1913-1934

Stefan Zweig si trasferisce a Salisburgo nel 1913 dove fissa la sua residenza sino al 1934.

In questo ventennio effettuerà frequenti, grandi e lunghi viaggi. 

Manifesta espressamente le sue idee pacifiste, il che gli costa una "diffida" da parte delle autorità austriache; si allontana pertanto temporaneamente a Zurigo, in attesa che si calmino le acque. Stringe amicizia con Romain Rolland. Pubblica "Geremia", un dramma di stampo pacifista che va in scena a Zurigo nel 1918. 

Scoppiata la prima guerra mondiale viene distaccato all'"Archivio di Guerra". 

E' in quegli anni che inizia a consolidarsi il legame con  Friderike Maria von Winternitz (1888-1971) (sopra ). Quest'ultima, però, è già coniugata così che i due potranno sposarsi solo nel '19, una volta ottenuto il divorzio dal primo marito.

 
con Friderike Maria

Lo scrittore acquista a questo punto una prestigiosa villa a Salisburgo: l' immobile, già denominato "Paschinger Schlössl" (dal nome del precedente  proprietario), sorge sul Kapuzinerberg, il Colle dei Cappuccini.

Il Kapuzinerberg è una collinetta silenziosa e molto panoramica, benché nel cuore della città. Villa Zweig è l'unica costruzione ivi presente, a parte il limitrofo convento dei frati cappuccini.

Alla collina si accede attraverso una stradella (ribattezzata oggi "Stefan Zweig Weg") che parte, attraverso una porta, da una via centrale di Salisburgo.

La villa, residenza dei coniugi Zweig dal '19 al '34, diviene il polo d'incontro di numerosi grandi intellettuali europei: Thomas Mann, Arthur Schnitzler, James Joyce, George Wells, Arturo Toscanini, Alban Berg, solo per citarne alcuni frequenti ospiti dello scrittore.

 

 

la casa sul Colle dei Cappuccini (oggi)

Zweig era un uomo cordiale ed estremamente socievole, un "genio della amicizia", come venne definito durante una sua commemorazione.

Un anziano frate, residente nel suddetto limitrofo convento, ricorda ancora che lo scrittore amava le lunghe passeggiate nonché che lo stesso era solito lavorare sino a tarda notte. 

Con l'avvento del nazismo iniziano le persecuzioni razziali. I libri di Z. vengono bruciati (nel 1936 saranno ufficialmente banditi). Nel '34 la casa salisburghese dello scrittore subisce da parte della polizia austriaca una pretestuosa perquisizione. Mancano ancora quattro anni all'Anschluss. ma.la polizia salisburghese ormai, di fatto, agisce sotto pressione della Gestapo. Salisburgo vive infatti nell'ombra della vicinissima Monaco. Nel mandato di perquisizione si parla, pretestuosamente, di "sospetta detenzione di armi."

Zweig intuisce in tempo cosa stesse accadendo e nel '34 abbandona definitivamente Salisburgo per recarsi a Londra. La moglie, però, non lo segue. In Austria, intanto,  la situazione politica precipita. Il Cancelliere Dolfuss viene ucciso nel luglio dello stesso anno. Gli succede Kurt von Schuschnigg il quale dovrà poi cedere la poltrona al nazista austriaco Artur Seyss-Inquart. Il 15 marzo del 1938 Hitler proclamerà l'annessione dell'Austria alla Germania.  

Friderike Maria von Winternitz frattanto è rientrata a Vienna ed ha venduto la villa ad un imprenditore salisburghese. L'immobile è oggi di proprietà dei due figli di quest'ultimo.

 

Un uomo fuori dal suo tempo

Stefan Zweig fu un grande scrittore la cui fama è oggi offuscata da stelle di maggior grandezza della sua generazione come Kafka, Joyce o Hesse.
L'interesse per questo autore poggia su più piani: Zweig è stato al centro delle correnti letterarie, degli scambi culturali più di chiunque altro in quel periodo storico.
Attraverso Z. e le sue opere traiamo uno spaccato formidabile di quanto è avvenuto nella cultura europea all'inizio del XX secolo. Zweig è certamente, sotto questo profilo, un nitido punto di osservazione.
L'autore ci aiuta meglio a comprendere come abbiano concretamente interagito in quegli anni arte, musica, letteratura e psicanalisi. Quali fossero i rapporti fra gli intellettuali europei, quali le correnti, quali le frequentazioni, quali le opinioni.
Lo scrittore è anche un valido punto di partenza per l' approfondimento ed una migliore comprensione di quegli anni che precedettero la Grande Guerra nonchè di quegli anni bui che precedettero poi l'avvento del nazismo.
Quanto all'idea unitaria d'"Europa", circolante negli anni '10 in certi ambienti, Zweig esprimeva tutto sommato un sentimento diverso rispetto a quello propagandato da R. Rolland e dagli altri fervidi europeisti.
Superfluo ricordare come nei primi del '900, cioè alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, parlare d'"Europa" fosse assolutamente controcorrente.
Zweig riteneva sì che l'Europa avesse una sua identità culturale ed unitarietà spirituale, ma nel profondo andava anche oltre: nel senso che egli era in effetti un classico esempio di uomo cosmopolita. Vero oggetto della sua attenzione non era tanto l'Europa quanto il Mondo intero.
Zweig, come abbiamo detto, era un poliglotta che fra le due guerre teneva continue conferenze saltellando da Mosca a Parigi, da Rio a New York con una facilità e frequenza rare anche per un uomo d'affari moderno.
Conosceva il mondo. E lo conosceva bene, giacchè non visitava il Brasile o l'India da comune e frettoloso turista. Trascorreva all'estero soggiorni lunghi e soprattutto in compagnia di amici ed ospiti del luogo.
Il che lo portò alla lunga a divenire cosmopolita, senza naturalmente per questo perdere la sua identità ed il suo amore verso l'Austria.
Per Zweig un essere umano, prima ancora di essere inquadrato come italiano, belga o americano, è intanto un libero cittadino del mondo.
Questo tipo di sentimento è al giorno d'oggi ampiamernte diffuso, ma negli anni '10 Zweig era letteralmente un "marziano": la gente non viaggiava e non parlava le lingue, la propaganda pre-bellica esaltava al massimo i valori di " patria", "nemico", "straniero", "frontiera", "diverso". I nazionalismi prendevano piede. Le nazioni erano chiuse in se stesse. L'unico "media" internazionale era costituito dalla traduzione dei libri stranieri.
Ciò nonostante mi pare che Zweig inquadrò l'Europa come "patria" solo in quanto cento anni fa ( tanti ne sono ormai quasi trascorsii), centro della cultura e della vita sociale era essenzialmente il vecchio continente. Brasile, India, Africa, Cina ed in un certo senso anche gli Stati Uniti erano solo interessanti luoghi da visitare.
Sotto questo come sotto molti altri aspetti è straordinario notare come l' "Autobiografia" di Zweig sembri scritta ieri e non sessant'anni fa. Le idee, i valori, lo stile, l'apertura mentale che trapelano, indipendentemente dalla valenza narrativa, sono certamente quelle di un uomo d'oggi.
Zweig è nato quindi prima del tempo.Con almeno cinquant'anni d'anticipo.