tangerang riceve solo 1.600 Rupie al giorno, e
quindi lunghe ore di straordinari sono di solito fondamentali per la
sopravvivenza. L'ILO (Organizzazione Internazionale del
Lavoro) stima che l'80% delle donne lavoratrici in Indonesia sono malnutrite.
E i sindacati?
I sindacati di solito esercitano un controllo effettivo sullo sfruttamento
dei lavoratori, ma il governo repressivo indonesiano ne ha
a lungo limitato lo sviluppo. Fino dagli anni '60, il movimento dei
lavoratori è stato controllato dal governo tramite un unico
sindacato legale, l'SPSI (Unione dei Lavoratori di Tutta l'Indonesia).
Coloro che desiderano fare parte dei sindacati devono
avere il permesso del loro datore di lavoro, che spesso sceglie quello
governativo. Nonostante la legge, i lavoratori hanno
cominciato a lottare, ed hanno formato nuovi sindacati. Il primo è
stato Setiakawan (SBMS), nato nel novembre 1990. Nel
giugno 1991, quando 300 dimostranti chiedevano salari più alti,
Saut Aritonang, segretario generale del SBMS, e altri quattro,
furono rapiti e interrogati dall'esercito governativo.
Il SBMS chiede di esercitare pressioni sul governo per il diritto di
libera organizzazione, e sta lanciando un boicottaggio delle
esportazioni indonesiane, chiedendo di usare aiuti e investimenti per
fare pressione sul miglioramento dei diritti umani. Nel breve
periodo, i sindacati sono certo in difficoltà nel tentativo
di migliorare le condizioni di lavoro. Ma questo rende il boicottaggio
e le
campagne sui consumatori le forme di pressione più importanti
che possano persuadere la Nike sulla possibilità di un
comportamento più responsabile verso i lavoratori.
COSA COMBINA NEL MONDO LA NIKE
REGIMI OPPRESSIVI: tutte le scarpe Nike sono prodotte in Asia, in particolare
in Indonesia, Cina, Thailandia, Taiwan,
Corea del Sud, Vietnam.
RELAZIONI SINDACALI: in Indonesia i sindacati liberi sono illegali e
vengono repressi dall'esercito, i dirigenti sindacali
sono licenziati, imprigionati, torturati, ed anche uccisi.
SALARI E CONDIZIONI DI LAVORO: i lavoratori della Nike ricevono un salario
da fame, inferiore al salario minimo
stabilito dalla legge indonesiana. Lavorano esposti ai vapori delle
colle, ai solventi, alle vernici, per 12 ore al giorno.
COMMERCIALIZZAZIONE IRRESPONSABILE: la Nike spende circa 180 milioni
di $ all'anno in pubblicità, quando
sarebbe sufficiente l'1% di questo bilancio per migliorare le condizioni
di 15.000 lavoratori indonesiani.
CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: nel 1990 Operation Push, un gruppo per i diritti
civili, ha lanciato il boicottaggio della
Nike perchè, nonostante venda il 45% dei suoi prodotti ai neri,
non vi sono afroamericani ai vertici dell'azienda; essa inoltre non
concede sufficienti benefici sociali alla comunità nera.
voce | importo | percentuale |
MATERIALE | $ 4,7 | 4% |
MANODOPERA | $ 1,3 | 1% |
PROFITTI ALL'INGROSSO | $ 62 | 49% |
PROFITTI AL DETTAGLIO | $ 57 | 46% |
PREZZO AL PUBBLICO | $ 125 | 100% |