con la seconda moglie

Zweig e Friderike Maria di fatto si separano ed alcuni anni dopo, nel '38, divorziano; i loro rapporti rimarranno comunque molto cordiali sino alla fine (non a caso Friderike Maria sarà l'ultima persona a cui Zweig scriverà poco prima di togliersi la vita).

Si è osservato come in quegli anni Zweig si sia trasformato da gentiluomo viennese in intellettuale ebreo. Zweig in effetti prima del nazismo, pur certamente attento alla cultura ed alla tradizione ebraica, era sostanzialmente un laico.

Nel '39 lo scrittore sposa la sua segretaria, Lotti (Charlotte) Altmann con la quale aveva instaurato una relazione sentimentale durante la permanenza a Londra ed a  Bath. Taluni affermano che la Altmann probabilmente non riusce a colmare il vuoto lasciato dalla prima moglie; Friderike Maria era una scrittrice, culturalmente, socialmente ed emotivamente certamente più affine a Stefan Zweig di quanto non fosse la Altmann.

Il nomadismo e l'irrequietezza di Zweig si accentuò. Con la seconda moglie si recò a Parigi, a New York, in Brasile, in Argentina, in Uruguay e poi ancora a New York.

Nel 1941 giunsero infine a Petropolis, piccolo centro 66 km. a nord di Rio de Janeiro.

E' li che scrisse "Schachnovelle", completò l'autobiografia "Il mondo di ieri" e diede inizio alla stesura di un saggio su uno dei massimi scrittori di tutti i tempi, un uomo che - come disse Nietzsche - per aver scritto quello che ha scritto "ha accresciuto il nostro piacere di vivere su questa terra": Michel de Montaigne. 


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